L’assegno unico dallo scorso anno ha sostituito una serie di misure di sostegno alla natalità e genitorialità, accorpando e razionalizzando un sistema in precedenza fin troppo articolato e disorganico. Grazie all’assegno unico le famiglie beneficiarie possono oggi avvalersi di un contributo economico mensile, al posto di altri strumenti quali ad es. le detrazioni fiscali, erogato in caso di presenza di figli a carico fino ai 21 anni. Invece, nessun limite di età per i figli disabili.
Com’è noto l’assegno unico è garantito a tutte le famiglie, al di là della loro condizione reddituale, e per questo è chiamato altresì ‘universale’. A cambiare è piuttosto l’ammontare del contributo: non dimentichiamo infatti che l’entità dell’erogazione mensile è basata sull’ISEE valido al momento nella quale il nucleo familiare fa la richiesta – ma se non si dispone del documento si può comunque conseguire l’assegno in oggetto.
Ebbene, per quanto riguarda la mensilità di maggio si stanno verificando dei ritardi nel versamento della somma, su cui però l’Inps ha dato recentemente importanti chiarimenti – spiegando il perché non è ancora arrivato. Scopriamo allora insieme per quale motivo vari beneficiari della misura stanno assistendo ad un vero e proprio rallentamento degli accrediti. I dettagli.
Assegno unico di maggio 2023 in ritardo: ecco i motivi
Non sono mancate le segnalazioni di chi ha fatto presente il ritardo e, conseguentemente, l’Inps è intervenuta: sollecitato dalla mole di richieste, l’istituto di previdenza ha infatti spiegato che dietro i ritardi vi sono le operazioni centralizzate di conguaglio in corso, che stanno rallentando l’accredito delle somme spettanti. A seguire il contenuto del messaggio ad hoc pubblicato da Inps nelle scorse ore, all’interno della pagina Facebook Inps per la Famiglia dedicata alle agevolazioni per le famiglie:
per l’erogazione di alcuni assegni unici per il mese di maggio si sono verificati dei differimenti per la quasi totalità legati all’effettuazione di un’operazione centralizzata che dovrà determinare il conguaglio positivo o negativo spettante. Ciò nei casi di presentazione tardiva di ISEE, calcolo della settima e ottava mensilità, nuove nascite oppure rettifiche di ISEE e riconoscimenti o recupero di maggiorazioni non spettanti. Le operazioni di conguaglio potranno interessare anche i prossimi pagamenti. Nei prossimi giorni vi forniremo ulteriori informazioni.
Proprio così: coloro che non hanno ancora ricevuto l’accredito del beneficio mensile, secondo le consuete tempistiche e date, con tutta probabilità fanno parte di quelle casistiche per cui sono attive verifiche ad hoc su impulso di Inps. Pensiamo ad esempio ai citati casi delle verifiche sulle maggiorazioni (non spettanti) applicate all’importo, oppure alla ritardata presentazione dell’ISEE o alla sua rettifica se già presentato o ancora ai casi delle nuove nascite, che influiscono sull’ammontare dell’assegno unico.
Abbiamo detto che si tratta di operazioni di conguaglio e, perciò, gli esiti delle attività potranno portare o al riconoscimento di ulteriori di somma da erogare ai beneficiari, oppure al contrario alla sottrazione o recupero delle somme non spettanti. Come accennato, i chiarimenti Inps si trovano pubblicati all’interno della pagina FB dedicata alle agevolazioni per le famiglie.
Conguaglio positivo o negativo
Più nel dettaglio, se alla luce dei controlli centralizzati dovessero emergere arretrati o il riconoscimento di importi maggiori (non ancora erogati), il conguaglio sarà a credito e implicherà perciò un aumento dell’assegno unico riconosciuto. Da notare peraltro che con il Decreto Lavoro sono state introdotte specifiche novità in campo di maggiorazioni del contributo. Infatti l’aumento in ipotesi di genitori lavoratori sarà previsto anche a favore delle famiglie con un solo genitore vedovo e lavoratore.
D’altro lato, nel caso in cui i controlli centralizzati in corso dovessero invece indicare il ricalcolo in negativo dell’ammontare dell’assegno unico, l’ammontare versato sarà inferiore rispetto alle anteriori mensilità. Ci riferiamo a quei casi di accredito di maggiorazioni a cui in concreto non si ha diritto o ancora alla presentazione di un modello ISEE di valore maggiore, che incide evidentemente sulla quantificazione dell’ammontare mensile dell’assegno unico, secondo regole note.
Quando avviene il pagamento dell’assegno unico?
Ricordiamo che l’assegno unico arriva di solito entro due distinte finestre temporali, che riportiamo di seguito:
- dal 10 al 20 del mese sono versate le somme per cui non sono scattate modifiche rispetto ai periodi anteriori;
- mentre in ipotesi di variazioni o per le nuove domande di assegno unico si comincia dal 20 di ciascun mese e si giunge al termine del mese di riferimento.
Come abbiamo detto, molte famiglie sono ancora in attesa della rata di maggio, che di solito viene erogata entro il 20 del mese per chi non ha subito variazioni dell’importo rispetto ai mesi precedenti. Ebbene, se questi sono i tempi caratteristici per l’erogazione della misura, abbiamo detto che a maggio in più casi non sono stati rispettati, avendosi non pochi ritardi nell’accredito dell’ammontare.
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Ecco allora che l’istituto ha scelto di prendere parola e spiegare – come sopra accennato – il perché dei rallentamenti nell’assegnazione della mensilità di maggio dell’assegno unico, attraverso il citato post su Facebook. Le famiglie che stanno subendo questi ritardi sono essenzialmente quelle oggetto di un prossimo conguaglio, positivo o negativo.
Infine, i nuclei beneficiari potranno comunque fare riferimento sul fascicolo previdenziale, voce “Pagamenti”, al fine di venire a conoscenza della previsione di pagamento, perché di solito l’Inps indica la data valuta pochi giorni prima dell’erogazione effettiva del contributo. La data di valuta è il giorno nel quale le somme saranno di fatto disponibili sul conto corrente indicato in sede di presentazione della richiesta.