L’inclusione sociale rappresenta un elemento chiave nelle politiche di contrasto alla povertà e alla marginalità, e una delle misure più importanti per raggiungere questo obiettivo è l’attivazione di tirocini sociali.
Con la nota n. 16631 del 3 ottobre 2024, il Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito importanti chiarimenti riguardanti l’attivazione di tirocini di inclusione sociale a favore dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione (ADI) e di individui in condizioni di disagio socio-economico.
Ecco una sintesi di quanto riportato nella nota ministeriale, il cui testo completo è allegato in fondo a questa pagina.
Cos’è il Tirocinio di Inclusione Sociale?
I Tirocini di Inclusione Sociale (TIS) sono uno strumento prezioso per promuovere l’autonomia e la riabilitazione delle persone che vivono in condizioni di disagio, soprattutto quelle escluse dal mercato del lavoro. Regolamentati dal d.lgs. 147/2017 e dalle normative regionali, i TIS sono attivati dai servizi sociali e rivolti ai beneficiari dell’ADI che non possono essere inseriti immediatamente in un percorso lavorativo nell’ambito del Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS).
Questi tirocini non sono considerati come reddito ai fini del calcolo dell’ISEE, e pertanto, non incidono sul diritto o sull’importo dell’Assegno di Inclusione. Tale precisazione è essenziale per chiarire che i beneficiari ADI non devono presentare il modello ADI-Com esteso quando partecipano a un TIS, differenziandoli dai tirocini formativi e di orientamento, che richiedono invece la comunicazione all’INPS per la cumulabilità con l’ADI entro un massimo di 3000 euro lordi annui.
Beneficiari dei Tirocini di Inclusione Sociale
Il pubblico di riferimento dei TIS è ampio. Oltre ai destinatari dell’ADI, questi tirocini possono essere attivati anche per nuclei familiari o individui con un ISEE inferiore a 9.360 euro, purché siano seguiti dai servizi sociali attraverso un processo di “presa in carico”, come definito dalle Linee di indirizzo sul contrasto alla povertà del Decreto Ministeriale 160/2023.
Questi tirocini rappresentano, dunque, una risorsa preziosa per chi, pur non avendo accesso all’ADI, vive in condizioni di disagio economico e necessita di percorsi di inclusione personalizzati.
Gestione Operativa dei TIS
Dal punto di vista operativo, l’attivazione di un TIS richiede un coordinamento tra i servizi sociali e le aziende ospitanti, che devono comunicare correttamente la natura del tirocinio attraverso le Comunicazioni Obbligatorie (CO). Nelle CO, è fondamentale utilizzare la categoria “09 – PERSONA PRESA IN CARICO DAI SERVIZI SOCIALI E/O SANITARI”, che identifica i tirocini sociali. Un errore in questa fase potrebbe portare alla sospensione dell’ADI per il tirocinante, a causa della mancata presentazione dell’ADI-Com esteso, che invece non è necessario per i TIS.
Inoltre, i case manager, responsabili della gestione dei casi di inclusione sociale, devono inserire i tirocini nel sistema GePI per garantire che le informazioni siano automaticamente trasferite all’INPS e per evitare sanzioni legate alla mancata o errata comunicazione dei tirocini attivati.
Finanziamenti e Prospettive Future
Un aspetto centrale dei TIS è il finanziamento. Le risorse per finanziare questi tirocini provengono dalla Quota servizi del Fondo Povertà, destinata alla realizzazione di interventi per contrastare l’esclusione sociale. A partire dal 1° gennaio 2024, i fondi non utilizzati per le annualità 2018-2023 potranno essere reindirizzati verso i beneficiari dell’ADI e altre categorie svantaggiate, permettendo così di ampliare il numero di persone che possono accedere a questa misura.
Questa flessibilità nel riutilizzo delle risorse permette di garantire una continuità di interventi mirati non solo ai beneficiari dell’ADI, ma anche a quei nuclei familiari che, pur non essendo formalmente inclusi nel programma ADI, si trovano in condizioni di povertà e hanno bisogno di un sostegno per raggiungere l’autonomia economica.
Il Tirocinio di Inclusione Sociale in sintesi
In sintesi, i Tirocini di Inclusione Sociale rappresentano un importante strumento di supporto per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione e per le persone in condizioni di disagio economico, offrendo loro opportunità di reinserimento sociale e di miglioramento delle proprie condizioni di vita. Grazie ai chiarimenti forniti dal Ministero del Lavoro con la nota n. 16631 del 3 ottobre 2024, si sono semplificate le procedure operative e amministrative per la gestione dei tirocini, riducendo i rischi di errore e garantendo una maggiore tutela per i beneficiari.
Questa misura conferma l’importanza di una rete integrata di servizi sociali e di politiche di inclusione attiva, in grado di rispondere ai bisogni delle persone più vulnerabili. La sfida per il futuro sarà quella di continuare a garantire risorse sufficienti e di migliorare la cooperazione tra i diversi attori coinvolti, al fine di rendere l’inclusione sociale una realtà sempre più diffusa e accessibile.
Allegati
Di seguito alleghiamo il testo completo della nota n. 16631 del 3 ottobre 2024, con la quale il Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti sull’attivazione di tirocini di inclusione sociale a favore dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione (ADI). Alleghiamo inoltre il testo del Decreto ministeriale n. 160 del 29 dicembre 2023.
Ministero del Lavoro, nota 16631 - 2024 - ADI - Tirocini (251,3 KiB, 322 hits)
Decreto Ministeriale n. 160 del 29 dicembre 2023 (394,5 KiB, 169 hits)