Il governo mostra piena soddisfazione per l’approvazione di due provvedimenti attuativi della riforma del codice antimafia. I provvedimenti rafforzano le tutele per i lavoratori delle imprese sequestrate e confiscate alle organizzazioni mafiose, non coinvolti né direttamente né indirettamente nella gestione delle imprese stesse. Le nuove norme, oltre che a tutelare i lavoratori, servono anche a rendere più agevole e a salvaguardare la continuità dell’attività di queste imprese in forma legale, evitando il rischio di un loro fallimento che produrrebbe costi economici e sociali.
I due decreti legislativi approvati dal Consiglio dei ministri del 16 maggio 2018:
- da un parte introducono disposizioni per disciplinare il regime delle incompatibilità degli amministratori giudiziari, dei loro coadiutori, dei curatori fallimentari e degli altri organi delle procedure concorsuali, in attuazione dell’articolo 33, commi 2 e 3, della legge 17 ottobre 2017, n. 161;
- dall’altra invece, prevede una nuova tutela del lavoro nell’ambito delle imprese sequestrate e confiscate in attuazione dell’articolo 34 della Legge 17 ottobre 2017, n. 161.
Amministratori giudiziari e curatori fallimentari: come cambia il regime dell’incompatibilità
Per il primo dei due decreti legislativi, in attuazione dei criteri direttivi fissati dalla legge delega, il testo prevede:
- l’incompatibilità delle figure già elencate per rapporti di parentela, affinità, convivenza e, comunque, assidua frequentazione con magistrati addetti all’ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l’incarico;
- la vigilanza del Presidente della Corte di appello sulle nomine ai predetti incarichi, conferite a soggetti che abbiano con i magistrati del distretto giudiziario, in cui ha sede l’ufficio titolare del procedimento, rapporti di parentela, affinità, coniugio o frequentazione assidua.
Imprese sequestrate e confiscate: come cambia la tutela dei lavoratori
Per quanto concerne il secondo decreto legislativo approvato, sono state introdotte disposizioni per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, favorendo l’emersione del lavoro irregolare, nonché il contrasto dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro e consentendo, ove necessario, l’accesso all’integrazione salariale e agli ammortizzatori sociali.
Due sono gli obiettivi fissati dalle nuove disposizioni:
- sostenere la continuazione o la ripresa dell’attività delle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, al fine di contrastare la presenza delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e di offrire un’opportunità concreta di lavoro;
- favorire il mantenimento e lo sviluppo delle professionalità acquisite, evitando che aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata siano destinate a fallire, producendo così rilevanti costi economici e sociali.
Codice antimafia: Nuove misure a sostegno del reddito dei lavoratori
Il decreto legislativo, tra l’altro, introduce nuove misure a sostegno del reddito. In particolare, è previsto:
- un trattamento di sostegno al reddito dei lavoratori che non possono fruire degli ammortizzatori sociali ordinari pari al trattamento straordinario di integrazione salariale, per la durata massima di 12 mesi nel triennio;
- una indennità mensile per i lavoratori che non possono fruire della NaSpI, per la durata di quattro mesi e pari alla metà dell’importo massimo mensile della indennità di disoccupazione;
- l’estensione delle misure di agevolazione per le imprese, previste dalla legge n. 208 del 2015.
Infine, specifiche regole sono previste per le imprese sequestrate e confiscate in materia di Documento unico di regolarità contributiva (DURC) e di opponibilità dei provvedimenti sanzionatori in materia di lavoro e di legislazione sociale.