Cosa prevede il Decreto Rilancio sul Bonus 600 euro di aprile e maggio per i professionisti iscritti agli Ordini? La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto-Legge 34/2020 ha reso ufficiale la proroga, anche per i mesi di aprile e maggio, del “bonus 600 euro” per taluni lavoratori. In particolare, per il mese di aprile, il bonus arriva in maniera automatica, quindi senza alcuna conferma da parte del beneficiario che l’ha già ricevuto a marzo 2020.
Per quanto riguarda il mese di maggio, invece, la platea viene fortemente ridotta e il bonus, seppure aumentato a 1.000 euro, verrà riconosciuto solo nel rispetto di precise condizioni. Infatti, dovrà essere dimostrato che il richiedente abbia subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto al reddito del secondo bimestre 2019.
Ma cosa prevede la norma sul bonus per i professionisti con Casse Private iscritti agli Ordini, ossia coloro che l’hanno ricevuto a marzo mediante il cd. “Fondo per il reddito di ultima istanza”? Per questi ultimi, l’art. 78 del Dl numero 34/2020 risulta essere un po’ più enigmatico, in quanto non specifica espressamente la spettanza del bonus.
L’articolo, infatti, si limita a indicare il rifinanziamento del predetto fondo per un importo pari a 1.150 milioni di euro. Inoltre, specifica che il decreto di attuazione del bonus viene rimesso a un apposito decreto del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Rilancio. Pertanto al momento non è possibile indicare l’importo certo dell’indennità, che sarà stabilito proprio dal successivo decreto ministeriale.
Bonus 600 euro di marzo per professionisti Casse private
Per i professionisti iscritti a un Albo professionale (es. Dottori Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Avvocati, ecc.), il governo ha istituito nel Cura Italia il “Fondo per il reddito di ultima istanza”. Il Fondo, in particolare, riguarda coloro che hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa a causa dell’epidemia da COVID-19.
In base ala predetta norma, i criteri di priorità e le modalità di attribuzione dell’indennità sono definiti con uno o più decreti del MLPS e MEF.
Trattasi, in altre parole, di:
- soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi albi o elenchi;
- soggetti che esercitano attività libero-professionale, ancorché contemporaneamente svolgano attività di lavoro dipendente.
Il D.I. (Lavoro-Economia) è stato firmato il 28 marzo 2020 dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che fissa le modalità di attribuzione dell’indennità in commento.
L’indennità, pari a 600 euro per il mese di marzo, è stata riconosciuta ai seguenti soggetti:
- ai lavoratori che abbiamo percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo (compresi canoni di locazione assoggettati a tassazione) non superiore a 35000 euro la cui attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19;
- o con reddito compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività per il COVID-19.
Indennità di aprile e maggio per i professionisti iscritti agli Ordini
Per quanto riguarda i professionisti iscritti a una Cassa di previdenza privata, due sono le disposizioni contenute nel Dl Rilancio.
Da un lato, vi è l’art. 78 che procede al rifinanziamento del “Fondo di ultima istanza”. A tal proposito, l’articolo stabilisce che ai fini del riconoscimento, per i mesi di aprile e maggio 2020, vi sono due novità:
- incremento considerevole del fondo (da 300 a 1.150 milioni di euro);
- ampliamento dei tempi di possibile emanazione del necessario decreto attuativo, che passano da 30 a 60 giorni.
Di fatto, quindi, parrebbe che l’indennità per i professionisti iscritti a casse di previdenza sia prevista; ma le condizioni per l’effettiva fruizione e il relativo importo sono comunque vincolate ad uno o più decreti successivi da parte del Ministero del Lavoro.
Infine, il Decreto Rilancio pone ordine nelle cause che impediscono al professionista iscritto a cassa di richiedere l’indennità. Nello specifico, il richiedente alla data di presentazione della domanda:
- non deve essere titolare di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
- non deve essere titolare di pensione.