Il Congedo di paternità obbligatorio è una misura a supporto della genitorialità, nata per incentivare una maggiore equità nella distribuzione delle responsabilità familiari. Negli ultimi anni, il legislatore ha ampliato e rafforzato questo istituto per promuovere la partecipazione attiva dei padri nella cura dei figli e per favorire la parità di genere, anche in ambito lavorativo. Si tratta di un diritto irrinunciabile che consente ai neopapà di dedicarsi al proprio neonato, con il riconoscimento di un’indennità economica a carico dell’INPS.
Con il Messaggio n. 4301 del 17 dicembre 2024, l’INPS ha fornito chiarimenti sui termini di prescrizione e decadenza applicabili al congedo di paternità obbligatorio (di cui all’articolo 27-bis del decreto legislativo n. 151 del 2001). Tali precisazioni rispondono alle richieste delle strutture territoriali e dei lavoratori, offrendo indicazioni pratiche per evitare la perdita del diritto all’indennità per il mancato rispetto dei termini previsti. Di seguito, analizzeremo nel dettaglio il funzionamento del congedo e i chiarimenti forniti dall’Istituto.
Cos’è e come funziona il Congedo di paternità obbligatorio
Il Congedo di paternità obbligatorio è disciplinato dall’articolo 27-bis del decreto legislativo n. 151 del 2001 (Testo Unico sulla maternità e paternità) ed è un diritto riconosciuto ai padri lavoratori dipendenti. Questo congedo consiste in un periodo di astensione dal lavoro di 10 giorni lavorativi, da fruire entro i primi cinque mesi dalla nascita, adozione o affidamento del bambino. La misura è stata introdotta per promuovere un maggiore coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sin dai primi giorni di vita, contribuendo a rafforzare il legame genitoriale e ad alleggerire il carico delle madri.
Durante il periodo di congedo obbligatorio, il padre ha diritto a un’indennità economica pari al 100% della retribuzione giornaliera, calcolata sulla base dello stipendio percepito. L’indennità è a carico dell’INPS, ma è anticipata dal datore di lavoro in busta paga, salvo diversi accordi. La fruizione del congedo è obbligatoria e può essere richiesta anche in caso di morte perinatale o di grave malattia del neonato, evidenziando la funzione sociale e protettiva di questa misura.
Chiarimenti sui termini di prescrizione e decadenza
Nel Messaggio n. 4301/2024, l’INPS ha precisato che, ai fini della richiesta del congedo di paternità obbligatorio, si applicano termini specifici di prescrizione e decadenza, in deroga al regime ordinario del Codice Civile.
Dal punto di vista pratico, è utile che i datori di lavoro e gli uffici del personale informino adeguatamente i dipendenti sui termini di prescrizione e decadenza, fornendo supporto nella compilazione delle domande. Allo stesso modo, i padri lavoratori dovrebbero pianificare in anticipo la fruizione del congedo e presentare tempestivamente la richiesta all’INPS, evitando di incorrere nella perdita del diritto.
Un esempio concreto può essere quello di un lavoratore che, per motivi personali, posticipa la richiesta del congedo fino all’ultimo momento utile. Se dovesse dimenticare di presentare la domanda entro il termine di prescrizione o decadenza, perderebbe non solo il congedo, ma anche l’indennità economica, con un impatto significativo sia a livello personale che familiare.
Termine di prescrizione del Congedo di paternità obbligatorio
In deroga al termine ordinario di cinque anni previsto dal Codice Civile, il diritto all’indennità per il congedo di paternità è soggetto a un termine annuale di prescrizione. Questo termine è stato fissato in base all’articolo 6, ultimo comma, della legge n. 138/1943, che regola le indennità di malattia. La giurisprudenza ha infatti riconosciuto un collegamento normativo tra l’indennità di paternità, quella di maternità e l’indennità di malattia, richiamando l’articolo 29, comma 2, del Testo Unico.
In termini pratici, ciò significa che il padre lavoratore deve presentare la domanda entro un anno dal momento in cui è cessato il diritto al congedo (ossia entro cinque mesi dalla nascita o dall’evento rilevante). Ad esempio, se un bambino nasce il 1° gennaio 2024, il padre potrà usufruire del congedo fino al 31 maggio 2024 e avrà tempo fino al 31 maggio 2025 per richiedere l’indennità. Trascorso questo termine, il diritto si estingue per prescrizione.
Termine di decadenza del Congedo di paternità obbligatorio
Per quanto riguarda la decadenza, l’INPS ha confermato l’applicazione del termine annuale previsto dall’articolo 47, terzo comma, del D.P.R. n. 639/1970. Tale termine decorre dal giorno in cui il diritto può essere esercitato. Questa regola, comune anche ad altre prestazioni previdenziali temporanee, si basa sulla natura del congedo, concepito come misura non pensionistica e a carattere temporaneo.
Ad esempio, un padre che non abbia presentato la domanda entro il termine prescrizionale di un anno non potrà più richiedere l’indennità, anche se soddisfa gli altri requisiti. Questo sottolinea l’importanza di una tempestiva presentazione della richiesta per evitare la perdita del beneficio.
Conclusioni
Il Messaggio n. 4301 dell’INPS fornisce indicazioni preziose per evitare errori procedurali che possano compromettere l’accesso al congedo di paternità obbligatorio. Questa misura è uno strumento fondamentale per promuovere una maggiore equità nelle dinamiche familiari e lavorative, ma richiede attenzione e rispetto dei termini per garantirne l’efficacia. È quindi essenziale che lavoratori, datori di lavoro e consulenti siano informati e preparati per gestire correttamente questo importante diritto.