Il Governo in questi mesi ha indicato più volte che tra gli obiettivi della legislatura vi è il miglioramento del mercato del lavoro, per il tramite dell’introduzione di novità ed agevolazioni che, da un lato, possano realmente favorire l’incontro di domanda e di offerta di lavoro e, dall’altro, spingano a rapporti di lavoro più stabili e duraturi nel corso del tempo. Ecco perché la linea è quella di superare misure assistenzialistiche quali il reddito di cittadinanza, attraverso un programma strutturato di riforma del mercato del lavoro: il prossimo passo è quello del varo di un Decreto Lavoro ad hoc, atteso nelle prossime settimane.
Anche se al momento non vi è ancora un testo ufficiale del nuovo provvedimento, le più recenti indiscrezioni emerse sui lavori del Ministero del Lavoro in materia, ci indicano che una delle direttive del Decreto Lavoro sarà far pagare meno tasse a chi produce di più e assume di più. Non soltanto misure di semplificazione dei contratti, ma dunque anche concrete agevolazioni fiscali e meno tasse su premi di produzione, straordinari e indennità per le aziende e i datori di lavoro ‘virtuosi’, che incrementeranno assunzioni e produttività. Vediamo allora un po’ più da vicino le probabili novità in arrivo con il Decreto Lavoro, atteso sul tavolo del Consiglio dei Ministri entro le prossime settimane.
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Decreto Lavoro: novità per le aziende, reclutamento semplificato e non solo
Si tratta di un vero e proprio ‘Decreto Lavoro’ e questo già ci fa intuire che saranno più d’uno gli ambiti di intervento da parte del Ministero. Infatti vi sono varie necessità di cui tener conto, tra cui lo snellimento degli iter di reclutamento del personale e la semplificazione dei contratti del settore. In più, come accennato in apertura, sono in arrivo meno tasse: già in audizione a Palazzo Madama la ministra del lavoro Calderone aveva sottolineato la volontà di allargare la riduzione dal 10% al 5% dell’imposta sostitutiva all’Irpef e alle addizionali regionali e comunali sulle somme versate come premi di produttività, come disposto dalla manovra, anche ad altre voci tra cui straordinari e indennità aggiuntive.
Inoltre, il Ministero sta valutando diverse opzioni e soluzioni per modificare i criteri fissati nel cosiddetto “Dl Dignità” del primo governo Conte: l’obiettivo è infatti consentire di avere contratti a tempo determinato più flessibili – nella finalità di semplificare le assunzioni e abbattere la burocrazia.
In ogni caso, pietra angolare dell’azione delle istituzioni resta la ricerca di una maggior tutela di lavoratori e aziende, tenuto conto dell’estrema mutevolezza e turbolenza della realtà odierna, la quale però non deve in alcun modo pregiudicare i diritti dei lavoratori che, anzi, ove possibile debbono essere rafforzati.
Contratti a tempo determinato, causali e semplificazioni
C’è spazio anche per novità circa la causale dei contratti di lavoro ed, infatti, il Ministero ha chiarito che al momento si sta discutendo l’intenzione di rivederla e non eliminarla, permettendo che sia la contrattazione collettiva ad individuare le causali ad hoc per proroghe e rinnovi. Secondo quanto emerso negli ultimi giorni, l’Esecutivo intenderebbe concedere di decidere ai sindacati – attraverso la contrattazione nazionale con le aziende – se fissare il limite dell’estensione dei contratti senza causale a 24 o a 36 mesi. Ma ne sapremo di più a breve.
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Ricapitolando, nel Decreto Lavoro si intende comunque garantire meno tasse alle aziende su bonus, straordinari, premi e indennità, come anche meno clausole per i contratti a tempo determinato. L’iniziativa del Governo mira in particolare a stimolare le nuove assunzioni e a spingere le aziende a fornire ai lavoratori più bonus e indennità, ma anche a pagare tutti gli straordinari. Mentre la riduzione delle tasse intende agevolare le aziende maggiormente produttive che vogliono assumere.
E’ pur vero però che alcuni osservatori hanno evidenziato il pericolo è che non pochi datori di lavoro non tramutino poi i vantaggi fiscali in agevolazioni e premi per i lavoratori, e che le novità finiscano per contribuire a far crescere ulteriormente il precariato.
Nel Decreto Lavoro troverebbe anche spazio una sorta di rivisitazione del decreto Trasparenza, redatto per recepire una direttiva europea. All’orizzonte vi sarebbe la riduzione dei vincoli informativi obbligatori quando si firma un contratto di lavoro. Ma per i dettagli, anche su questo attendiamo il provvedimento nella sua forma ‘finale’.
Disoccupazione e addio al reddito di cittadinanza: novità in arrivo
Un’altra importante questione attiene alla fine dell’esperienza del reddito di cittadinanza, già ampiamente annunciata dal Governo. Come è noto, il prossimo agosto circa 600mila disoccupati perderanno il sussidio contro la povertà e la disoccupazione ma, proprio in questi giorni, fonti ministeriali hanno precisato che ai lavoratori fragili nulla sarà in verità tolto perché è in programma a loro favore, entro il primo gennaio del prossimo anno, il varo di un nuovo strumento di tutela più specifico per le loro esigenze.
Il Ministero del Lavoro ha altresì chiarito che, per quanto attiene ai lavoratori occupabili, l’obiettivo è quello di predisporre un nuovo assetto di gestione delle politiche attive, che inclusa anche nuove risposte più calibrate per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Questi dunque non verrebbero dunque ‘abbandonati’, ma piuttosto accompagnati in un nuovo percorso di inserimento nel mercato del lavoro e di sostegno economico contro la disoccupazione.
Ecco perché non sorprende che tra le ipotesi circolate in questi giorni vi sia anche quella secondo cui i risparmi di spesa dell’Rdc saranno riversati in un fondo ad hoc, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, avente il compito di finanziare la riforma organica delle misure per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva.
Il tema della previdenza al centro dell’attenzione del Ministero
Ricordiamo infine che al tema del lavoro si lega inevitabilmente quello della previdenza, e con il testo del prossimo Decreto Lavoro vedremo se e in quali termini sarà affrontata anche la spinosa ma attualissima questione della riforma delle pensioni. Nel frattempo si discute su pensionamenti anticipati e Quota 41, con un Ministero che si sta mostrando comunque attivo nel confronto con le parti sociali e nello studio di tutte le verifiche di sostenibilità opportune.
L’obiettivo, come per i contratti di lavoro, è la semplificazione del sistema odierno, con particolare riferimento alle relazioni tra le gestioni e i vari ordinamenti, ma anche l’introduzione di benefici pensionistici più nitidi, stabili e razionali per le categorie più deboli o fragili. Specialmente in campo previdenziale il cantiere è dinamico e non sono poche le ipotesi di anticipo pensionistico vagliate in questo periodo. L’obiettivo resta comunque la semplificazione e la sostenibilità del sistema previdenziale nel suo complesso.
Concludendo, ricordiamo che il testo del Decreto Lavoro, che doveva essere presentato a fine gennaio per poi essere superato nell’ordine di priorità da altri provvedimenti, è dunque in fase di elaborazione finale e perciò a breve conosceremo tutti i suoi contenuti ‘ufficiali’.