Buongiorno Avvocato sono Marco e le scrivo perchè avrei bisogno di un chiarimento. Il custode di una Associazione Sportiva risiede con la propria famiglia in una abitazione di proprietà dell’associazione, a lui concessa con un comodato di uso gratuito e situata all’interno del complesso della associazione stessa.
Vorrei sapere se durante il normale orario di lavoro il custode può permanere all’interno della suddetta abitazione per un’ora o più senza alcun permesso del responsabile o se incorre nell’abbandono del posto di lavoro.
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Avvocato: da quello che mi scrive mi pare di capire che il custode abbia come luogo di lavoro un gabbiotto, una guardiola o qualcosa di simile esterna alla propria abitazione.
Se così fosse, la questione che Lei mi pone costituirebbe a mio parere un abbandono del posto di lavoro.
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Marco: Il custode provvede alle necessità ordinarie dell’associazione, e per far questo dovrebbe girare per il parco e i locali della sede del Club, ed ha altri compiti secondo un mansionario tra cui quello di verificare gli accessi al Club e se le persone presenti sono soci o ospiti degli stessi. Non ha quindi un posto fisso in cui stare ma chiaramente può avere momenti di relax prendendo un caffè al bar o sedendosi su una panchina.
Gli viene in pratica richiesto, durante il suo orario di lavoro, di vigilare sul buon andamento della frequentazione del Club segnalando al Consiglio Direttivo le eventuali irregolarità e il non rispetto del regolamento. La sua abitazione non costituisce comunque un posto di riferimento a cui i soci vengono indirizzati per richiederne le prestazioni.
Cosa ne pensa? Secondo quanto le ho precisato sussiste l’ipotesi di abbandono del posto di lavoro? Possiamo mandargli una lettera di richiamo o è prima meglio informarlo che quando sta nella sua abitazione durante l’orario di lavoro deve chiedere un permesso perché la stessa non fa parte dell’area in cui deve svolgere le attività lavorative che gli competono?
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Avvocato: a mio parere nella situazione che Lei prospetta si configura l’abbandono del posto di lavoro, in quanto restando nella sua abitazione, fa venir meno la sua funzione di controllo e di conseguenza il rapporto fiduciario.
Ovviamente sempre che il fatto si sia verificato durante il suo orario lavorativo.
Se così fosse la contestazione disciplinare è atto dovuto.
Saluti.
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