L’IVS, acronimo di Invalidità, Vecchiaia e Superstiti, rappresenta la somma versata all’Inps a finanziamento delle prestazioni che l’Istituto garantisce per gli eventi di inabilità al lavoro, anzianità o morte del lavoratore. Serve quindi a finanziare il pagamento delle varie pensioni, delle prestazioni a sostegno del reddito e di alcuni ammortizzatori sociali.
Come avviene ad esempio per le indennità di malattia e maternità, l’Inps interviene nel garantire copertura economica a fronte di tutta una serie di eventi che impediscono all’assicurato di svolgere l’attività lavorativa e, di conseguenza, ottenere somme destinate alle necessità di vita proprie e del nucleo familiare. A differenza di altri contributi, le somme destinate alla gestione IVS riguardano tanto i lavoratori dipendenti quanto parasubordinati e lavoratori autonomi iscritti all’Inps. Analizziamo in dettaglio cos’è e come funziona il contributo IVS in busta paga e poi vediamo in breve cosa sono e come funzionano i contributi IVS in base alle categorie di lavoratori autonomi e parasubordinati.
Cos’è il contributo IVS
Il contributo IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) è una quota di contributi previdenziali obbligatori versata all’INPS dai lavoratori dipendenti, autonomi e da alcuni soggetti iscritti a casse previdenziali. Questo contributo serve a finanziare le pensioni di vecchiaia, di invalidità e i trattamenti ai superstiti in caso di decesso del lavoratore.
La quota è generalmente suddivisa tra datore di lavoro e lavoratore, con il primo che copre una parte maggiore. La riduzione del cuneo fiscale, introdotta con la Legge di Bilancio 2025, incide proprio sulla quota IVS a carico del lavoratore, aumentando così il netto in busta paga.
L’aliquota IVS prevista per i dipendenti è in gran parte a carico del datore di lavoro e, in misura minore, in capo anche al lavoratore stesso. Quest’ultimo si fa carico dell’onere contributivo subendo una trattenuta in busta paga.
Il datore di lavoro versa poi con modello F24 all’Inps tanto la quota di contributi a suo carico quanto quella in capo al lavoratore.
Il calcolo dei contributi avviene applicando le aliquote percentuali alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Quest’ultima coincide di norma con la retribuzione lorda, eccezion fatta per:
- Somme esenti da contribuzione;
- Retribuzione convenzionali;
- Retribuzione eccedenti il massimale fissato per il 2023 ad euro 113.520,00, previsto per i lavoratori privi di anzianità contributiva iscritti dal 1° gennaio 1996 a forme pensionistiche obbligatorie nonché per coloro che (già iscritti) abbiano esercitato l’opzione per il sistema contributivo di calcolo della pensione;
- Rispetto di un limite minimo di retribuzione giornaliera (minimale) per tutti i lavoratori (il minimale giornaliero normale è pari, per il 2023, ad euro 53,95).
Contributo IVS in busta paga: quale aliquota applicare
Le aliquote IVS INPS sono di norma previste in misura pari al 33% complessivo di cui il 9,19% in capo al lavoratore. Fanno eccezione taluni regimi particolari come apprendisti, viaggiatori e piazzisti, portieri nonché le ipotesi di sgravi contributivi che abbattono, a seconda dei casi, la quota di contributi a carico azienda e / o quella in capo al lavoratore.
Da notare inoltre che la parte a carico del datore di lavoro non viene indicata nel cedolino paga, in quanto questa è calcolata e versata direttamente tramite codice DM10 nel modello F24.
La parte di contributo IVS in busta paga invece, pari normalmente al 9.19% è visibile nella parte centrale della busta paga, infatti il calcolo si fa sullo stipendio lordo, dal quale saranno trattenuti i contributi IVS e le ritenute fiscali dell’IRPEF.
Esonero IVS 2025 (taglio del cuneo fiscale)
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un taglio permanente del cuneo fiscale, aumentando il netto in busta paga per i lavoratori dipendenti. Questo intervento riduce i contributi IVS in busta paga a carico dei dipendenti, diminuendo la differenza tra il costo del lavoro per il datore e lo stipendio netto percepito dal dipendente.
Dettagli del taglio:
- Redditi fino a 20.000 euro annui: Viene riconosciuta una somma aggiuntiva esentasse in busta paga, con percentuali che variano dal 7,10% per redditi fino a 8.500 euro, al 4,80% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.
