Il Comunicato stampa INPS del 16 aprile 2021 interviene sul tema della degli ammortizzatori sociali introdotti per le imprese che sospendono o riducono l’attività a seguito dell’emergenza COVID-19. In particolare, l’Istituto fornisce importanti chiarimenti sul rapporto tra le settimane di Cassa previste dalla Manovra 2021 e quelle recentemente riconosciute dal Decreto “Sostegni”.
Nel documento l’INPS precisa che le 12 settimane di Cassa integrazione COVID introdotte dalla Legge di bilancio 2021 decorrono dal 4 gennaio in quanto primo giorno lavorativo dell’anno. Ciò significa che l’accesso continuativo agli ammortizzatori sociali è garantito dal 4 gennaio al 28 marzo 2021.
Sempre l’ente di previdenza rende noto che, con prossima circolare, sarà chiarito (con parere conforme del Ministero del lavoro) che le settimane di Cassa integrazione introdotte dal Decreto Sostegni comprendono i periodi decorrenti dalla settimana in cui è collocato il 1° aprile. Questo equivale ad un’estensione della CIG anche al 29, 30 e 31 marzo.
Di fatto, analizzando nell’insieme le due novità, emerge la copertura degli ammortizzatori sociali anche per il periodo dal 28 al 31 marzo, a rischio di esclusione senza i chiarimenti INPS.
Analizziamo la questione in dettaglio.
Cassa integrazione COVID per il 2021: dodici settimane Legge di Bilancio
La Legge di bilancio 2021 riconosce 12 settimane di ammortizzatori sociali per le aziende che riducono o sospendono l’attività per eventi riconducibili all’emergenza COVID-19:
- nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2021 per i trattamenti di Cassa integrazione ordinaria (CIGO);
- tra il 1° gennaio e il 30 giugno per ASO erogato dal FIS e gli eventi di Cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD).
Destinatari della Cassa integrazione sono i lavoratori in forza il 4 gennaio 2021, a seguito di chiarimento INPS arrivato con la circolare n. 28/2021, previsione estensiva rispetto a quanto previsto in Manovra (nello specifico gli assunti al 1° gennaio 2021, data di entrata in vigore della Legge 178).
Di conseguenza, calcolando un ricorso continuativo agli ammortizzatori sociali dal 1° gennaio 2021, le 12 settimane si sono esaurite il 25 marzo 2021.
Al contrario, iniziare la Cassa dal 4 gennaio sposta il termine finale al giorno 28 marzo, con copertura dell’intera settimana lavorativa.
In alternativa, è nella facoltà delle imprese ricorrere alle 12 settimane in maniera non continuativa; a patto che le stesse interessino periodi sino al 31 marzo 2021 (per la CIGO) ovvero al 30 giugno 2021 (per CIGD e ASO).
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Rapporto con il Decreto Ristori
Come espressamente previsto in Manovra, eventuali periodi di Cassa previsti dal Decreto “Ristori” (Dl 137/2020) nel periodo a partire dal 1° gennaio 2021 sono da imputare alle 12 settimane.
Innanzitutto ricordiamo che il “Ristori” ha concesso 6 settimane di ammortizzatori “COVID-19” dal 16 novembre 2020 al 31 gennaio 2021.
Di conseguenza, i periodi richiesti e autorizzati dal Decreto 137 collocati, anche solo parzialmente, a decorrere dal 1° gennaio 2021 si scomputano dalle 12 settimane.
Ipotizziamo il caso dell’azienda Alfa cui sono state autorizzate 6 settimane del “Ristori” sino al 21 gennaio 2021. La stessa, avrà a disposizione, dal 22 gennaio 12 settimane ex Manovra cui sottrarre le 3 già autorizzate ai sensi del Decreto 137. Di conseguenza, potrà inoltrare domanda di Cassa (continuativa) dal 22 gennaio per 9 settimane sino al 25 marzo 2021.
Ulteriore CIG Decreto Sostegni
Il perdurare dell’emergenza COVID-19 ha spinto l’esecutivo Draghi a licenziare il Decreto legge numero 41 del 22 marzo 2021, cosiddetto Decreto “Sostegni”, con cui sono state introdotte ulteriori settimane di ammortizzatori sociali, a beneficio delle aziende che riducono o sospendono l’attività a causa dell’emergenza epidemiologica.
In particolare l’articolo 8 riconosce:
- 13 settimane di CIGO dal 1° aprile 2021 al 30 giugno 2021;
- 28 settimane di CIGD e ASO dal 1° aprile 2021 al 31 dicembre 2021.
L’accesso alla Cassa non è subordinato al pagamento del contributo addizionale all’INPS, al pari di quanto previsto per le 12 settimane ex Legge di bilancio.
Come ricordato dall’Istituto con il messaggio numero 1297 del 26 marzo scorso, i periodi disciplinati dal “Sostegni” si sommano a quelli della Manovra 2021. Ciò significa che:
- Per le aziende che ricorrono alla CIGO sono disponibili 25 settimane dal 1° gennaio al 30 giugno di cui 12 dal 1° gennaio al 31 marzo e 13 dal 1° aprile al 30 giugno;
- Al contrario, chi accede a CIGD e assegno ordinario avrà a disposizione 40 settimane dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021, di cui 12 da collocare obbligatoriamente entro e non oltre il 30 giugno 2021.
Destinatari della Cassa introdotta dal “Sostegni” sono i lavoratori in forza alla data di entrata in vigore del Decreto legge, nello specifico il 23 marzo 2021.
Cassa integrazione dal 29 marzo al 1° aprile
A seguito di quanto anticipato dal Comunicato stampa INPS, la circolare di prossima emanazione riconoscerà, in deroga a quanto previsto dal Decreto numero 41, l’accesso alle 13 o 28 settimane a decorrere dal 29 marzo 2021.
In attesa dei chiarimenti dell’Istituto, è opportuno precisare che, in caso di ricorso alle 12 settimane continuative ex Manovra dal 1° gennaio 2021 le stesse, esaurendosi il 25 marzo, lasceranno comunque scoperti i giorni dal 26 al 28 marzo.
Peraltro, si può ipotizzare con tutta probabilità che il conteggio delle settimane del “Sostegni” decorrerà dalla data effettiva di inizio della Cassa. Ad esempio in caso di ricorso dal 29 marzo, i periodi saranno conteggiati a partire dalla medesima data e non dal 1° aprile.
Gestione della busta paga
E’ opportuno sottolineare come l’estensione dei periodi di Cassa al 29, 30 e 31 marzo, è stata comunicata dall’INPS il giorno 16 aprile, quando la maggior parte delle realtà produttive e imprese avevano già elaborato le buste paga relative al mese di marzo applicando, per i giorni scoperti dagli ammortizzatori sociali, altre causali di assenza, ad esempio ferie o permessi.
Una rielaborazione, oggi, dei cedolini, richiesta a seguito del riconoscimento della Cassa per gli ultimi giorni di marzo, comporterebbe notevoli disagi per le aziende e i professionisti chiamati a modificare paghe il cui netto è probabilmente già stato bonificato ai dipendenti.