Come è noto, il Milleproroghe è il provvedimento con il quale si rinviano i termini in scadenza, dagli adempimenti alle agevolazioni, e si dispone altresì il posticipo dell’entrata in vigore di disposizioni normative. Ebbene dopo l’approvazione del testo al Senato del 15 febbraio, il Governo ha poi posto la questione di fiducia alla Camera sul dl Milleproroghe. Il provvedimento è stato poi approvato dalla Camera con voto di fiducia il 23 febbraio scorso, quindi non sono state apportate modifiche rispetto al testo approvato al Senato.
Nella Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2023 è stata pubblicata la Legge 24 febbraio 2023, n. 14 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (Decreto Milleproroghe 2023), recante “disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l’esercizio di deleghe legislative”. Qui il TESTO COORDINATO con Decreto-Legge e Legge di Conversione.
In sede di conversione il Parlamento ha votato circa 100 emendamenti, ma facciamo il punto sulle novità di maggior interesse sul fronte lavoro e Fisco. Che cosa c’è di rilievo nell’iter finale relativo al Milleproroghe 2023? Vediamolo insieme.
Milleproroghe 2023: novità per il lavoro
Nella giornata di mercoledì 15 febbraio vi è stato l’ok del Senato al decreto Milleproroghe che è giunto nel pomeriggio di martedì 14 a palazzo Madama. Come accennato, la valutazione dell’articolato testo – che contiene tra l’altro anche norme sui balneari, sulla sanità, sulla pace fiscale e gli enti locali – sta proseguendo per ogni singolo emendamento, anche se il tempo non è molto e occorre convertire il decreto entro il 27 febbraio, senza dimenticare lo step dell’esame della Camera in seconda lettura.
Se consideriamo le modifiche al decreto approvate dalle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio, ciò che attiene al mondo del lavoro indica tre importanti novità – eccole di seguito:
- la riapertura dei termini per permettere alle aziende di sfruttare il Fondo nuovo competenze per formare i propri lavoratori subordinati;
- la possibilità di tenere i lavoratori con contratti di somministrazione fino al 2025 anche oltre i 24 mesi previsti;
- la norma sullo smart working la quale, nella versione votata dall’Aula di palazzo Madama, sembra dare luogo ad una disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati.
Riguardo all’ultimo punto c’è chi ha sottolineato che la disparità è in questi termini: per quanto riguarda i dipendenti privati il lavoro agile potrà essere previsto dal 28 febbraio prossimo (giorno di entrata in vigore della legge di conversione del Milleproroghe) fino al prossimo 30 giugno, sia a favore dei lavoratori fragili sia a favore di quelli che abbiano almeno un figlio under 14. Mentre per quanto riguarda i dipendenti pubblici, lo smart working sarà previsto solo a favore dei lavoratori con fragilità.
Nella mattinata del 15 febbraio vi è poi anche la notizia della bocciatura dell’emendamento per la proroga dei contratti dell’organico aggiuntivo docenti e ATA, ex Organico Covid.
Fondo nuove competenze: alcune precisazioni
Le commissioni presso il Senato hanno approvato anche la proroga della regola che implica, per i contratti di somministrazione a tempo determinato, la facoltà di impiego del lavoratore in missione per periodi maggiori di 24 mesi anche non continuativi, senza che questo comporti in capo all’utilizzatore stesso l’avvio di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. In particolare la proroga vale secondo un’efficacia prolungata dal 30 giugno 2024 al 30 giugno 2025.
Inoltre, grazie ad un altro emendamento al Milleproroghe è estesa a tutto l’anno in corso l’operatività del Fondo nuove competenze: si tratta di una modifica del decreto Rilancio secondo cui i contratti collettivi firmati a livello aziendale o territoriale potranno includere, anche per il 2023, accordi di rimodulazione di parte dell’orario di lavoro per consentire al personale la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze, in rapporto a nuove esigenze organizzative e produttive dell’azienda. In particolare la spesa per le ore di formazione, contributi previdenziali e assistenziali compresi, sarà a carico del Fondo, nel limite di 230 milioni di euro.
Milleproroghe 2023: novità bonus edilizi e concessioni balneari
Secondo quanto previsto dalla legge di conversione del decreto Milleproroghe, abbiamo anche lo spostamento in avanti della data di scadenza per inviare all’Amministrazione finanziaria le comunicazioni utili a muovere i crediti di imposta legati ad opere di ristrutturazione edilizia. Si tratta di una modifica che ben si comprende alla luce del blocco delle cessioni, che da molto tempo sta pesando su tutto il mercato.
In particolare, la detta proroga attiene alle spese effettuate lo scorso anno e alle rate rimanenti non fruite delle detrazioni legate alle spese effettuate nel 2020 e nel 2021. In base a quanto previsto nell’emendamento, la comunicazione per l’esercizio delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito, correlata alle opere svolte sia sulle singole unità immobiliari, sia sulle parti comuni degli edifici, potrà dunque essere fatta pervenire agli uffici delle Entrate entro il 31 marzo prossimo.
Infine, per quanto riguarda i balneari, a seguito degli emendamenti al Milleproroghe le commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato hanno dato il via libera ad un’ulteriore proroga di un anno delle concessioni in essere, e dunque fino al 31 dicembre 2024. Questa data però può slittare di un ulteriore anno in riferimento a situazioni specifiche dei singoli Comuni.
Testo Legge di conversione Milleproroghe 2023 e testo coordinato
Alleghiamo infine il link al testo della Legge 24 febbraio 2023, n. 14 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (Decreto Milleproroghe 2023), recante “disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l’esercizio di deleghe legislative” . Qui il TESTO COORDINATO con Decreto-Legge e Legge di Conversione.