Il Governo, nel corso del consiglio dei ministri della scorsa notte, ha approvato la legge di stabilità. Diverse le norme contenute nella legge tra cui la riduzione di un punto percentuale delle prime due aliquote Irpef e alcune modifiche alla franchigia per detrazioni e deduzioni per i redditi oltre i 15000 €
E’ stata prevista, con il fine di introdurre un importante elemento di equità nella revisione della tassazione sui redditi e agevolare i consumi delle famiglie dal reddito più basso, la riduzione di un punto percentuale (da 23 a 22 punti e da 27 a 26) dell’aliquota IRPEF sui primi due scaglioni di reddito (da 0 a 15 mila euro e da 15 mila a 28 mila euro).
Inoltre, si prevede la rimodulazione delle cd. tax expenditures (ossia detrazioni e deduzioni fiscali) per i redditi superiori ai 15mila euro:
- introdotta una franchigia di 250 Euro per alcune deduzioni e detrazioni IRPEF e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 euro;
- si prevede anche l’assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità.
Gli obiettivi sono 5:
- anzitutto, evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA a partire da luglio 2013. La legge di stabilità ha evitato l’aumento di due punti percentuali dell’IVA a partire da luglio 2013 così come previsto dalla legislazione vigente. L’Iva sarà comunque aumentata a partire dal luglio 2013 ma di un solo punto percentuale .
- Gli altri obiettivi sono i nuovi incentivi per l’aumento della produttività;
- le garanzie per gli esodati;
- la copertura del quadro esigenziale dei Ministeri per il 2013;
- il pagamento degli arretrati delle PA. Per realizzarli sono previsti tre strumenti. Il primo strumento è la revisione della spesa pubblica (spending review); il secondo comprende degli interventi fiscali in materia bancaria e assicurativa; il terzo, infine, riguarda l’imposta sulle transazioni finanziarie
Approvato inoltre, il secondo capitolo delle disposizioni per la revisione della spesa pubblica (spending review). Le nuove misure confermano l’azione avviata dal Governo il 5 luglio: razionalizzare la spesa pubblica, migliorare l’efficienza delle amministrazioni e mantenere inalterata la qualità dei servizi per i cittadini.
La prima fase della spending ha garantito un risparmio di circa 4,4 miliardi per il 2012, 10,3 miliardi per il 2013 e 11,2 miliardi per il 2014. La spesa censita alla quale fanno riferimento questi risparmi è pari a circa 60 miliardi di acquisto di beni e servizi. Le nuove misure di razionalizzazione della spesa pubblica si basano su un censimento di spesa “aggredibile” pari a circa 50 miliardi: 11 miliardi per l’acquisto di farmaci, 7 miliardi per i dispositivi medici e 32 miliardi di acquisti per gli investimenti. L’importo censito nelle due fasi della spending è di 110 miliardi, circa il 65% della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi.
Un capitolo importante del provvedimento riguarda i controlli dei bilanci delle Pubbliche Amministrazioni. In particolare verrà rafforzata la capacità di controllo sui bilanci degli enti locali, che farà leva sulla Corte dei Conti, sui servizi ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato e sulla Guardia di Finanza.
Via libera, infine anche alla riforma del Titolo V della Costituzione, relativo ai rapporti tra Stato e Regioni.
L’intervento riformatore si incentra anzitutto sul principio dell’unità giuridica ed economica della Repubblica come valore fondamentale dell’ordinamento, prevedendo che la sua garanzia, assieme a quella dei diritti costituzionali, costituisce compito primario della legge dello Stato, anche a prescindere dal riparto delle materie fra legge statale e legge regionale.
Sono previste alcune innovazioni particolarmente incisive. Si inseriscono nel campo della legislazione esclusiva dello Stato alcune materie che erano precedentemente considerazione della legislazione concorrente: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la disciplina dell’istruzione, il commercio con l’estero, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia.
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