In questi giorni stà andando in onda in TV lo spot istituzionale “Diritto al futuro: accesso al mutuo per le giovani coppie con contratti atipici”, promosso dal precedente Governo ed in particolare dall’ex-Ministero per la Gioventù, attuale Dipartimento per la Gioventù, che fa capo al Ministero per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione.
Il fondo è stato istituito a settembre dello scorso anno e il suo scopo è di aiutare giovani coppie con un reddito sufficiente ma di natura precaria, ad ottenere un mutuo per l’acquisto della prima casa, anche se queste sono prive delle garanzie abitualmente richieste dalle banche. Sono note infatti le difficoltà di chi ha un reddito stabile, ma derivante da contratti atipici e precari ad ottenere un mutuo per l’acquisto della prima casa, senza avere le spalle adeguatamente coperte (ovvero senza l’aiuto di un garante!).
La normativa stabilisce che il finanziamento può essere richiesto dalle giovani coppie sposate, con o senza figli o dai nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori. Entrambi i componenti il nucleo familiare beneficiario del finanziamento possono avere al massimo 35 anni e un reddito ISEE complessivo non superiore a 35 mila euro.
Altro requisito da rispettare è che non più del 50% del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF deve derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Infine i componenti del nucleo familiare non devono risultare proprietari di altri immobili ad uso abitativo.
L’immobile per il quale si chiede il finanziamento agevolato deve essere adibito ad abitazione principale, non deve essere appartenere alle categorie di abitazioni signorili, ville, castelli, palazzi e non deve avere le caratteristiche di lusso indicate nel decreto del Ministero dei lavori pubblici in data 2 agosto 1969. La superficie dell’immobile infine non deve superare i 90 metri quadri.
L’ammontare del finanziamento non deve essere superiore a 200.000 euro e il tasso applicato e le condizioni del mutuo sono stabilite dai singoli istituti bancari entro i parametri consentiti dall’accordo tra il Dipartimento della Gioventù e l’ABI. Lo stato garantirà il 50% della quota capitale del mutuo concesso e in ultimo le banche non potranno richiedere garanzie ulteriori oltre l’ipoteca sull’immobile.
Maggiori info: www.diamoglifuturo.it/fondo-casa