La Camera ha approvato con 324 voti favorevoli e 108 voti contrari il disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2015). Il disegno di legge passa ora all’esame del Senato.
Il Disegno di Legge di Stabilità 2015 è stato approvato dalla Commissione Bilancio della Camera la scorsa settimana. Durante questo passaggio sono state apportate modifiche al disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 ottobre sulla base delle osservazioni formulate da parte della Commissione europea. Inoltre durante l’esame in Commissione sono passati numerosi emendamenti al testo del disegno di legge, come trasmesso dal Governo alla Camera.
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Fra le numerose misure contenute all’interno del testo approvato dalla Camera sono certamente da menzionare, in quanto riguardano direttamente o indirettamente la materia del lavoro, Misure per la crescita, Occupazione, Politiche sociali e per la famiglia, Previdenza, Pubblico impiego e amministrazioni pubbliche e Rimodulazione del prelievo fiscale.
Novità in materia di lavoro, tasse e sostegno al reddito
A decorrere dal 1° luglio 2015, la quota non sottoposta a tassazione dei buoni pasto è elevata da 5,29 euro a 7 euro, nel solo caso in cui essi siano in formato elettronico.
È stata estesa al 2015 la possibilità di compensare le cartelle esattoriali in favore delle imprese titolari di crediti certificati nei confronti della PA.
È stata introdotta l’IVA al 4% anche per gli eBook.
È stata rifinanziata la c.d. legge Sabatini, che prevede finanziamenti agevolati per gli investimenti in specifici beni di impresa.
Si rende strutturale, ma sotto forma di detrazione, il credito d’imposta IRPEF introdotto dal decreto-legge n. 66 del 2014 in favore dei lavoratori dipendenti e dei percettori di taluni redditi assimilati, cosiddetto bonus 80 euro in busta paga, originariamente introdotto per il solo anno 2014.
Si introduce l’erogazione del TFR in busta paga in via temporanea per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria.
Si rende integralmente deducibile dall’IRAP il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato che eccede le vigenti deduzioni. Vengono però ripristinate le aliquote IRAP più alte, antecedenti a quelle introdotte dal decreto legge n. 66 del 2014. (Sconti IRAP introdotti dal Governo Letta). Questa agevolazione è stata inoltre estesa al settore agricoltura a determinati requisiti.
Si disciplina un nuovo regime forfetario agevolato per i cd. “minimi”, ovvero gli esercenti attività d’impresa e arti e professioni in forma individuale, con l’aliquota del 15%. Sono previste soglie di ricavi diverse a seconda del tipo di attività esercitata, che variano da 15.000 euro per le attività professionali a 40.000 per il commercio. In quesato ambito si prevede inoltre la facoltà, per artigiani e commercianti, esercenti attività di impresa, di usufruire di uno specifico regime agevolato ai fini contributivi, nel quale, esclusa l’applicazione della contribuzione previdenziale minima, si adotta una modalità di calcolo dei contributi basata su una percentuale del reddito dichiarato.
Viene introdotto uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato decorrenti dal 1° gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015, e consiste nell’esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua, per un periodo massimo di trentasei mesi.
In tema di politiche sociali e per la famiglia si interviene sia con misure più specificamente destinate ai nuclei familiari, quali la corresponsione, a determinate condizioni di reddito, di un assegno per i nuovi nati, cd. Bonus Bebè. In sede referente si è stabilito che l’assegno sia corrisposto a condizione l’ISEE della famiglia non sia superiore a 25.000 euro annui, e che il suo importo sia raddoppiato quando l’ISEE non sia superiore ai 7.000 euro annui;
In sede referente è stato ridotto a 75 milioni di euro (dai 150 milioni previsti dal disegno di legge) il taglio delle risorse destinate per il 2015 al finanziamento dei Patronati.
Si proroga fino al 31 dicembre 2015 il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego.