“Sulla flessibilità in uscita, cioè l’articolo 18, la soluzione che abbiamo dato è quella che riteniamo equilibrata, tanto che non è piaciuta alle imprese ne’ a una parte del sindacato. Il compito del Governo era trovare una soluzione equilibrata in vista di permettere alle imprese di non considerare più il dogma: assumo e non posso più licenziare. Il licenziamento per motivi discriminatori è sempre nullo. Il licenziamento per motivi disciplinari, se viene dichiarato infondato dal giudice, allora reintegra. Il licenziamento per motivi economici invece permette alle imprese di aggiustare la manodopera. Se il motivo economico è infondato il giudice può reintegrare altrimenti viene dato un indennizzo al lavoratore”.
Il Min. Fornero ha provato a spiegare così ai lavoratori dell’Alenia la sua proposta di Riforma del lavoro, il che è davvero ammirevole da parte le Ministro, che ha deciso di “non restare chiusa nei Palazzi romani” e di tentare una sorta di evangelizzazione dei dogmi del Governo Monti, il quale porta avanti senza grossi ripensamenti le proprie idee.
Intanto però in Parlamento sarebbero pronti almeno 300 emendamenti al testo originale della riforma del lavoro, che arrivano un po’ da tutti i fronti, a detta del relatore Pdl, Maurizio Castro. I partiti tentano di fare loro la riforma, o comunque di inserirci le proprie proposte per non essere totalmente messi fuori dai giochi.
Il voto sugli emendamenti inizierà il 30 aprile e dovrebbe concludersi in commissione entro pochi giorni, quindi a ridosso della Festa dei lavoratori, i quali attendono con ansia l’evolversi della questione, dopo che per anni l’art. 18 non si era neanchè potuto mettere in discussione, ora ci troviamo ad un passo dalla svolta. Ovviamente noi di Lavoro e Diritti ci auguriamo si una svolta, ma che tenga conto soprattutto della voce dei lavoratori, sempre più tartassati e stressati da una crisi che sembra non voler volgere al termine!
Elsa Fornero (Infophoto)