È tempo di pagare i contributi per artigiani, commercianti e liberi professionisti senza cassa ma iscritti alla gestione separata dell’Inps: entro il prossimo 1° luglio 2024 (la scadenza è il 30 giugno, ma cade di domenica), devono versare i contributi a percentuale dovuti per il periodo d’imposta 2023 oltre al primo acconto 2024 calcolati nel Quadro RR della dichiarazione dei redditi.
A comunicarlo è direttamente l’Inps, con la circolare n. 72/2024, attraverso la quale sono state fornite le istruzioni per questo adempimento. Le scadenze, entro cui si devono effettuare i versamenti, coincidono con quelle relative alle imposte sui redditi.
Chi riguarda la scadenza dei contributi INPS?
Sono tenuti a versare i contributi Inps gli artigiani e i commercianti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi utilizzando il Modello Redditi Persone Fisiche e che, nel corso del periodo d’imposta 2023, abbiano maturato dei redditi superiori al minimale.
Il versamento deve essere effettuato anche dai liberi professionisti che sono iscritti alla gestione separata dell’Inps: sono tenuti a questo adempimento i soggetti per i quali è possibile determinare l’imponibile contributivo per il 2023 solo e soltanto a consuntivo. Quindi nel momento in cui presentano la dichiarazione dei redditi.
Il versamento va effettuato entro il 1° luglio
Attraverso la circolare n. 72 del 14 giugno 2024 l’Inps ha chiarito che il versamento dei contributi deve essere effettuato entro e non oltre il 1° luglio 2024 (ricordiamo che la consueta deadline del 30 giugno cade di domenica).
L’appuntamento slitta al 31 luglio per quanti dovessero decidere rateizzare gli importi da versare. I versamenti da effettuare sono a titolo di saldo per il 2023 e di primo acconto 2024. Entro il 2 dicembre 2024 – il 30 novembre cade di sabato – è necessario provvedere a pagare il secondo acconto.
È possibile posticipare il versamento dei contributi fino al 30 luglio 2024, ma è necessario maggiorare gli importi da versare dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo: questo eviterà l’applicazione delle sanzioni per versamento ritardato.
Le regole per gli artigiani e i commercianti
Nella circolare l’Inps ha fornito le indicazioni per individuare l’ammontare del reddito sul quale devono essere calcolati i contributi previdenziali per artigiani e commercianti.
Sostanzialmente è necessario prendere in considerazione il totale dei redditi d’impresa che sono stati maturati nel corso del 2023, dai quali devono essere detratte le eventuali perdite registrate nel corso dei precedenti periodi d’imposta. Leggermente più complessa è la situazione per i soci di una S.r.l. che risultino essere iscritti alla Gestione degli artigiani o dei commercianti.
In questo caso la base imponibile sulla quale si devono calcolare i contributi previdenziali è costituita, oltre che da quanto dichiarato come reddito d’impresa, dalla parte del reddito d’impresa della società che corrisponde alla quota di partecipazione degli utili. O alla quota del reddito che viene attribuita al socio in regime di trasparenza.
L’Inps, attraverso la circolare n. 84/2021, ha chiarito che gli utili maturati dalla partecipazione ad una società di capitali – e che costituiscono i redditi di capitale – non devono essere presi in considerazione come imponibile per il versamento dei contributi, purché il soggetto in questione non presti alcun tipo di attività lavorativa.
I versamenti dei liberi professionisti senza cassa
Obbligati al versamento dei contributi anche i liberi professionisti che sono iscritti alla Gestione separata Inps in quanto senza una propria cassa di previdenza. In questo caso la base imponibile sulla quale si dovrà calcolare l’ammontare della contribuzione è pari al reddito di lavoro autonomo che il contribuente ha provveduto a dichiarare ai fini Irpef. È necessario prendere in considerazione anche i redditi prodotti in forma associata e quello soggetto al regime forfettario.
Per il calcolo dei contributi Inps da versare è quindi necessario prendere in considerazione i seguenti redditi:
- di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni;
- di partecipazione in società di persone e assimilate;
- dei soggetti che aderiscono al regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità;
- dei contribuenti che fruiscono del regime forfettario.
Quali sono le aliquote da utilizzare per il calcolo dei contributi?
Una volta che viene determinata la base imponibile, il contributo viene calcolato applicando due diverse aliquote: 24% o 26,23% a seconda che il diretto interessato risulti essere coperto o meno da un’altra previdenza complementare.
Dal versamento da effettuare per il saldo 2023, ovviamente, è necessario sottrarre gli acconti che sono stati versati lo scorso anno.
Come fare i versamenti
Il contribuente può rateizzare il versamento: questa agevolazione, però, vale unicamente per i contributi calcolati sulla quota di reddito che eccede il minimo. Il contribuente deve corrispondere la prima rata entro e non oltre il giorno di scadenza del saldo o dell’acconto differito. Il pagamento rateale dovrà concludersi entro il 16 dicembre 2024.
I contributi possono essere compensati utilizzando il Modello F24 nel caso in cui siano state versate delle somme in eccesso. L’Inps, ad ogni modo, ha precisato che la compensazione può avere ad oggetto unicamente quanto versato in sovrappiù nel 2023: le somme a credito, quindi, si devono riferire unicamente e ai periodi d’imposta 2022 e 2023. Eventuali crediti riferiti agli anni precedenti non possono essere inseriti in dichiarazione, ma se ne può richiedere il rimborso con un’apposita domanda o attraverso la compensazione contributiva (in questo caso si deve inoltrare l’istanza di auto conguaglio).
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