Forse la novità non sorprenderà tutti, ma l’introduzione effettiva dell’assegno unico figli è stata da poco tempo rimandata a gennaio 2022. Non è più dunque il primo luglio la data del varo ufficiale del beneficio, introdotto da un lato per aiutare economicamente le famiglie con figli a carico; e dall’altro per favorire la natalità che, come ben noto, in Italia risente della crisi demografica degli ultimi anni. Sempre meno coppie fanno figli e, certamente, gli effetti combinati di pandemia e lockdown, con la riduzione o blocco delle attività economiche e lavorative, non hanno spinto verso l’inversione di tendenza.
Sull’assegno unico figli a carico, ci eravamo già soffermati recentemente, focalizzandoci su requisiti ed importi; ma anche sulla data dell’entrata in vigore che – con una decisione delle ultime ore – è stata modificata.
Il punto è però che, almeno per i prossimi mesi, il provvedimento relativo all’assegno unico figli, di cui al cosiddetto ‘Family Act‘ resterà confermato sulla carta; mentre per l’attuazione pratica, occorrerà aspettare – come accennato – l’inizio del prossimo anno. Lo ha confermato agli organi di informazione proprio Elena Bonetti, ossia la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia.
L’esponente di Italia Viva, ora nella squadra di Governo, ha annunciato infatti lo spostamento della data del progetto; già peraltro approvato in Parlamento e in attesa dei decreti attuativi.
Assegno unico figli a carico rinviato al 2022: per quali motivi
E’ chiaro che alla luce del ritardo nell’avvio della misura, appena confermato da fonti ministeriali, in molti si staranno domandando o si domanderanno quali sono le cause di questa scelta, per certi versi inaspettata.
Il motivo è per così dire di natura ‘organizzativa’. Pertanto, a due mesi di distanza dalla data originaria di partenza indicata dall’Esecutivo Draghi, è come detto la Ministra Bonetti a chiarire il rinvio: “L’assegno unico e universale completo partirà a regime da gennaio del prossimo anno, ma il percorso comincerà dal primo luglio”.
In buona sostanza, i sei mesi di rinvio ad inizio 2022 sono stati introdotti allo scopo di impedire che i nuclei familiari italiani vadano in difficoltà. Al mondo delle istituzioni appare cioè conveniente conservare – almeno temporaneamente – il vigente sistema di detrazioni fiscali, da un lato per non produrre problemi ‘burocratici’ ai lavoratori; dall’altro, in modo da essere via via sostituito – senza intoppi – dal meccanismo assegno unico ed universale.
Transazione graduale all’Assegno unico figli a carico
In termini pratici, ciò vorrà dire che per sei mesi saranno ancora versati assegni famigliari e bonus bebè, secondo le regole attuali; ma nel frattempo saranno raccolte le domande per il nuovo assegno unico figli; che dunque una volta a regime assorbirà tutti gli altri strumenti di welfare parentale, di fatto superandoli ed eliminandoli.
Così si spiegano le recenti parole della Ministra, interpellata dagli organi di informazione sul perchè del rinvio dell’assegno unico. “Siccome i dipendenti oggi stanno percependo le loro detrazioni in busta paga, visto che ci sono stati degli anticipi, questi primi sei mesi devono innestarsi su un percorso di detrazione fiscale che deve continuare. Le detrazioni fiscali saranno poi completamente assorbite nell’assegno unico da gennaio“.
Rinvio Assegno unico figli a carico scontenta tutti, ma non stupisce
Ovvie le reazioni di disappunto e di rammarico tra le famiglie italiane che già auspicavano di poter contare su questo nuovo contributo, a partire dall’estate 2021. In verità, però l’annuncio ha provocato molti scontenti anche in diverse forze politiche. Per esempio, in una nota del PD, si rimarca la disapprovazione; segnalando tuttavia che la scelta “provoca delusione ma non sorprende“. Ciò in rapporto anche alla crisi di governo e alla delicata situazione dovuta all’accoppiata pandemia-lockdown. “La crisi di governo e la pandemia hanno fatto perdere mesi preziosi e […] la trasformazione dal vecchio al nuovo regime, chiaramente indicata dalla legge delega, richiede ancora molto lavoro”, è stato infatti precisato nella nota.
Il Partito Democratico ha così richiesto al Governo Draghi di impegnarsi con forza nei prossimi mesi, affinchè non vi siano ulteriori ritardi nell’attuazione dell’assegno unico famiglie, a partire dal primo gennaio 2021.
Anche da altra sponda politica, la reazione non si è fatta aspettare. La capogruppo al Senato di Forza Italia, ha infatti dichiarato: “In tanti si sarebbero aspettati già da luglio di percepire un importo mensile fino a un massimo di 250 euro in base al nucleo familiare e al reddito. E invece la ministra Bonetti, seppur con argomentazioni tecniche giuste, ha detto che prima di gennaio le famiglie italiane non riceveranno nulla”. La Bernini poi ha sintetizzato: “Ora non si perda ulteriore tempo”.
Cos’è l’assegno unico figli a carico
Infine, ricordiamo alcuni aspetti essenziali del nuovo contributo alle famiglie con figli a carico, che certamente resterà argomento in prima linea nell’agenda di Governo da qui a fine anno.
L’assegno unico figli di cui alla riforma “Family Act” sarà rivolto a tutte le famiglie con figli entro ai 21 anni; e comporterà un importo fino a 250 euro per ciascun figlio (con una maggiorazione per i figli disabili), in relazione ai dati aggiornati ISEE.
Rimarchiamo questo aspetto perchè degno di nota: l’assegno in questione sarà destinato a tutte le famiglie, inclusi incapienti; autonomi e partite Iva, fino adesso tagliate fuori perché gran parte degli aiuti economici alle famiglie sono correlati al contratto di lavoro subordinato; o a detrazioni fiscali, che non sono incassate con livelli di reddito al di sotto della no tax area.
Il beneficio mirato a favorire le nuove nascite, potrà essere domandato fin dal settimo mese di gravidanza e sarà garantito almeno fino ai 18 anni. Dai 18 ai 21, la somma potrà essere versata direttamente ai giovani, aventi diritto.
Secondo gli osservatori, l’assegno unico figli dovrebbe essere avere un importo medio tra i 40 e i 97 euro al mese per ciascun figlio in maggiore età; valore più alto, ossia tra i 67 e i 161 euro per ciascun figlio under 18. Ma ovviamente, per tutti i dettagli e le conferme del caso, non resta che attendere la partenza a pieno regime del beneficio.