Si parla da diversi mesi del Decreto Lavoro, un intervento del Governo, ed in particolare del Ministro del Lavoro Calderone, da cui prende anche il nome, di ampio raggio che va ad includere diversi aspetti che riguardano il lavoro: dallo smart working all’assegno di inclusione, dalle novità sui contratti a tempo determinato agli indennizzi in caso di incidenti sul lavoro.
La bozza del testo di legge di conversione del decreto ha subìto diverse variazioni, in base ai singoli emendamenti proposti, tuttavia entro il 3 luglio 2023 il testo definitivo del decreto dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il testo è stato approvato prima dal Senato, e nella serata del 27 giugno 2023 la Camera ha approvato la fiducia per la definitiva conversione in Legge.
Tra le ultime novità rispetto al testo del Decreto-Legge Lavoro approvato in CdM il 1 maggio scorso troviamo: l’estensione dell’assegno di inclusione, dal 2024, a nuove categorie di beneficiari, cambiamenti sul rinnovo dei contratti a termine, ovvero a tempo determinato, alcune novità sulle assunzioni in somministrazione, novità per gli ex voucher e altre novità che elenchiamo in breve qui di seguito. Tra tutti i provvedimenti per il lavoro, viene preso in considerazione anche la proroga dello smart working.
Aggiornamento: è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 del 3 luglio 2023, la Legge 3 luglio 2023, n. 85, di conversione con modificazioni, del decreto legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.
Vediamo in questo articolo le ultime novità con la conversione in Legge del Decreto Lavoro.
Il Decreto Lavoro diventa legge: gli emendamenti
Tra tutti gli emendamenti previsti dal Decreto Lavoro, alcuni sono stati abbozzati già da diverse settimane, mentre altri sono stati inseriti successivamente, grazie anche ai correttivi applicati.
Vediamo qui alcuni dei principali punti trattati dal Decreto Lavoro, per poi andare ad approfondire soprattutto le ultime novità.
Il Reddito di Cittadinanza diventa Assegno di Inclusione
Addio al reddito di cittadinanza a partire dal 31 dicembre 2023, con l’arrivo dell’assegno di inclusione. Il governo già da tempo aveva annunciato le intenzioni di superare questa misura, sostituendola con una che predilige gli interventi per favorire l’inserimento lavorativo.
La nuova misura sarà applicata con specifici parametri, e si prevede di fatto una diminuzione dei soggetti beneficiari. L’ISEE per accedervi è di 9.360 euro, ma devono anche essere rispettati alcuni requisiti reddituali specifici e legati al patrimonio.
Questa misura verrà destinata secondo le ultime modifiche anche a chi si trova in condizioni di svantaggio, in appositi programmi di cura e assistenza di servizi socio sanitari. Viene incrementato inoltre, secondo le ultime novità del Decreto Lavoro, un parametro della scala di equivalenza che contribuisce al calcolo dell’assegno.
Una delle ultime novità riguarda anche il Supporto Formazione Lavoro, per gli occupabili, disponibile a partire da settembre 2023. Inizialmente questo supporto era ipotizzato solo per chi non rientrava nei beneficiari dell’Assegno di Inclusione, tuttavia è stato esteso secondo le ultime decisioni anche a questa categoria.
Per ciò che invece riguarda le offerte di lavoro proposte, per chi ha figli under 14 l’obbligo di accettare la prima offerta è presente solo se questa è entro 80 km dalla residenza oppure 120 minuti con i mezzi pubblici. Infine, le donne vittime di violenza possono accedere al nuovo assegno rientrando in un nucleo familiare indipendente con ISEE autonomo.
Contratti di lavoro, le ultime novità del Decreto Lavoro
Con il Decreto Lavoro cambiano anche alcuni aspetti dei contratti di lavoro, primi tra tutti quelli a tempo determinato. I contratti potranno essere rinnovati senza causali fino ad un massimo di 12 mesi dalle aziende.
Possono essere rinnovati ulteriormente fino a 24 mesi purché vi siano delle causali specifiche spiegate dall’azienda, ovvero i rinnovi senza applicare subito il contratto indeterminato devono essere giustificati da esigenze temporanee e straordinarie, per motivi di tipo tecnico, organizzativo e produttivo, o per la sostituzione di altri lavoratori.
Questa misura è stata fortemente criticata, perché se da un lato sostiene le imprese, dall’altro lato rischia di portare a maggiore precarietà per i lavoratori dipendenti, che possono assistere a più rinnovi di un contratto determinato prima dell’assunzione a tempo indeterminato.
Ulteriori novità arrivano anche per ciò che riguarda il lavoro in somministrazione: vengono cancellati i limiti quantitativi di personale assunto tramite agenzie di somministrazione del lavoro, che al momento attuale sono previsti al 20% per i lavoratori in apprendistato e per le assunzioni di lavoratori che si trovano in mobilità, che sono disoccupati o svantaggiati.
Per ciò che riguarda le aziende, si parla ancora di fringe benefit detassati, ovvero di tutte quelle erogazioni aggiuntive allo stipendio in busta paga, che le aziende possono scegliere di garantire ai propri dipendenti. A questo proposito il Governo stanzia fondi ulteriori per il 2023 per garantire fringe benefit detassati fino a 3.000 euro ai lavoratori con figli.
Decreto Lavoro e smart working
Un punto centrale del Decreto Lavoro riguarda lo smart working, per cui di fatto il lavoro agile viene prorogato, senza la necessità di accorrere ad uno specifico accordo tra le parti, fino al 31 dicembre 2023 per alcune particolari categorie di beneficiari.
Si tratta da un lato dei lavoratori fragili, ovvero coloro che sono più esposti dal rischio di un possibile contagio, e dall’altro lato dei lavoratori che hanno figli a carico di età inferiore a 14 anni. Per entrambe le categorie di lavoratori il lavoro da remoto è prorogato fino alla fine dell’anno senza accordi specifici, rispetto alla precedente scadenza del 30 giugno 2023.
Questa proroga non coinvolge invece le altre categorie di lavoratori, che possono lavorare in smart working solamente se sono presenti accordi specifici con l’azienda. Per i lavoratori nelle Pubbliche Amministrazioni invece viene prevista solamente la proroga fino a fine anno peri lavoratori considerati fragili.
Leggi anche: Smart working, cosa cambia dal 1 luglio 2023? Ipotesi ulteriore proroga, ma non per tutti
Altri provvedimenti con il Decreto Lavoro
Dopo aver visto quali sono le principali aree di intervento del Decreto Lavoro, vediamo da vicino quali sono gli altri emendamenti che sono stati previsti per il testo definitivo:
- Bonus Estate 2023: si parla di un sostegno per i lavoratori del settore del turismo, per cui dal 1 giugno 2023 al 21 settembre 2023 verrà garantito un bonus del 15% dei pagamenti lordi sul lavoro notturno e straordinario;
- Incrementato il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro;
- I lavoratori autonomi, tra cui quelli iscritti alla Gestione Separata INPS, potranno procedere al versamento di contributi in seguito all’annullamento avvenuto a causa di norme speciali;
- Prestazioni occasionali: nel Decreto Lavoro novità anche per le prestazioni occasionali PrestO (ex Voucher Lavoro), che sono potenziati nel Turismo e per il Libretto Famiglia, che potrà essere ricaricato e pagato al prestatore anche in Tabaccheria.
Si attende comunque di conoscere il testo del Decreto Lavoro convertito in Legge per ciò che riguarda gli ultimi aspetti, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.