Da dicembre potrebbe prendere il via l’invio delle domande per poter accedere all’assegno di inclusione, per il quale l’erogazione potrebbe partire dal 1° gennaio 2024. Un passo alla volta questa ipotesi inizia a farsi largo: il timore è che possa esserci un sovraffollamento delle richieste e che la piattaforma digitale possa andare in tilt per il sovraccarico di richieste. Una situazione che potrebbe essere evitata andando ad anticipare l’invio delle richieste ed evitare che ci sia un vero e proprio click day.
È bene ricordare che l’assegno di inclusione dovrà essere richiesto – anche quando la domanda viene effettuata attraverso i Patronati ed i CAF – in via telematica all’Inps. Prima di erogarlo, l’istituto provvede a verificare il possesso dei requisiti e delle condizioni del richiedente.
Perché tutto possa prendere l’opportuno avvio, in questo momento, mancano ancora i documenti di prassi Inps. Ma soprattutto il decreto attuativo del Ministero del Lavoro, al cui interno siano comprese le linee guida per definire, in maniera ufficiale, l’accesso all’agevolazione.
Assegno di inclusione: a chi è rivolto
Benché manchino poche settimane al suo debutto, ci sono ancora alcuni dubbi operativi relativi all’assegno di inclusione. Ricordiamo che il nuovo strumento, almeno sulla carta, dovrebbe contrastare la povertà. La misura è stata varata direttamente dall’Esecutivo attraverso il Decreto Lavoro.
Entrando un po’ più nel dettaglio, l’assegno di inclusione è ufficialmente rivolto alle famiglie al cui interno siano presenti:
- delle persone minorenni;
- dei soggetti con delle disabilità;
- delle persone che abbiano compiuto almeno 60 anni di età;
- componenti con degli svantaggi e che siano inseriti all’interno di programmi di cura ed assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione.
Come funziona
La partenza dell’assegno di inclusione è prevista per il 1° gennaio 2024. Altro discorso, invece, è quello relativo al supporto per la formazione e il lavoro, che è attivo dallo scorso mese di settembre. L’iniziativa che partirà dal prossimo anno è un vero e proprio sostegno economico, che viene erogato direttamente dall’Inps. Beneficiari della misura sono le famiglie che sono in possesso dei requisiti che abbiamo visto nel paragrafo precedente.
Grazie all’assegno di inclusione viene integrato il reddito fino a 6.000 euro all’anno: vengono erogati 500 euro ogni mese, a cui si aggiunge l’eventuale contributo per l’affitto che è pari a 3.360 euro all’anno. Nel caso in cui il nucleo familiare sia composto da persone con più di 67 anni, gli importi diventano rispettivamente 7.560 euro e 1.800 euro all’anno.
Quando parte l’assegno di inclusione
Come anticipato in precedenza, la misura entrerà in vigore dal prossimo 1° gennaio 2024. Anche se, questo termine potrebbe essere anticipato.
Il Governo Meloni avrebbe, infatti, intenzione di anticipare i tempi per presentare le richieste, in modo tale che da evitare un click day nel momento in cui venga aperta la piattaforma per presentare le domande. Verrebbe scongiurato, in quel modo, un possibile sovraffollamento che potrebbe mandare in tilt l’intera piattaforma.
Quando fare la domanda di assegno di inclusione
Stando alle ipotesi che hanno iniziato a circolare nel corso di questi giorni, il Ministero del Lavoro avrebbe allo studio la possibilità di avviare le richieste già dalla metà di dicembre 2023.
Purtroppo, al momento, ci sono ancora alcuni problemi che frenano l’avvio della piattaforma ufficiale. Il decreto attuativo della misura, all’interno della quale dovrebbero essere contenute le linee guida per definire con precisione le condizioni di svantaggio non è ancora stato pubblicato. Le domande, purtroppo, non potranno essere inviate prima della sua pubblicazione.
Cosa manca ancora
Prima che l’assegno di inclusione diventi effettivamente operativo è necessario che arrivino altri decreti legati strettamente alla sua attuazione. Ad indicarlo è direttamente il Dipartimento per il Programma di Governo. Queste operazioni non sono strettamente legate alla domanda, ma sono necessari perché la misura possa essere avviata.
Questi decreti sono connessi con l’approvazione delle linee guida per la costruzione di reti di servizi connessi all’attuazione dell’assegno di inclusione. Ma non solo, sono legati:
- alla predisposizione di un piano triennale per contrastare la percezione irregolare del sussidio;
- ai termini e alle modalità di richiesta del beneficio addizionale per chi avvia un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o una società cooperativa;
- ai termini e alle modalità di attivazione per l’accesso ai percorsi di inclusione sociale e lavorativa aggiuntivi rispetto a quelle già previste per i beneficiari del reddito di cittadinanza.