Per non poche persone una scelta praticamente ‘obbligata’, oggi il mutuo casa rappresenta un difficile scoglio per le famiglie che decidono di acquistare l’abitazione grazie a questo meccanismo. Pensiamo infatti agli aumenti del tasso di interesse, adottati dalla BCE per dare una risposta al boom dell’inflazione: il risultato per le famiglie è e sarà quello di esporsi a sensibili incrementi delle rate del mutuo a tasso variabile.
Ecco perché non può stupire una delle novità di cui alla legge di Bilancio 2023: nel testo infatti, in tema di mutui casa, compare la possibilità di passare dal tasso variabile a quello fisso secondo istruzioni ben precise.
Proprio così: tra gli emendamenti del Governo al testo del disegno di legge sulla manovra economica c’è spazio anche per la possibilità di cambiare il tasso riferito ai mutui ipotecari, per acquisto o ristrutturazione dell’abitazione. Ma per farlo ci sono delle condizioni da rispettare, di cui tra poco diremo. I dettagli.
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Mutuo casa: che cos’è in breve? Cenni generali
Prima di chiarire queste ultime novità in legge di Bilancio, ricordiamo sinteticamente qual è il contesto di riferimento. Ebbene, in linea generale il mutuo consiste in una specifica tipologia di contratto che considera due soggetti:
- da un lato abbiamo il mutuante, vale a dire colui che versa una somma di denaro o una quantità di beni fungibili;
- dall’altra vi è il mutuatario, ovvero la persona che si obbliga a restituire alla scadenza la somma pattuita.
Come è ben noto il mutuo ipotecario in materia immobiliare consiste in un finanziamento a medio o lungo termine, che di solito dura da 5 a 30 anni. Il cliente ottiene l’intera somma in una sola soluzione e la rimborsa nel corso del tempo attraverso rate di ammontare fisso o variabile. Il mutuo è tipicamente mirato ad acquistare, costruire o ristrutturare un immobile, ed è denominato ‘ipotecario’ in quanto il pagamento delle rate è assicurato da un’ipoteca su un immobile. Esso è concesso alle banche o da altri operatori finanziari ed intermediari.
Nella prassi il mutuo casa è un prestito a titolo oneroso, conseguentemente chi ha ottenuto in prestito una somma di denaro, oltre che doverla rimborsare nel corso del tempo, deve anche corrispondere una quota di interessi, da calcolare tramite il cd. il tasso di interesse. Si tratta proprio del caso che qui interessa, ovvero del mutuo bancario richiesto per la compravendita di beni immobili oppure per dare luogo alla ristrutturazione di edifici.
Mutuo casa, passaggio dal tasso fisso al variabile: la novità in Manovra
Come accennato all’inizio, l’inflazione preoccupa molto la BCE, che ha deciso di correre ai ripari e, dopo la Fed, ha reso noto l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse. Secondo gli osservatori, l’innalzamento degli interessi sul costo del denaro dello 0,50% deciso dalla Banca Centrale Europea, andrà ad influenzare non poco il tasso dei mutui, che arriverà fino al 6%.
Concretamente la decisione della BCE condurrà ad un incremento dei tassi di interesse sui mutui ipotecari delle famiglie italiane, che saranno obbligate a pagare delle rate mensili di più alto importo, tranne i mutuatari che hanno già trovato accordo con le banche per un mutuo a tasso fisso.
Ebbene, in questo quadro che getta ulteriore incertezza ed inquietudine tra le famiglie che hanno scelto il mutuo con tasso variabile, e che sono già alle prese con moltissime altre spese e scadenze, non deve allora sorprendere il suddetto emendamento del Governo al testo del DDL di Bilancio 2023, che dispone la possibilità di passare dal tasso variabile al tasso fisso, in riferimento ai mutui ipotecari per acquisto o ristrutturazione dell’abitazione.
Quali sono i requisiti di accesso alla misura
Attenzione però ai requisiti da avere per poter accedere a questa facoltà o agevolazione. Sono tre e li indichiamo in elenco:
- ISEE nucleo familiare fino a 35mila euro annui;
- regolarità nei versamenti delle rate periodiche;
- ammontare del mutuo fino a 200mila euro.
In verità non vi è nulla di nuovo, in quanto con questo emendamento del Governo viene di fatto ripristinata una norma del 2012 (l’art. 8 comma 6 della legge n. 106 del 2011), che già fino a quell’anno permise di passare dal tasso variabile a quello fisso, in tema di contratti di mutuo ipotecario.
In particolare, i mutui ipotecari cui si applicava quella norma erano quelli sottoscritti fino all’entrata in vigore della regola. Ecco perché questa possibilità potrebbe essere disposta nuovamente e per i mutui sottoscritti prima dell’entrata in vigore della legge di Bilancio 2023 – recante appunto questa agevolazione.
Certamente si tratta di una buona notizia per chi ha già stipulato un mutuo a tasso variabile. Ma attenzione perché per accedere alla possibilità occorre non aver avuto ritardi nel pagamento del dovuto alla banca, e non solo: sarà necessario aspettare anche il termine dell’iter parlamentare in corso di svolgimento, il quale porterà all’approvazione della manovra auspicabilmente entro fine anno, onde evitare il temuto esercizio provvisorio.
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