In data 19 maggio la riforma della cosiddetta class action ha registrato un decisivo passo in avanti. Infatti in tale data entrano finalmente in vigore le nuove regole in tema di azione di classe di cui alla legge n. 31 del 2019. Ciò a seguito di due rinvii rispetto a quella che avrebbe dovuto essere la data originaria di entrata in vigore della normativa sull’azione collettiva.
A 25 mesi dalla sua approvazione la nuova legge di riforma dell’azione di classe è entrata in vigore; la Legge infatti è stata pubblicata il 19 aprile 2019 in Gazzetta Ufficiale, ma è stato necessario aspettare più di un biennio per l’operatività piena delle nuove regole.
In questo quadro, inoltre, restiamo in attesa dell’istituzione del portale ad hoc dei servizi telematici del ministero della Giustizia, vale a dire la piattaforma web in cui le class action Italia saranno pubblicate allo scopo di una veloce reperibilità delle informazioni che interessano.
Class action Italia: cos’è e come funziona
La class action consiste in un’azione collettiva, vale a dire un’azione legale portata avanti da un o più soggetti i quali, in quanto componenti di una certa categoria di soggetti, domandano che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto si abbia con effetti ultra partes per tutti i membri presenti e futuri della categoria stessa.
In altre parole, la class action contribuisce a velocizzare e rendere più fluido il funzionamento della macchina della giustizia, in quanto con essa siamo innanzi alla trattazione, in un solo procedimento, di più domande di risarcimento correlate a un identico illecito, dannoso per una pluralità di soggetti. Non possiamo dimenticare che l’istituto in questione è stato disciplinato dall’art. 140-bis del Codice del Consumo (Decreto legislativo n. 206 del 2005), modificato poi dall’art. 49 della legge n. 99 del 2009; e altresì dall’art. 6 del decreto-legge n. 1 del 2012, convertito in seguito nella legge n. 27 del 2012.
La finalità dell’azione di classe
Pertanto, con la class action italiana, ogni membro di una classe di consumatori, rappresentata anche da comitati o associazione di tutela della categoria, può agire in tribunale per far valere il diritto individuale omogeneo e l’interesse collettivo. Ciò nella finalità di accertare le responsabilità eventuali; e conseguire così il risarcimento del danno o la restituzione dovuta, da parte di un soggetto privato o pubblico.
Attenzione però: i consumatori e gli utenti possono ritenersi parti della stessa classe, meritevole di tutela, e dunque attivare la class action, laddove siano omogenei i diritti danneggiati e le fonti da cui nasce l’obbligazione risarcitoria (ad es. atto illecito; contratto; comportamenti anticoncorrenziali; pratiche commerciali scorrette).
In pratica, la portata della class action è nient’affatto irrilevante. Essa infatti permette ai consumatori o utenti che hanno patito danni legati a prodotti difettosi-pericolosi; o aa comportamenti commerciali illeciti o contrari alle norme sulla concorrenza, di unire le proprie forze per conseguire quanto desiderato, in tutte le circostanze nelle quali il ricorso al giudice sarebbe troppo costoso per ciascun singolo soggetto.
Riforma della class action: le principali novità
A questo punto, vediamo di ricapitolare in sintesi quelle che sono le novità clou, in tema di riforma class action, ora finalmente operativa al 100%:
- inserimento della class action, prima inclusa nel Codice del consumo, nel Codice di procedura civile;
- spostamento della competenza per l’azione di classe alla Sezione specializzata in materia d’impresa;
- allargamento del perimetro della class action per quanto riguarda i soggetti interessati all’iniziativa, giacchè l’azione potrà essere effettuata da tutti i titolari di diritti individuali omogenei;
- allargamento del perimetro della class action per quanto riguarda l’oggetto, giacchè potrà essere attivata per tutte le ipotesi di responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.
Non solo. Le nuove regole consentono di aderire prima o dopo la condanna, con estrema flessibilità. Inoltre, la riforma class action viene suddivisa in 3 fasi distinte:
- ammissibilità dell’azione in oggetto;
- valutazione della causa e decisione sul merito;
- liquidazione di quanto dovuto ai partecipanti.
Le norme che sono pienamente operative dal giorno 19 maggio intendono costituire un incentivo all’utilizzo della class action, anche da un altro punto di vista. Ci riferiamo al cd. ‘patto di quota lite‘. Infatti, in ipotesi di accoglimento dell’azione di classe, è possibile disporre un compenso per il legale della parte proponente ed altresì per il rappresentante dei classisti, quantificato in percentuale sulla somma di risarcimento conseguito. (cd. patto di quota lite).
Attenzione però: in base alle regole tuttora vigenti, un volta che si è accettato di entrare in una class action, il partecipante in via automatica rinuncia ad ogni azione individuale restitutoria o risarcitoria, legata allo stesso illecito.
Quali sono i vantaggi della class action
In effetti il principio su cui si fonda la class action è piuttosto semplice. Si tratta di favorire un solo iter processuale, intrapreso da più individui, invece che far iniziare tanti procedimenti identici da distinti soggetti. Non sono dunque difficili da scorgere i benefici connessi alla class action, meccanismo di matrice anglosassone. Infatti, l’azione collettiva è stata ideata nell’esigenza di favorire il buon funzionamento della macchina giudiziaria, per velocizzare i tempi dei procedimenti (economia processuale); e per mirare con più forza alla certezza del diritto, evitando sentenze su casi analoghi, confliggenti tra loro.
Tra le interessanti novità prevista dalla legge n. 31 del 2019, pienamente operativa da mercoledì 19 maggio, c’è la facoltà di agire non soltanto per tutelare i diritti dei consumatori, ma anche quelli danneggiati dalla condotta di un’impresa o del gestore di un servizio pubblico o di pubblica utilità.
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