Ci si avvicina al mese di settembre ed al periodo in cui il Governo deve redigere la cd. manovra che poi dovrà essere convertita in Legge di Bilancio entro il 31 dicembre 2023. Si tratta del testo di legge che raccoglie un vasto insieme organico di misure di politica economica – specialmente fiscali e monetarie – allo scopo di raggiungere obiettivi chiave per la penisola, gestire al meglio le finanze pubbliche e proseguire sul percorso delle politiche economiche necessarie al paese. Oggi, alla luce del PNRR, la legge di bilancio assume un’importanza ancora maggiore, dato che stabilisce le entrate e le spese del governo per l’anno successivo e include una serie di provvedimenti che influenzano in modo diretto l’economia italiana.
Ovviamente è molto presto per esaminare il testo completo della manovra 2024, ma già qualche prima anticipazione emerge e coinvolge alcune categorie di cittadini. Infatti tra le possibili novità in legge di bilancio si parla di un bonus secondo figlio, ma anche mutui agevolati e aiuti ad hoc alle neo mamme. Si tratta di interventi per agevolare la natalità e per combattere il problema del calo demografico.
Vero è che finora siamo sul terreno delle proposte preliminari, ancora da valutare approfonditamente nel merito, in attesa di conoscere quante risorse avrà a disposizione la manovra e in che modo sarà finanziata la delega fiscale. Ma che cosa possiamo attenderci dal testo che sarà redatto ed articolato nei prossimi mesi? Proviamo a fare un po’ di chiarezza in base a quanto trapelato finora.
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Manovra a favore delle famiglie con un pacchetto ad hoc da 1,5 miliardi di euro: il bonus secondo figlio
Non soltanto riforme per ammodernare il paese, una tra tutte quella delle pensioni. L’Esecutivo intende mettere in campo almeno un miliardo e mezzo di euro da finanziare con la manovra, allo specifico fine di incentivare le nascite.
Come accennato sopra, in questi giorni si parla con una certa insistenza di un possibile nuovo bonus, ovvero un aiuto per supportare economicamente le donne che vogliono mettere al mondo – subito dopo il primogenito – un secondo figlio. Secondo molti sondaggi le donne che hanno un figlio, ne vorrebbero spesso anche un altro ma la scelta si scontra con le spese supplementari: il bonus secondo figlio costituirebbe allora uno sgravio mirato ad attenuare gli ulteriori esborsi, che inevitabilmente giungono insieme con l’arrivo del secondo bebè. Di detta nuova agevolazione si attendono i dettagli sulla ‘forma’, ma è già stato ipotizzato ad es. un possibile azzeramento della retta del nido dal secondo figlio in poi.
All’iniziativa che prevede il pacchetto da un miliardo e mezzo di euro, sta lavorando il Ministero della Famiglia, ma sono previsti incontri e confronti con i colleghi del Ministero dell’Economia, per valutare la fattibilità dei progetti sul piano delle spese per lo Stato.
Secondo le ultime indiscrezioni, almeno una porzione delle risorse necessarie sarebbe già stata rintracciata in quanto risparmiato a livello di stanziamenti per l’assegno unico. Per il 2023 sono stati messi in campo infatti circa 18 miliardi per finanziare il contributo mensile di sostegno a chi ha figli a carico – ma nei primi 5 mesi dell’anno ne sono stati spesi poco più di 7. Se detto andamento fosse confermato fino a dicembre, nello stanziamento iniziale rimarrebbe un quantitativo di risorse utile a finanziare proprio il bonus secondo figlio.
Clausola sulla natalità nella prossima manovra: di che si tratta?
Non soltanto bonus per il secondo figlio, perché la manovra 2024 avrà come bussola il sostegno all’incremento demografico e alle famiglie con figli o che intendono averne. Ciò significa che le misure agevolative, le novità e le riforme dovranno tenere conto – ove possibile – del rilievo del fattore ‘natalità’ e dovranno essere articolate cercando di favorire quest’ultima.
Questo è l’orientamento del Governo e a cui dovranno ispirarsi i Ministri nei lavori per la stesura della prossima legge di bilancio. Insomma, nulla di così diverso rispetto a quanto già visto lo scorso anno: tra Superbonus villette, agevolazioni pensionistiche di Opzione donna, riforma RdC e bonus bollette, non mancarono infatti interventi atti a favorire in particolare i nuclei familiari con più figli.
Sconti alle imprese che assumono mamme con famiglie numerose
Il discorso sulle misure di sostegno alla natalità si combina con i temi fiscali. Il Ministero dell’Economia è al lavoro anche per elaborare delle efficaci misure di sostegno alla nuova occupazione e alla stessa natalità: si parla infatti di un possibile – se non probabile – sconto ad hoc sulle tasse delle imprese che scelgono di assumere mamme con almeno tre figli a carico.
Si tratta di un’applicazione pratica del principio di cui alla delega fiscale, per il quale il datore che più assume, meno viene tassato dal Fisco. Secondo quanto trapela dall’attività di revisione del sistema tributario, cui sta lavorando il Governo, la delega introdurrebbe una seconda aliquota ridotta sugli utili delle aziende, con un sgravio fiscale ulteriore per quei datori che assumono mamme con più figli a carico.
Nuove detrazioni sui redditi per figli a carico?
In cantiere c’è anche una eventuale reintroduzione della detrazione sui redditi per figli a carico, dopo il varo dell’assegno unico. Infatti quest’ultimo ha assorbito quasi del tutto le detrazioni per i figli a carico, con altre forme di sostegno tra le quali l’assegno familiare. Restano invece le detrazioni per i figli di età maggiore o uguale a 21 anni.
Ebbene, il Ministero del Made in Italy ha in questi giorni proposto una detrazione di 10 mila euro per figlio a carico – da affiancare proprio all’assegno unico. Il Ministero dell’Economia, invece, propone qualcosa di simile ma diverso, vale a dire una serie di sconti o sgravi crescenti in base al numero dei figli: 2.500 per il primo figlio, 5 mila per il secondo, fino ad arrivare a 10 mila. In particolare lo sgravio fiscale sarebbe riconosciuto alla madre lavoratrice, consentendogli di fatto di aumentare lo stipendio e agevolando la permanenza nel mondo del lavoro.
Concludendo, se di fatto il Governo vuole intervenire con determinazione per favorire la natalità, è anche perché con gli attuali numeri sui figli è impossibile superare la legge Fornero. Infatti agevolare le uscite anticipate dal lavoro – in combinazione con un tasso di denatalità così alto – porterebbe al crollo del sistema previdenziale entro breve tempo. Ecco perché la riforma pensionistica non può che passare prima dagli investimenti sulle nascite e sulle famiglie con figli o che vogliono averne.
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