Specialmente d’estate, la categoria dei lavoratori dell’agricoltura vive una fase molto delicata, legata alle temperature elevate e – non di rado – ai casi di caporalato e di sfruttamento, che integrano condotte illegali di aziende e datori di lavoro del settore.
Ecco perché contro il rischio caldo e eventi climatici, nel Decreto Agricoltura – DL n. 63 del 2024 -recentemente approvato alla Camera – e convertito in legge 101 del 12 luglio – troviamo misure ad hoc per i dipendenti del comparto, operative dal 14 luglio scorso.
Ci riferiamo alla legge di conversione pubblicata in GU del 13 luglio recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, ma anche per le imprese di interesse strategico nazionale. Tra le altre misure, spicca la riproposizione degli strumenti e degli ammortizzatori sociali visti anche nell’estate 2023.
Ecco allora le principali misure contenute nel Decreto Agricoltura e le risposte date ad una categoria di lavoratori che merita adeguate tutele.
Decreto Agricoltura convertito in legge: i punti chiave
In virtù della pubblicazione in GU della legge di conversione del Decreto Agricoltura, entrano in vigore disposizioni mirate a prevenire l’esposizione dei lavoratori a rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalle ondate di calore. Ma il testo è interessante, come accennato, sotto più punti di vista.
Infatti la risposta alle richieste del mondo dell’agricoltura vuole essere – in qualche modo – multilaterale, grazie ad una legge approvata la scorsa settimana dal Parlamento che:
- assicura sgravi contributivi del 68% alle imprese agricole dell’Emilia Romagna, Marche e Toscana (periodo di contribuzione primo gennaio-31 dicembre 2024), flagellate dalle alluvioni del maggio 2023, in una sorta di contributo alla ripartenza;
- garantisce il rinnovo degli strumenti già messi in pratica nel 2023 per gestire – con un occhio di riguardo al diritto alla salute dei lavoratori – eccezionali situazioni climatiche, legate ad intense ondate di calore;
- mira ad un un sempre più preciso e calibrato uso della tecnologia per incrementare l’efficacia dei controlli, contro i tristi fenomeni del caporalato e degli appalti illeciti nel mondo agricolo.
Inoltre per il Ministero del Lavoro la logica che sorregge le iniziative nel testo non è quella del sussidio o dell’assistenzialismo fine a se stesso, ma piuttosto quella del sostegno al comparto nel suo complesso.
Cassa integrazione lavoro agricolo
Con riferimento all’ammortizzatore della cassa integrazione, come previsto all’articolo 2-bis del testo – e nell’obiettivo di fronteggiare eccezionali situazioni climatiche, in particolare le ondate di calore – agli operai agricoli a tempo indeterminato, anche in ipotesi di riduzione dell’attività lavorativa uguale alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente stabilito, è assegnato – fino al 31 dicembre – il trattamento di cui all’art. 8 della legge n. 457/1972 – la cd. Cisoa – previsto nelle ipotesi di intemperie stagionali.
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Da notare in particolare che – secondo l’art. 2 bis del testo recentemente pubblicato in GU – i periodi di trattamento:
- non sono conteggiati ai fini del raggiungimento della durata massima di 90 giornate all’anno;
- sono equiparati a periodi lavorativi ai fini del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro, previsti all’art. 8 della legge n. 457 del 1972.
Le iniziative saranno sorrette, per tutto il 2024, da 13 milioni di euro al fine di finanziare sospensioni o riduzioni delle attività di lavoro in agricoltura ed edilizia. Ma oltre a ciò vi saranno altri 7 milioni e mezzo per proteggere anche i lavoratori delle imprese con sede nell’area di Melfi, Potenza e Rionero in Vulture.
Lavoro agricolo illegale, più misure di tutela
Come sopra accennato, grazie alla legge di conversione le istituzioni perseguono altresì l’obiettivo di assicurare legalità nel lavoro agricolo, contro abusi e fenomeni di sfruttamento. In sostanza, il provvedimento sblocca le assunzioni di 514 ispettori Inps e Inail, per garantire lo svolgimento di estesi controlli e una maggior sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.
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Ma al contempo il decreto convertito in legge vuole agevolare l’utilizzo delle informazioni nelle banche dati. Si tratta di un patrimonio di informazioni già esistente che, si legge in una nota del Ministero del Lavoro:
vogliamo sia a disposizione di chi agisce sul campo per prevenire e contrastare il caporalato, lo sfruttamento lavorativo e il lavoro sommerso e irregolare. E che arricchiamo con un nuovo sistema informativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali contro il caporalato in agricoltura e con una banca dati sugli appalti nel settore agricolo a cui possa attingere il personale ispettivo di Inl, Comando Carabinieri per la Tutela del lavoro, Guardia di Finanza e Inail.
La tutela del lavoro regolare deve dunque avvenire con il coinvolgimento di una pluralità di attori, sostenendo al contempo le imprese ‘virtuose’, che sul lavoro agricolo investono, assicurando loro l’aumento della salute e della sicurezza grazi agli strumenti a disposizione delle istituzioni e delle forze dell’ordine.
Ulteriori misure nel Decreto Agricoltura
Nel testo previsti altresì il credito d’imposta per investimenti nella ZES Unica per imprese che operano nel settore agricolo e della pesca – a specifiche condizioni – restrizioni all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli produttivi e misure di sostegno ad hoc alle filiere in crisi.
In particolare spicca l’allargamento della platea delle imprese, che potranno contare sulla moratoria dei mutui e finanziamenti. Infatti, dopo la modifica inclusa con la legge di conversione, potranno domandare la sospensione, per un anno, del versamento della parte capitale della rata dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, in scadenza nell’anno 2024, le imprese agricole, ed anche della pesca e dell’acquacoltura che – nel 2023 hanno patito:
- un calo del volume d’affari di almeno il 20%;
- una riduzione della produzione, uguale almeno al 30%;
- o, nel caso delle cooperative agricole, una riduzione almeno corrispondente al 20% delle quantità conferite o della produzione primaria, nel 2023.
Si ricorda infine che le imprese interessate all’agevolazione dovranno presentare un’autocertificazione.
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