Sull’autorevole sito economico Lavoce.info ho letto un bellissimo articolo scritto da Daniela del Boca, Ph.D. Università di Wisconsin-Madison, Professore di Economia alla Università di Torino sul congedo di paternità e sulla utilità di un suo prolungamento.
L’articolo apparso inizialmente su www.ingenere.it affronta il tema del congedo di paternità obbligatorio, ancora molto trascurato in Italia, ma che invece sarebbe necessari per avviare un percorso di riequilibrio sul mercato del lavoro e di maggiore uguaglianza di genere nella famiglia. E per dare ai figli l’opportunità di costruire un rapporto diretto con i padri.
In Italia al momento è in vigore il decreto 22 dicembre 2012 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 37 del 13 febbraio 2013 contenente le modalità di fruizione del congedo di paternità obbligatorio (un giorno) e facoltativo (uno o due giorni).
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Nella legge di stabilità 2016 vi è un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato ha prolungato al 2016 la sperimentazione del congedo di paternità obbligatorio e ne ha raddoppiato la durata a due giorni obbligatori (più altri due facoltativi). Ma sono ancora troppo pochi, leggiamo le ragioni in questo utilissimo articolo.
Perché serve un congedo di paternità più lungo
Individuale, non trasferibile e ben retribuito: sono le caratteristiche di un congedo parentale efficace. Per avviare un percorso di riequilibrio sul mercato del lavoro e di maggiore uguaglianza di genere nella famiglia. E per dare ai figli l’opportunità di costruire un rapporto diretto con i padri.
Tempo ben investito
Le ricerche sullo sviluppo del capitale umano mostrano che i legami più importanti, le influenze più significative e durature nel tempo si creano e si rafforzano nei primi anni di vita. I rapporti con le mamme si stabiliscono anche prima di nascere, ma quelli con i padri possono crearsi a volte molto più tardi nel ciclo di vita.
Come mostrano molte delle ricerche avviate da James Heckman, per ogni investimento in capitale umano è cruciale il timing e l’investimento di tempo dei padri quando i bambini sono in primissima età aiuta il loro sviluppo cognitivo negli anni seguenti, con una “produttività” non molto diversa da quella delle mamme.
Per le bambine, la presenza di un padre attivo, che divide equamente il lavoro familiare con la mamma, può diventare anche un importante modello positivo e incoraggiare le loro aspirazioni. Altre ricerche mostrano che la collaborazione dei padri nelle attività familiari e di cura dei figli può anche aiutare a conciliare lavoro e famiglia, sostenere i tassi di fertilità e l’offerta di lavoro delle mamme. Il congedi di paternità hanno proprio l’obiettivo di avviare e sostenere un percorso di riequilibrio sul mercato del lavoro e di maggiore uguaglianza di genere nella famiglia.
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