Con l’approvazione definitiva del Senato il Family Act è Legge, vediamo insieme cosa prevede e quali sono le misura più importanti per le famiglie dei lavoratori. Sostenere la genitorialità e favorire l’occupazione femminile mettendo in campo strumenti che possano migliorare la distribuzione dei carichi di cura all’interno delle famiglie. È questo sostanzialmente l’intento principale che si vuole raggiungere con il “Family Act”, che prevede una serie di misure per riequilibrare il rapporto che lega lavoro e famiglia.
Il disegno di legge, si ricorda, è stato approvato in via definitiva il 6 aprile 2022 al Senato, e contiene numerosi punti, quali: la rivisitazione dei congedi parentali, la tutela della genitorialità, misure per favorire l’occupazione femminile, l’assegno unico, ecc.
Vediamo quindi in dettaglio i punti essenziali del provvedimento e come s’inseriscono le nuove norme nel nell’attuale contesto.
Congedo parentali: le novità
Uno dei pilatri del Family Act è senz’altro la rivisitazione del congedo parentale. Le modifiche, spiega il testo, dovranno essere apportate entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del Ddl. Sul punto, l’UE è molto attiva tant’è che il Governo aveva già approvato lo scorso 31 marzo uno schema di D.Lgs. che recepiva la Direttiva 2019/1158. Tale Direttiva, in particolare, favoriva la cd. “parità di genere” sia in abito lavorativa che familiare.
Ma quali sono i punti essenziali della riforma del congedo parentale? Ebbene, il disegno di legge traccia fondamentalmente alcuni punti centrali che possono essere così riassunti:
- modalità di fruizione flessibile dei congedi parentali, sempre in linea con i CCNL di settore, con canale preferenziale per i nuclei familiari con monogenitore;
- introduzione di almeno 5 ore di permessi retribuiti per colloqui scuola famiglia e per accompagnare le donne in stato di gravidanza alle visite mediche a tutela della maternità;
- allargamento delle tutele sulla genitorialità anche per i lavoratori autonomi e liberi professionisti;
- estensione dei congedi parentali ai genitori con figli di età superiore a 14 anni di età (finora il limite era posto a 12 anni d’età);
- introduzione di 2 mesi di congedo parentale per ogni figlio e premialità in caso di distribuzione equa tra i genitori.
Congedo papà di 10 giorni: equiparazione tra privati e pubblici
Altro punto fondamentale del Family Act è il congedo di paternità (anche detto congedo papà). Al riguardo, si ricorda, che l’UE ha delineato un percorso da seguire con la menzionata direttiva. Infatti, il Governo ha introdotto nel corso degli anni numerose novità. Si rammenta che, a decorrere dal 2017 ad oggi, i lavoratori padri sono passati da 2 giorni di congedo obbligatorio a 10 giorni. Congedi che sono chiaramente retribuiti dal datore di lavoro. Ma c’è di più: grazie alla recente Legge di Bilancio 2022 (L. n. 234/2021), i 10 giorni di congedo sono divenuti strutturali. Pertanto, non c’è più bisogno che annualmente il Governo comunichi il via libera al congedo.
Ora, con il Family Act, il Governo compie un ulteriore passo in avanti. Nello specifico, le novità sono due:
- equiparazione dei dipendenti del privato con quelli della P.A.;
- allargamento del periodo di astensione dal lavoro fino a 90 giorni lavorativi.
Occupazione femminile: maggiore equiparazione
Nel Family Act non poteva non mancare l’equiparazione tra donna e uomo sul fronte famiglia, poiché spesso i carichi di cura di essa sono affidati alle donne.
Quindi, entro 24 mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, è necessario adottare uno o più decreti legislativi per:
- il riordino ed il rafforzamento delle misure volte ad incentivare il lavoro femminile;
- rafforzare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Ciò può avvenire sostanziale adottando due semplici misure:
- ridistribuire i carichi di cura all’interno delle famiglie: questo punto sarà attuato mediante l’introduzione di nuove detrazioni o deduzioni, sulla base dell’ISEE, per le spese sostenute per servizi domestici o assistenza di familiari;
- favorire la permanenza, il ritorno o l’ingresso delle donne sul mercato del lavoro. Quest’ultimo punto sarà adottato mediante agevolazioni per le imprese, come ad esempio la decontribuzione, per le sostituzioni di maternità. Ma non solo: è previsto che una quota destinata Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese riservata specificamente alle nuove imprese femminili. Inoltre, saranno finanziati corsi di formazione in materia finanziaria delle imprenditrici e alla digitalizzazione delle imprese.