Con 231 voti favorevoli, 33 contrari e 9 astenuti, il Senato ha approvato il disegno di legge “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” che ora passa all’esame della Camera dei deputati.
Nella giornata del 30 maggio, il governo aveva posto quattro fiducie su altrettanti emendamenti, che riformulavano gli originari articoli del disegno di legge, con le modifiche apportate in commissione lavoro.
In mattinata l’aula di Palazzo Madama ha continuato con la fiducia al terzo emendamento interamente sostitutivo degli articoli dal 41 al 54. A favore si sono espressi 239 senatori, 31 i contrari, un astenuto.
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Soddisfatto il presidente del consiglio Mario Monti che, ai giornalisti presenti ha parlato della riforma come di una legge “di profonda struttura”, che “è stata accompagnata da un dibattito intenso”, profondo e ”giusto”.
L'”obiettivo della riforma del lavoro ma anche quello dell’attività di governo” è quello di mandare un messaggio “di fiducia ai giovani” anche se, in questo momento “non è facile parlare di fiducia, ma i giovani devono sapere che l’Italia è governata, non per cercare il plauso delle categorie, ma il bene dei giovani”.
“Credo che il governo debba guardare soprattutto alle valutazioni che vengono da organismi imparziali, come quelle date dalla Commissione Ue e dall’Ocse che hanno sottolineato l’importanza di questa riforma nel contesto di altre, come quella sulle pensioni. Mi rallegro con il ministro Fornero -ha precisato – perché questa riforma, come quella delle pensioni, è un esempio sul piano internazionale”.
Voto di fiducia che è stato mal digerito dalla CGIL che per bocca di Danilo Barbi, Segretario Confederale della CGIL, parla di “un pasticcio inestricabile, un groviglio legislativo che non risolve alcuni problemi (anche se ci sono state novità positive) e peggiora la situazione in molti punti: non c’è una riduzione reale delle forme di precarietà e già questo rende inverosimile pensare all’apprendistato (su cui pure noi in teoria siamo d’accordo) come asse centrale dell’accesso al lavoro”.
Vedremo cosa accadrà alla Camera. Nel frattempo, analizzeremo nel dettaglio le modifiche apportate e il contenuto della riforma dopo l’approvazione del Senato.