Toscana, Puglia, Lazio e Molise vietano di lavorare nei cantieri e nei campi nelle ore più calde della giornata e per tutta l’estate. Per ora sono 4 le Regioni che hanno emanato ordinanze in tal senso, ma potrebbero aggiungersene altre a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori dei settori che prevedono lavori intensi all’aperto e sotto il sole. I settori interessati sono edilizia, agricoltura e florovivaistica e il divieto vale se il luogo di lavoro interessato è segnalato in rosso nelle mappe fornite dall’INAIL sul sito www.worklimate.it
Aggiornamento: a questo elenco sono da aggiungere anche Abruzzo e Sicilia che hanno emesso ordinanze simili il 17 e 18 luglio e sempre fino al 31 agosto.
Il divieto di lavorare per il caldo estremo è disposto nella fascia oraria che va dalle 12.30 alle 16. Si tratta di un atto di civiltà e buon senso dovuto per proteggere i lavoratori dallo stress termico segnalato ormai da qualche anno da INAIL e associazioni di lavoratori, ma che i datori di lavoro faticano a seguire.
Ecco di seguito cosa prevedono le Ordinanze delle Regioni interessate.
Ordinanza stop lavoro per emergenza caldo in Toscana
Con Ordinanza del presidente della Giunta Regionale dell’11 luglio, concordata con la vicepresidente e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, è stato previsto lo stop al lavoro nei campi e sotto il sole dalle 12.30 alle 16. Questa misura sarà valida fino al 31 agosto e mira a tutelare la salute e l’equilibrio psicofisico dei lavoratori.
Il divieto in questa Regione si applica solo nei settori agricolo e florovivaistico nei giorni considerati più a rischio, identificabili consultando i dati del progetto Worklimate dell’INAIL, che fornisce mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo.
Ordinanza emergenza caldo e lavoro in Puglia
Il 10 luglio, il presidente della Puglia, Michele Emiliano, aveva emanato un’ordinanza urgente simile a quella toscana. Questa ordinanza vieta l’attività lavorativa nei settori edile e florovivaistico, in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle 12.30 alle 16. Questa ordinanza si va ad aggiungere ad una precedente del 18 giugno che prevedeva lo stesso divieto per il settore agricolo.
L’ordinanza pugliese è stata motivata dalla necessità di prevenire incidenti e decessi sul lavoro causati dal caldo estremo. Quindi al momento in Puglia sarà vietato lavorare nei settori agricolo, edile e florovivaistico nelle giornate da bollino rosso segnalate sul sito www.worklimate.it dalle 12.30 alle 16.00
Ordinanza emergenza caldo e lavoro Regione Lazio
Nel Lazio, il presidente Francesco Rocca aveva firmato il 20 giugno un’ordinanza che vieta le attività lavorative all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni in cui il rischio di esposizione al sole è classificato come “alto” dalle mappe dell’INAIL.
Questa misura, valida fino al 31 agosto, riguarda i settori agricolo, florovivaistico ed edile, considerati particolarmente vulnerabili allo stress termico.
Ordinanza emergenza caldo e lavoro Regione Molise
Nel Molise, il presidente Roberti ha firmato il 16 giugno un’ordinanza che vieta le attività lavorative all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni in cui il rischio di esposizione al sole è classificato come “alto” dalle mappe dell’INAIL.
Questa misura, simile quindi a quella della Regione Lazio, resta valida fino al 31 agosto, e vieta di lavorare nei settori agricolo, florovivaistico ed edile, considerati particolarmente vulnerabili allo stress termico.
Obiettivi delle Ordinanze
Queste misure per ora limitate solo ad alcune Regioni, ma a cui si spera andranno ad aggiungersene altre, sono a protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori: non vogliamo più morti e incidenti sul lavoro dicono in coro i vari rappresentanti delle Regioni interessate.
Si tratta di una delle tante iniziative per garantire e migliorare la qualità e la sicurezza nei luoghi di lavoro in tutto il territorio nazionale.
Rischio calore, cosa prevede la Legge
In base all’articolo 2087 del codice civile il datore di lavoro è obbligato a tutelare la salute e l’integrità fisica e morale del lavoratore, per fare ciò deve adottare nell’esercizio dell’impresa tutte le misure che sono necessarie, in base alla tipologia di lavoro e sulla base dell’esperienza e della tecnica fra cui il microclima.
Il datore di lavoro quindi, nel redarre il DVR, documento per la valutazione dei rischi, deve tener conto anche del fattore microclima sul luogo di lavoro, sia che si tratti di un ambiente di lavoro troppo freddo, sia se al lavoro fa troppo caldo.
Sul “Rischio Calore” l’ispettorato del lavoro ha emanato la Nota 5056 del 13 luglio 2023 diretta ai datori di lavoro e agli ispettori, con la quale riepiloga le principali indicazioni per la tutela della salute dei lavoratori. La nota in particolate richiama le precedenti prot. INL n. 4639 del 02/07/2021 e n. 3783 del 22/06/2022 e le indicazioni operative della nota prot. INL 4753 del 26/07/2022.
Leggi anche: Al lavoro fa troppo caldo? Ecco quando il lavoratore può rifiutarsi di lavorare…
Conclusione
Queste ordinanze regionali che vietano alcuni lavori per caldo estremo, evidenziano un impegno congiunto a livello nazionale per proteggere i lavoratori dalle condizioni climatiche estreme, sottolineando l’importanza della sicurezza sul lavoro e della tutela della salute durante le ore di massimo calore.
La speranza è che queste semplici ordinanze regionali si trasformino in regole nazionali e soprattutto che vengano rispettate e comprese dagli operatori del settore vista la loro importanza.
Segui gli aggiornamenti su Google News!
Segui Lavoro e Diritti su WhatsApp, Facebook, YouTube o via email