Il personale domestico non sfugge all’obbligatorietà di esibire il green pass, ossia il certificato verde. Quindi, anche le colf e badanti per poter prestare la propria attività lavorativa, dovranno aver completato il ciclo vaccinale. Ma c’è di più: in caso, ad esempio, di colf e badanti conviventi, ossia che godono anche di vitto e alloggio da parte del datore di lavoro, vi è l’obbligo di abbandonare l’alloggio in cui vive abitualmente in assenza di green pass. Inoltre, laddove la stessa risulti positiva al Coronavirus, deve obbligatoriamente osservare il periodo di quarantena presso l’abitazione del datore di lavoro, fino ad avvenuta guarigione.
I chiarimenti sono giunti per mezzo delle faq del Governo sul green pass che vengono aggiornate giornalmente. Si ricorda, al riguardo, che l’obbligatorietà del certificato verde è scattato lo scorso 15 ottobre, e durerà fino alla fine del periodo emergenziale, attualmente posto al 31 dicembre 2021.
Badante senza green pass: cosa rischia
Come noto, dal 15 ottobre 2021, tutti i lavoratori dipendenti e pubblici devono aver completato il ciclo vaccinale per poter entrare nel luogo di lavoro. A tale obbligo non viene sottratto il personale domestico. A chiarirlo sono le faq del Governo, le quali affermano precisamente che “se la badante non possiede il green pass non potrà accedere al luogo di lavoro”.
Ma cosa rischia se la badante o colf non ha il green pass?
Ebbene innanzitutto, come appena detto, non può entrare nel luogo di lavoro. Inoltre, se convivente, ossia dimora presso l’abitazione del datore di lavoro, deve immediatamente abbandonare l’alloggio in cui vive abitualmente.
Difatti, vitto e alloggio sono prestazioni in natura aventi natura retributiva sicchè, alla luce della disciplina legale e della corrispettività del rapporto di lavoro domestico, è corretta la mancata attribuzione delle stesse in virtù della mancata esecuzione della controprestazione lavorativa.
Per chi va al lavoro senza green pass inoltre scatta la multa che va dai 600 ai 1.500 euro, quindi anche per colf e badanti.
Alta conseguenza, che vale anche per tutti gli altri lavoratori, è la perdita della retribuzione e di ogni altro emolumento connesso per il periodo di assenza. Tuttavia, il lavoratore senza green pass non subirà conseguenze disciplinari e manterrà il posto di lavoro.
Sostituzione badante senza certificato verde: quando
Il Governo, inoltre, affronta la fattispecie in cui la badante – per soli 5 giorni – non fornisce un green pass valido. In tal caso, il datore di lavoro può procedere alla sua sostituzione per 10 giorni, rinnovabili una volta? In caso affermativo, la badante da sostituire è convivente con il datore di lavoro (o con un suo familiare che beneficia della prestazione lavorativa), deve lasciare l’alloggio alla sostituta?
Sul punto, afferma la badante, resta impregiudicato il prevalente diritto della persona assistita di poter fruire senza soluzione di continuità della assistenza necessaria ricorrendo ad altro idoneo lavoratore. Se la badante è convivente con il datore di lavoro dovrà quindi abbandonare l’alloggio.
Badante positiva al covid: cosa succede?
Se la badante convivente, pur in possesso di green pass, risulta positiva, dove deve trascorrere la quarantena?
A questa domanda, il Governo non ha dubbi: la normativa vigente prevede il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena. Se la badante è convivente non potrà chiaramente allontanarsi dalla casa nella quale vive.
Controllo green pass colf e badante: soggetto incaricato
Chi controlla il green pass ai collaboratori domestici, colf, badanti e baby sitter? Tale obbligo spetta chiaramente al familiare della persona assistita.
Potrebbero esserci dunque dei chiari problemi organizzativi per i controlli del green pass di colf e badanti che possono essere effettuati con la app “VerificaC19”.
Il datore di lavoro che non controlla il green pass può essere sottoposto a una sanzione che va dai 400 fino ai 1.000 euro.
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