Non tutti sanno che attualmente è disponibile, su erogazione dell’INPS, un particolare assegno per congedo matrimoniale: si tratta di una prestazione previdenziale che non viene garantita a tutti, ma solamente a chi rientra in determinati parametri e rispetta alcuni specifici requisiti.
L’assegno per congedo matrimoniale è rivolto principalmente agli operai nei settori industria e artigianato, che non risultano occupati. Con il recente messaggio 2951 del 14 agosto 2023, l’ente previdenziale INPS ha chiarito alcuni dettagli sul funzionamento di questo particolare congedo.
L’assegno equivale ad una prestazione pari a 7 giorni di retribuzione, è compatibile con alcune erogazioni, mentre non è compatibile con altri tipi di indennità. Andiamo a fare chiarezza su come funziona l’assegno per congedo matrimoniale secondo le ultime istruzioni INPS.
Cos’è l’assegno per congedo matrimoniale
L’assegno in questione è una prestazione erogata dall’INPS ai lavoratori in occasione di matrimonio civile, oppure concordatario o unione civile. Si tratta quindi di una indennità a cui è possibile accedere solamente in questo particolare caso, e bisogna considerare che vengono esclusi dall’assegno coloro che si sposano con un matrimonio solamente religioso, e non di tipo civile.
Come vedremo tra poco, questo assegno non è garantito a tutti i lavoratori, ma solo a quelli che rientrano in alcune categorie specifiche. Per poter ricevere questa indennità, il lavoratore deve appartenere ai specifici settori a cui si rivolge l’assegno.
L’ultima comunicazione INPS in merito a questo sostegno ricorda che per poterlo ricevere, il lavoratore deve presentare una specifica richiesta, con preavviso di almeno sei giorni. Si tratta quindi di un assegno erogato su richiesta, e non in modo automatico.
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A chi spetta l’assegno per congedo matrimoniale
Andiamo a vedere nel dettaglio chi sono i beneficiari di questa misura INPS. A poter ricevere l’assegno per il congedo matrimoniale sono gli operai del settore industria e artigianato, a meno che non vengano stabilite espressamente disposizioni diverse nei contratti collettivi nazionali.
La prestazione non viene quindi garantita agli impiegati o ai lavoratori esclusi dalle categorie viste prima. L’assegno viene riconosciuto solamente agli operai, dei settori qui citati, che non sono occupati, e che hanno prestato il proprio lavoro per aziende industriali, artigiane e cooperative specifiche, soggette a contributo CUAF per almeno 15 giorni nei 90 precedenti la data in cui avviene il matrimonio.
Il rapporto di lavoro inoltre deve essere attivo da almeno una settimana. Sulla base di queste disposizioni, l’INPS chiarisce chi sono effettivamente i beneficiari dell’assegno, individuando le seguenti categorie:
- Lavoratori operai disoccupati, che nei 90 giorni precedenti al matrimonio hanno lavorato per almeno 15 giorni per un’azienda industriale, artigiana o cooperativa;
- Lavoratori che non si trovano in servizio, per qualunque motivo che sia giustificato. Un esempio di questa casistica è il richiamo alle armi.
Il sostegno può essere garantito ad entrambi i coniugi, purché rispettino i requisiti per accedervi. Come anticipato, sono esclusi dall’assegno coloro che svolgono un matrimonio puramente religioso.
Per ciò che riguarda gli stranieri, l’INPS ha precisato che il lavoratore straniero può accedere alla prestazione se ha acquisito la residenza italiana prima del giorno del matrimonio, come lo stato di coniugato.
Come funziona l’assegno di congedo matrimoniale
L’assegno di congedo matrimoniale consiste in una indennità pari a sette giorni di retribuzione lavorativa. Per calcolare nello specifico caso qual è l’importo da corrispondere, si fa riferimento allo stipendio precedentemente percepito dal lavoratore.
L’INPS nell’ultima circolare chiarisce anche gli aspetti che riguardano la cumulabilità dell’assegno con altre prestazioni erogate dall’ente o da enti similari, ovvero:
“Tale prestazione, concessa in occasione del matrimonio civile o concordatario o unione civile, non è cumulabile con eventuali altri trattamenti retributivi o sostitutivi della retribuzione per il medesimo periodo (cfr. la circolare n. 248/1992), a eccezione dell’indennità giornaliera di inabilità per infortunio sul lavoro dell’INAIL nella misura pari alla differenza tra gli importi spettanti per le due prestazioni (cfr. la circolare n. 164/1997).”
Questo assegno in alcuni casi, come vedremo tra poco, può essere corrisposto dall’INPS in modo diretto, tramite bonifico, presso l’ufficio postale, oppure con accredito sul conto corrente bancario o postale, per cui il beneficiario può indicare un proprio IBAN per la ricezione del sostegno.
Negli altri casi è il datore di lavoro a procedere con l’erogazione e a ricevere poi il rimborso. Come anticipato, è il lavoratore a dover presentare una domanda di accesso a questo assegno, nel rispetto dei requisiti prefissati.
Come accedere all’assegno
Per accedere a questa misura bisogna presentare una domanda direttamente all’INPS con un preavviso di almeno sei giorni, attraverso il servizio specifico messo a disposizione dall’ente previdenziale. Si può procedere in autonomia online, accedendo al portale ufficiale INPS, oppure contattare il numero dell’ente, oppure ancora chiedere l’assistenza di un patronato abilitato sul territorio.
La somma che viene anticipata dal datore di lavoro, viene restituita tramite i contributi dovuti per il periodo di riferimento, secondo il flusso UniEmens, con i codici L051 (Assegno per congedo matrimoniale) e L052 (Diff. Assegno per congedo matrimoniale).
Possono invece accedere al pagamento diretto i lavoratori che si trovano in disoccupazione, ma che nei 90 giorni precedenti al matrimonio hanno lavorato per almeno 15 giorni. In questo caso la domanda può essere presentata all’INPS entro un anno dal matrimonio.