La Camera, con 393 si, 74 no e 46 astenuti, ha approvato in via definitiva il testo della riforma del mercato del lavoro che diventa così legge dello Stato.
Una legge a dir poco importante quella appena approvata che, sicuramente cambierà il modo degli Italiani di vedere il mondo del lavoro che, continuerà a trovare sostenitori e oppositori e, sarà oggetto di discussioni per lungo tempo.
La riforma Fornero si propone di realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico, atto ad aumentare l’occupazione, in particolare di giovani e donne; a ridurre i tempi della transizione tra scuola e lavoro e tra disoccupazione e occupazione; a contribuire alla crescita della produttività; a stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, anche attraverso il sostegno all’occupabilità dei lavoratori; a creare un sistema di tutele più universalistico.
La riforma individua alcune macro-aree di intervento, in cui sono coinvolti gli istituti contrattuali, le tutele dei lavoratori nel caso di licenziamento illegittimo, la flessibilità e le coperture assicurative, i fondi di solidarietà, l’equità di genere e le politiche attive.
Una prima area riguarda la razionalizzazione degli istituti contrattuali esistenti.Il nuovo impianto attribuisce massimo valore all’apprendistato che diviene il “trampolino di lancio” verso la maturazione professionale dei lavoratori. Si introduce, a tal fine, un meccanismo che collega l’assunzione di nuovi apprendisti al fatto di averne stabilizzati una certa percentuale nell’ultimo triennio. Se ne prevede una durata minima, ferma restando la possibilità di durate inferiori per attività stagionali, ampliandone la possibilità di utilizzo attraverso l’innalzamento del rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati.
La seconda area di intervento riguarda le tutele del lavoratore nel caso di licenziamento illegittimo. Con la riforma si riduce l’incertezza che circonda gli esiti dei procedimenti eventualmente avviati in caso di licenziamento per motivi economici.
A tal fine, si introduce una precisa delimitazione dell’entità dell’indennità risarcitoria eventualmente dovuta e si eliminano alcuni costi indiretti dell’eventuale condanna (ad esempio le sanzioni amministrative dovute a fronte del ritardato pagamento dei contributi sociali). È prevista, infine, l’introduzione di un rito procedurale abbreviato per le controversie in materia di licenziamenti, che ridurrà ulteriormente i costi indiretti dei medesimi.
La terza area di intervento riguarda il sistema degli ammortizzatori sociali. La principale novità del sistema degli ammortizzatori sociali, consiste nell’ introduzione dell’Assicurazione sociale per l’impiego (ASpI) in sostituzione dell’indennità di mobilità, di disoccupazione agricola non ordinaria, di disoccupazione con requisiti ridotti e dell’indennità di disoccupazione speciale edile.
Contemporaneamente, si prevede un’ulteriore misura di potenziamento dell’istituto dell’assicurazione contro la disoccupazione, estendendone l’accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie d’impiego attualmente escluse (ad esempio gli apprendisti). Resta ferma la normativa in materia di cassa integrazione ordinaria, mentre viene rivisitata la normativa in tema di Cassa integrazione straordinaria.
La quarta area è riservata all’equità di genere con norme per contrastare le dimissioni in bianco e altre norme per favorire una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli e di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.con l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio e il finanziamento di specifiche iniziative a favore delle madri lavoratrici.
Infine una serie di norme relative alle politiche attive, i servizi per l’impiego e la formazione professionale. In linea con le indicazione dell’Unione Europea, si disciplina infine il cosiddetto apprendimento permanente. La materia prevede una delega in particolare per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali e informali.