- Redditi tra 20.000 e 32.000 euro: È prevista una detrazione fiscale di 1.000 euro.
- Redditi tra 32.000 e 40.000 euro: La detrazione decresce progressivamente fino ad annullarsi per redditi superiori a 40.000 euro.
Queste misure sono applicate automaticamente dai datori di lavoro a partire dalle buste paga di gennaio 2025.
Leggi anche: Il taglio del cuneo fiscale 2025: novità e impatti sulla busta paga
Esonero Contributo IVS in busta paga 2024 (taglio del cuneo fiscale)
Nel periodo di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 (eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico) era riconosciuto un esonero IVS in busta paga a carico del lavoratore, pari a:
- 6% se la retribuzione imponibile, non supera i 2.692,00 euro mensili, al netto del rateo di tredicesima;
- 7% se la retribuzione imponibile, non supera i 1.923,00 euro mensili, al netto del rateo di tredicesima;
Contributi IVS Artigiani e commercianti
Diverso invece è il discorso per i contributi IVS per artigiani e commercianti che sono calcolati in percentuale sul reddito di impresa imputabile ai singoli soggetti, ciascuno per la sua parte.
La base imponibile contributiva è costituita dalla totalità dei redditi di impresa dichiarati ai fini fiscali, prodotti nello stesso anno cui la contribuzione si riferisce, nel rispetto di un massimale e di un minimale.
Quali sono le aliquote dei contributi IVS Artigiani e commercianti?
Le aliquote da applicare sul reddito è stabilito annualmente dall’INPS.
Come si effettua il versamento dell’IVS artigiani e commercianti
I contributi vengono pagati dal lavoratore interessato, nell’anno di competenza, secondo un sistema di acconto e conguaglio definitivo nell’anno successivo.
Il pagamento avviene con modello F24 nel rispetto del seguente calendario:
- I contributi sul minimale versati, per la prima rata il 16 maggio (primo trimestre), seconda rata il 22 agosto (secondo trimestre), terza rata il 16 novembre (terzo trimestre), quarta rata il 16 febbraio 2024 (quarto trimestre);
- Sui redditi eccedenti il minimale acconti e saldi vengono versati alle scadenze previste per gli acconti – saldi Irpef.
Contributi IVS Gestione separata
Vediamo infine come funziona l’IVS per gli iscritti alla gestione separata INPS.
IVS Cococo Collaboratori coordinati e continuativi
I collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione separata Inps sono interessati dalla contribuzione IVS in misura pari:
- 1/3 a carico del collaboratore stesso (trattenuto in cedolino dal committente);
- 2/3 in capo al committente.
Quest’ultimo versa all’Inps con F24 tanto la quota di contributi a suo carico quanto quella in capo al collaboratore.
Per i collaboratori, iscritti esclusivamente alla Gestione separata, l’aliquota IVS è pari al 33%. Al contrario coloro che sono iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria o sono titolari di pensione il contributo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti è calcolato in misura pari al 24%.
La base imponibile su cui calcolare i contributi è rappresentata, nella generalità dei casi, da tutte le somme e i valori a qualunque titolo percepiti dai collaboratori (anche sotto forma di erogazioni liberali).
Il contributo è in ogni caso dovuto nel limite del massimale imponibile, fissato ogni anno dall’Inps.
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IVS Professionisti senza albo e cassa
Sono tenuti all’iscrizione presso la Gestione separata coloro che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, un’attività di lavoro autonomo il cui esercizio è svincolato:
- Dall’iscrizione ad appositi albi professionali;
- In alternativa, dal versamento contributivo ad appositi enti previdenziali di diritto privato, in base ai rispettivi statuti e ordinamenti.
L’aliquota IVS:
- Per i soggetti non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria è pari al 25%;
- Per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria corrisponde al 24%.
L’imponibile su cui applicare le aliquote è costituito dai redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni, ai sensi della normativa fiscale. Il pagamento dei contributi avviene dal lavoratore in autonomia. Lo stesso può addebitare in via definitiva una quota dell’onere contributivo, pari al 4% dei compensi lordi.
Il versamento delle somme all’Inps avviene con il meccanismo degli acconti (ciascuno del 40%) e del saldo, con gli stessi criteri del pagamento dell’Irpef.
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