Come avrete senz’altro appreso stamattina la nuova riforma del lavoro targata Renzi-Poletti è stata approvata dalla Camera.
Il Disegno di Legge di delega al Governo in materia di lavoro e politiche sociali, meglio conosciuto come Jobs Act, è passato ieri sera in assemblea alla Camera, senza voto di fiducia, con 316 favorevoli e 6 contrari, ma con buona parte della Camera che non ha partecipato al voto.
Il testo licenziato in prima istanza dal Senato ha subito numerose modifiche in commissione lavoro alla Camera, quindi per essere approvato definitivamente avrà bisogno di ulteriore approvazione al Senato, in cui probabilmente verrà posta la fiducia. In caso di approvazione quindi questo sarà il testo definitivo della Legge di delega sul lavoro.
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Le modifiche apportate in Commissione Lavoro della Camera.
Nel corso dell’esame in Commissione Lavoro alla Camera, come detto sopra, sono state apportate numerose modifiche al testo trasmesso dal Senato. Fra le più importanti ricordiamo le modifiche ai criteri di delega in materia di ammortizzatori sociali e politiche attive, di forme contrattuali flessibili, di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e di pari opportunità.
Circa gli ammortizzatori sociali è stato previsto che le integrazioni salariali siano precluse solo nel caso in cui la cessazione dell’attività aziendale (o di un ramo di essa) sia definitiva; inoltre i meccanismi standardizzati per la concessione di ammortizzatori sociali dovranno essere necessariamente definiti a livello nazionale.
E’ stata introdotta la possibilità di acquisizione delle imprese in crisi da parte dei dipendenti. Per quanto concerne le forme contrattuali flessibili è stato di fatto previsto, nell’ambito dell’attività di riordino, il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative. E’ stata inoltre prevista l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione.
Ma le modifiche più importanti, che hanno destato più polemiche, riguardano la L. 300/1970 ovvero lo Statuto dei Lavoratori.
La modifica di maggiore rilievo ha riguardato la disciplina dei licenziamenti illegittimi nell’ambito del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio. In particolare, la possibilità di reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro è stata esclusa per i licenziamenti economici, mentre per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari ingiustificati è stata limitata a “specifiche fattispecie”. Resta invariata la disciplina vigente per i licenziamenti nulli e discriminatori, a fronte dei quali la reintegra è sempre ammessa.
Con riferimento ai controlli a distanza sui lavoratori, è stato specificato che la revisione della disciplina vigente riguarda unicamente i controlli sugli impianti e sugli strumenti di lavoro.
Allegato
DISEGNO DI LEGGE presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (RENZI) e dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali (POLETTI) approvato dal Senato della Repubblica nella seduta pomeridiana dell’8 ottobre 2014 modificato dalla Camera dei deputati il 25 novembre 2014 Trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 25 novembre 2014
Testo del jobs act, trasmesso dalla Camera al Senato (740,5 KiB, 2.863 hits)