Colf e badanti rappresentano una voce di spesa non indifferente per moltissime famiglie italiane che, peraltro, quest’anno hanno dovuto sostenere maggiori costi anche per quanto attiene al pagamento della retribuzione e dei contributi per i lavoratori domestici. Lo prevede infatti il contratto di categoria e i più alti costi sono quelli che gravano e graveranno su quei datori di lavoro che hanno assunto o assumeranno figure con orari lunghi o in regime di convivenza.
Nei mesi scorsi anche l’allarme lanciato dall’Associazione Sindacale Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, Assindatcolf, per cui l’aumento del costo del lavoro farebbe rischiare una nuova impennata dei casi di ‘nero’, peraltro già molto diffuso in ambito lavoro domestico.
Ecco allora una importante contromisura in arrivo, certamente una buona notizia per le famiglie che hanno subito gli aumenti di retribuzioni e contributi. Stiamo parlando di un bonus lavoro domestico colf e badanti, ovvero uno sgravio contributivo del valore di 3mila euro, che servirà a compensare almeno in parte l’aumento dei costi. Vediamo più da vicino.
Come dovrebbe funzionare il nuovo Bonus per colf e badanti da 3000 euro
Di questa novità si era già parlato nell’ambito dei lavori che hanno preceduto l’approvazione in CdM del decreto Lavoro, un provvedimento che contiene un pacchetto di misure ad hoc, tra cui ad esempio quelle in materia di sicurezza.
Con l’ok del Governo al testo, ad inizio del mese scorso, non vi fu però la conferma ufficiale dell’introduzione del bonus colf e badanti. Ecco però adesso il ritorno dell’agevolazione nell’ambito dell’iter legislativo, che attiene al citato decreto. Nella fase di conversione in legge in Parlamento lo sgravio potrebbe riproporsi ed essere effettivamente varato, insieme ad altre novità in tema di lavoro agile e fringe benefit.
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Tuttavia il suo funzionamento cambierebbe rispetto alla versione originaria. Ricordiamo che nel 2023 i contributi previdenziali e assistenziali che i nuclei familiari versano per conto di colf e badanti assunte, sono – per la esclusiva parte a carico del datore di lavoro – deducibili dal reddito complessivo entro la soglia massima di 1.500 euro circa all’anno.
Ebbene, secondo la volontà originaria dei promotori dell’agevolazione, doveva trattarsi di un bonus tale da innalzare la soglia a 3mila euro, ma soltanto per il periodo d’imposta 2023, della deducibilità dal reddito per i contributi pagati dal datore di lavoro domestico nei confronti di colf e badanti contrattualizzate.
In altre parole nella bozza del decreto Lavoro trovavamo la previsione per cui il tetto alla deduzione Irpef dal reddito complessivo del costo sostenuto nel corso dell’anno dalle famiglie per i contributi previdenziali pagati per colf e badanti, avrebbe dovuto salire dagli attuali 1.549,37 a 3.000 euro.
Come accennato però, la possibile novità era stata messa in un secondo tempo in stand by, non trovando spazio nel testo del decreto Lavoro approvato. Ora il ritorno con la legge di conversione.
Quali sono le condizioni
Abbiamo appena detto che in cantiere vi è il bonus colf e badanti, ma secondo le ultime indiscrezioni emerse dai lavori relativi alla citata fase di conversione in Parlamento, l’agevolazione che sarà varata con la legge n. 685 di conversione del decreto n. 48 del 2023, avrà tratti differenti da quelli originariamente alla base dell’idea.
Un emendamento ad hoc al decreto, cui è seguito l’ok della Commissione affari sociali del Senato, introdurrebbe infatti uno sgravio contributivo o bonus colf e badanti che in concreto sarà assegnato soltanto a quelle famiglie che:
- assumono con contratti di lavoro domestico negli anni 2023, 2024 e 2025 a tempo indeterminato o con conversione da tempo determinato a indeterminato,
- e che potranno contare per 36 mesi su un esonero contributivo integrale fino a un massimo di 3.000 euro ogni anno.
In parole povere ciò significa che sulla spesa in gioco a seguito dell’assunzione di colf e badanti, i datori di lavoro non dovranno tener conto dei contributi dovuti fino a 3.000 euro l’anno e per un totale di un triennio.
Chi saranno i beneficiari
Lo sgravio contributivo in gioco è previsto allo scopo di sostenere le famiglie nell’assistenza degli anziani, ovvero di soggetti particolarmente bisognosi di cure da parte di un professionista che offra le sue prestazioni in modo continuativo.
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Per questa ragione il bonus colf e badanti in oggetto non si rivolge a tutti i lavoratori domestici ma soltanto a quelli che sono o saranno assunti con regolare contratto, per svolgere mansioni di assistente a:
- persona non autosufficiente;
- con più di 65 anni di età.
Tuttavia sono previste delle limitazioni all’agevolazione in oggetto perché il beneficio non sarà operativo nei casi in cui tra dipendente e datore di lavoro sia terminato un rapporto di lavoro domestico da meno di 2 anni. Lo sgravio contributivo o bonus colf e badanti non varrà neanche in ipotesi di assunzione di parenti o affini (salvo casi particolari). Queste in sostanza le anticipazioni a riguardo, mentre dovremo attendere la legge di conversione del decreto Lavoro per scoprire in tutti i dettagli e quale sarà il funzionamento del bonus colf e badanti in oggetto.
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