Negli scorsi appuntamenti del nostro blog abbiamo iniziato un viaggio nel mondo del lavoro del futuro, o forse sarebbe meglio dire futuro del lavoro, cercando di capire come l’intelligenza artificiale stia trasformando le nostre professioni. Abbiamo parlato di mestieri che scompaiono, di nuove figure professionali che emergono e dell’urgenza di accompagnare questi cambiamenti con consapevolezza, tutele e competenze aggiornate.
Ora questo percorso si arricchisce di un importante tassello: il disegno di legge delega al Governo in materia di intelligenza artificiale, approvato dal Senato il 20 marzo 2025 e ora all’esame della Camera dei deputati. Un testo che prova a fornire una risposta strutturata alle sfide poste dall’adozione dell’IA, con un approccio ispirato a trasparenza, responsabilità e rispetto dei diritti umani.
Cosa prevede il disegno di legge: tra opportunità e garanzie
L’obiettivo principale del provvedimento è fornire al Governo le linee guida per realizzare un intervento normativo di equilibrio tra le grandi opportunità offerte dall’IA e i rischi connessi a un uso improprio, opaco o discriminatorio delle tecnologie. Si parla quindi di una visione antropocentrica, dove l’uomo resta al centro dei processi decisionali, e di una normativa nazionale che si integra con il Regolamento europeo “AI Act”, approvato nel 2024.
Il testo è suddiviso in sei capi e contiene 28 articoli. Per il nostro focus sul mondo del lavoro, i più rilevanti sono contenuti nel Capo II – Disposizioni di settore, e in particolare negli articoli 11, 12, 13 e 14.
Lavoro e intelligenza artificiale: gli articoli chiave
Articolo 11 – IA nei luoghi di lavoro: produttività sì, ma con dignità
Questa disposizione introduce i principi generali per l’uso dell’IA in ambito lavorativo. L’obiettivo è chiaro: sfruttare le tecnologie per migliorare le condizioni lavorative, aumentare la produttività e tutelare l’integrità psicofisica delle persone. Ma allo stesso tempo viene ribadita la necessità di:
- rispettare la dignità umana;
- garantire la riservatezza dei dati personali;
- tutelare i diritti inviolabili dei lavoratori;
- rispettare la normativa europea, in particolare l’AI Act.
L’intelligenza artificiale, quindi, potrà affiancare il lavoro umano, ma non potrà mai sostituirlo nelle sue componenti decisionali più sensibili e personali.
Articolo 12 – Nasce l’Osservatorio sull’IA nel lavoro
Un passo importante verso il monitoraggio e la trasparenza: presso il Ministero del Lavoro sarà istituito un Osservatorio sull’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. La sua funzione sarà quella di contenere i rischi connessi all’uso dell’IA e massimizzarne i benefici, raccogliendo dati, formulando linee guida e segnalando criticità.
Articolo 13 – IA e professioni intellettuali: solo attività di supporto
L’IA potrà essere utilizzata dai professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti, architetti, ecc.) solo per attività strumentali e di supporto. Inoltre, i clienti dovranno essere informati in modo chiaro e trasparente quando vengono impiegati strumenti di intelligenza artificiale. Un segnale importante per tutelare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente.
Articolo 14 – L’uso dell’IA nella pubblica amministrazione
Anche la PA potrà fare uso dell’intelligenza artificiale, ma sempre nel rispetto di principi fondamentali come:
- tracciabilità e conoscibilità degli atti;
- strumentalità rispetto alla decisione umana;
- garanzia che la responsabilità resti sempre in capo al funzionario pubblico.
L’IA sarà quindi un assistente tecnologico, non un decisore autonomo.
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Una riflessione personale: l’IA non è il nemico, ma serve educazione
L’intelligenza artificiale non va temuta, ma compresa e governata. Come ogni innovazione, porta con sé rischi e opportunità. Sta a noi – cittadini, lavoratori, imprenditori e istituzioni – decidere come usarla. Purtroppo, però, siamo ancora in ritardo su un punto fondamentale: la formazione.
In molti ambienti lavorativi, le tecnologie avanzano più velocemente delle competenze. Ecco perché servono politiche pubbliche capaci di investire in:
- educazione digitale, fin dalla scuola;
- reskilling e upskilling per i lavoratori già attivi;
- partecipazione dei sindacati e delle rappresentanze nelle scelte aziendali sull’adozione dell’IA.
Le grandi domande ancora aperte
Il disegno di legge è un ottimo inizio, ma lascia ancora aperte alcune questioni cruciali:
- Chi garantirà che l’IA non venga usata per sorvegliare o discriminare i lavoratori?
- Come evitare che le decisioni automatizzate creino nuove forme di esclusione?
- Quali tutele per chi perderà il lavoro a causa dell’automazione?
- I lavoratori saranno davvero coinvolti nei processi di implementazione dell’IA?
Sono domande scomode, ma necessarie. E il legislatore non può ignorarle.
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Approfondisci: il dossier completo del disegno di legge
Per chi desidera approfondire il contenuto del disegno di legge e consultare il testo ufficiale completo, mettiamo a disposizione il dossier predisposto dal Servizio Studi di Camera e Senato. Il documento analizza nel dettaglio ogni articolo della proposta normativa, con un focus particolare sui settori interessati, tra cui sanità, lavoro, pubblica amministrazione e giustizia.
👉 Scarica il dossier completo in PDF
Dossier: deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale (1,2 MiB, 27 hits)
Continueremo a seguire l’evoluzione normativa e a raccontare, puntata dopo puntata, come cambia il nostro modo di lavorare nell’era dell’intelligenza artificiale. Perché il futuro non è qualcosa che si subisce: è qualcosa che si costruisce, insieme. Intanto partecipa con noi alla discussione sul Futuro del Lavoro sulla nostra pagina facebook.
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