Dalla elaborazione da parte dell’Osservatorio Cig del dipartimento settori produttivi della CGIL nazionale, sulle rilevazioni Inps, emerge una continua crescita del ricorso alla Cassa integrazione straordinaria; ad aprile infatti, si è registrato il volume di ore più alto degli ultimi 19 mesi, mentre si delinea nettamente il peso della Cassa integrazione in deroga (Cigd) che, da inizio anno, registra una variazione tendenziale del 652,40%, per un totale di 88.384.446 ore di Cigd autorizzate nei primi quattro mesi dell’anno.
Da gennaio 2009 ad aprile del 2010 le ore di Cigd autorizzate sono state 208.563.566 con un utilizzo di risorse economiche pari a oltre un miliardo di euro e, dalle quali risultano essere un milione e duecentocinquantamila i lavoratori coinvolti nei processi di Cig mentre i riflessi sulla busta paga da inizio anno segnano una perdita di circa 1,6 miliardi di euro.
Nel mese di aprile c’è stata una richiesta di 115.582.620 ore di Cassa integrazione, con un aumento sullo stesso mese del 2009 del 52,94%. Nei primi quattro mesi del 2010 la Cig ha raggiunto le 415.735.539 ore con un aumento sul primo quadrimestre dello scorso anno del 103%. La Cigo invece, registra un calo del -22,54% sul mese precedente, per un totale di 33.141.703, mentre nel periodo gennaio-aprile aumenta del 5,59% sull’anno precedente.
La Cigs aumenta del +3,29% su marzo 2010 segnando “il volume di ore di Cigs più alto degli ultimi 19 mesi, da quando è iniziata questa fase di crisi”. I settori con aumenti maggiori sono, il settore metallurgico +588,18%, il settore del legno +586,61%, il settore meccanico +440,90% e il settore edilizia +402,53%.
Da questo mese, fa sapere la CGIL, l’Inps ha diffuso i dati della Cig separando quella straordinaria dalla Cassa integrazione in deroga, “questo consentirà una maggiore profondità nella lettura dei dati e una maggiore trasparenza delle difficoltà dei settori coinvolti”.
Lo studio sottolinea come “un primo segnale già emerge dai dati della Cigs dove il ricorso elevato è il sintomo di crescenti difficoltà produttive con crisi che ormai continuano ben oltre il tetto delle 52 settimane previste dalla Cigo”. Segnale inoltre di una crisi che per alcuni settori assume un carattere strutturale. La Cigd, “appare con tutto il suo peso nell’economia del nostro paese”, con un aumento ad aprile, sullo stesso periodo del 2009, del 652,40%, per un totale di 88.384.446 ore di Cigd. Da gennaio ad aprile del 2010 le ore di Cigd autorizzate sono state 208.563.566 con un utilizzo di risorse economiche pari a oltre un miliardo di euro.
I settori maggiormente colpiti, quelli che non rientrano nella normativa attuale della Cigs,: nell’edilizia, dove si registra l’aumento percentuale sul 2009 più alto (+5.551,01%); il Commercio (+2.285,03%) con 21.245.592 ore di Cigd e la piccola industria meccanica con 27.903.578 ore di Cigd (+997,97%).
“In molti settori – si legge nel rapporto – il livello delle ore di Cigs e delle ore di Cigd è simile, segno della diffusione della crisi, così come è anche il segno di un logoramento di un sistema di intervento sociale che non regge più. Solo la metà dei lavoratori, infatti, è coperta direttamente dalla Cigs mentre l’altra metà deve aspettare interventi finanziari straordinari che consentano l’accensione della Cigd”. Le regioni maggiormente esposte nella Cigd sono la Lombardia con 28.288.586 di ore (+546% sul 2009), segue l’Emilia Romagna con 15.068.781 di ore (+4.341,57% sul 2009).
Tra le cause che portano al ricorso della Cigs vi sono senza dubbio le crisi aziendali in forte aumento, (+119,82%), ma anche i fallimenti (+56,45%), i concordati preventivi (+58,54%), i contratti di solidarietà (+32%) che incidono sul totale dei decreti per il 13,87%. Si riducono le domande di ristrutturazione aziendale (-34,29%) e le domande di riorganizzazione aziendale (-19,18%).
Occupazione e lavoratori in Cig
Nel periodo tra gennaio e aprile 2010, considerato un livello medio di ricorso alla Cig, ovvero il 50% del tempo lavorabile globale, si confermano in questo periodo oltre un milione e duecentocinquantamila di lavoratori coinvolti nei processi di Cigo, Cigs e Cigd. Se invece si prendono in considerazione i lavoratori equivalenti a zero ore per tutto il periodo 2010 si determina un’assenza completa di attività produttiva per 511.486 lavoratori, di cui 138.101 in Cigd. Lo studio della CGIL calcola inoltre i riflessi della Cig sulla busta paga: i lavoratori implicati in questi processi hanno perso, in questi quattro mesi, già oltre 1.594.185.894 di euro.
“L’immobilismo del governo renderà gran parte dell’apparto produttivo del paese obsoleto e sempre più marginale all’interno del quadro mondiale – osserva Camusso -. Il sistema produttivo ha bisogno di scelte, di indirizzi strategici, perché di certo la sua inevitabile ricollocazione e riorganizzazione non potrà generarsi spontaneamente. Lavoro e occupazione, sostegno agli investimenti e riduzione del carico fiscale su lavoratori dipendenti e pensionati: questa la strategia per fronteggiare la crisi”.