Innovare la PA in vista delle sfide imposte dal futuro, e agevolare il turnover, con il ricambio generazionale e l’ingresso di forze fresche e giovani, che possano dare il loro contributo per il buon funzionamento degli uffici pubblici: questi sono alcuni degli obiettivi principali del Ministero per la Pubblica Amministrazione e, per perseguirli in modo efficace nei prossimi anni, è via libera all’apprendistato nella PA.
Proprio così: oltre al tradizionale percorso di ingresso rappresentato dal concorso pubblico e dalle relative prove, sarà possibile lavorare negli uffici pubblici anche firmando un contratto di apprendistato – come accade nel settore privato.
Vediamo allora un po’ più da vicino una novità in qualche modo rivoluzionaria per il pubblico impiego e il reclutamento di laureati.
Apprendistato nel Pubblico Impiego: ecco il decreto attuativo
Recentemente il ministro per la PA ha firmato il provvedimento attuativo, che indica con quali modalità e criteri reclutare i giovani laureati – attraverso il cd. apprendistato. Infatti, da un comunicato stampa del 26 dicembre scorso si apprende che il citato organo dello Stato ha sottoscritto il decreto interministeriale che introduce, di fatto, questo contratto nella PA.
Più nel dettaglio, il decreto – adottato in coordinamento con il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca – concretizza e pone attuazione alle regole di cui all’art.3-ter del decreto-legge n. 44 del 2023, convertito – con modificazioni – dalla legge n. 74 dello scorso giugno, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle singole PA.
Detto articolo, infatti, demanda ad un decreto interministeriale l’individuazione dei contenuti omogenei delle convenzioni non onerose, che le amministrazioni pubbliche potranno sottoscrivere, fino al 31 dicembre 2026, con le università (anche telematiche). Ciò permetterà di individuare gli studenti da assumere con contratto di apprendistato.
Limiti e condizioni del nuovo apprendistato nella PA
Qual è il perimetro di queste importanti novità? Ebbene secondo le nuove regole in tema di apprendistato PA, le singole amministrazioni – fino al 31 dicembre 2026 – potranno assumere giovani laureati, previamente individuati e selezionati su base territoriale, al fine di svolgere un’esperienza di lavoro con contratto a tempo determinato di durata massima pari a 36 mesi. Inoltre, secondo quanto previsto dalle norme sull’apprendistato nel pubblico impiego, le PA potranno individuare giovani di età minore di 24 anni, che abbiano completato gli esami di cui al piano di studi.
Attenzione però, in quanto le appena menzionate assunzioni dovranno compiersi nel rispetto del limite del 10% delle capacità di assunzione di ogni PA. Previsto invece il 20% per i comuni, le unioni di comuni, le province e le città metropolitane, ovvero per le realtà locali in cui il contributo dato da forze fresche potrà essere ancora più marcato.
Da notare altresì che le singole amministrazioni saranno obbligate a sottoscrivere le convenzioni in primis con gli atenei più vicini o comunque compresi entro il territorio della singola PA, ma anche su questo il decreto interministeriale 26 dicembre 2023 fornisce tutte le informazioni, oltre a dettagliare i contenuti standard delle stesse convenzioni.
Accesso all’apprendistato nella PA con selezione speciale
Come è intuibile, le norme in materia di nuovo apprendistato per lavorare nella PA impongono una selezione dei candidati ritenuti meritevoli. Ed infatti le singole amministrazioni, sulla base del proprio ambito territoriale, fisseranno gli specifici requisiti ai fini dell’ammissione alle prove concorsuali – tramite avvisi via via pubblicati sul portale di reclutamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica.
Pertanto, onde poter stipulare detto contratto di apprendistato nella PA, il giovane interessato dovrà superare una prova scritta – anche a contenuto teorico-pratico – e una prova orale. Le selezioni avverranno su base territoriale.
Ai fini del punteggio in graduatoria, come per i concorsi classici saranno valutati i titoli universitari ottenuti dal partecipante alla selezione, inclusa la media ponderata dei voti dei vari esami, il voto di laurea e gli eventuali titoli di specializzazione conseguiti dopo la laurea. Al contempo avranno rilievo anche le eventuali esperienze professionali pregresse, a patto che siano documentate.
Possibile assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato
Un altro aspetto molto importante dei nuovi contratti di apprendistato nella PA è il seguente: il giovane che sosterrà il periodo di formazione sul campo e che riceverà una valutazione positiva al termine del percorso, sarà automaticamente assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Egli otterrà dunque il posto fisso, senza passare per l’iter tradizionale dei concorsi pubblici.
Il personale assunto per l’apprendistato nel pubblico impiego sarà inquadrato nell’area dei funzionari, a livello retributivo iniziale, del comparto Funzioni centrali, o nella corrispondente area prevista dall’ordinamento dell’amministrazione procedente. Perciò, durante l’apprendistato, il giovane assunto percepirà regolarmente la retribuzione e, non a caso, Il Sole 24 Ore ha specificato che, ad es. nel caso dei ministeri, si tratterà di un tabellare da 1.792 euro lordi al mese per 13 mensilità.
Concludendo, il decreto attuativo che determina i criteri e le procedure per il reclutamento di giovani laureati rappresenterà dunque un ulteriore strumento per potenziare gli uffici pubblici, dando agli enti centrali e territoriali quelle competenze utili ad affrontare, anche in chiave Pnrr, le sfide per la PA del presente e del futuro. Di fatto ciò è la sintesi di quanto recentemente dichiarato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione alla stampa, in commento ad una iniziativa che sicuramente darà nuove chance di inserimento lavorativo a tantissimi giovani.