Negli ultimi anni l’occupazione femminile è al centro dell’attenzione in Italia, soprattutto a causa dell’elevato gender gap che riguarda sia la componente retributiva che la possibilità di carriera delle donne. L’occupazione femminile, storicamente inferiore per numero rispetto a quella maschile, nel 2024 sta iniziando a crescere molto di più rispetto agli ultimi anni.
In particolare la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha recentemente pubblicato alcuni dati interessanti che riguardano proprio la situazione lavorativa delle donne nel paese, dipingendo un quadro tutt’altro che in negativo per il primo periodo del 2024.
L’occupazione femminile sta infatti raggiungendo delle soglie record rispetto al passato, trainata soprattutto da alcuni settori e che coinvolge specialmente alcune fasce di età. Ma alcuni fattori costituiscono ancora uno svantaggio per le donne nel mondo del lavoro.
Occupazione femminile in crescita: i dati
L’occupazione femminile oggi è in crescita, nonostante il divario di genere rimanga presente. Sulla base di dati Istat, l’analisi “Tendenze dell’occupazione femminile in Italia al 2024” della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro rileva parametri senza precedenti per il nostro paese.
A gennaio 2024 sono più di 10 milioni le donne occupate, con alcune fasce di età maggiormente interessate all’aumento. Nella tabella abbiamo riportato i diversi livelli di incremento in base alla fascia di età, considerando un confronto tra il 2019 e il 2023.
Fascia di età | Andamento occupazione |
Donne under 25 | Crescita del 6,6% |
Donne tra 25 e 34 anni | Crescita del 2,4% |
Donne tra 35 e 44 anni | Calo del 7,9% |
Donne tra 55 e 64 anni | Crescita del 15,1% |
Questi dati evidenziano come l’aumento delle donne occupate coinvolga principalmente la fascia giovanile e coloro che si trovano tra i 55 e i 64 anni di età, escludendo la fascia centrale. Al contrario infatti, scende il numero delle donne occupate tra i 35 e i 44 anni.
Occupazione femminile: i settori che trainano l’aumento
Andando a vedere nel dettaglio quali sono i settori che trainano maggiormente l’incremento dell’occupazione femminile in Italia, troviamo al primo posto i servizi di comunicazione e informazione, con un aumento del 19,4%. Seguono sanità e istruzione con un +4,4% e il turismo.
Il settore della comunicazione risulta quindi essere particolarmente attrattivo per le donne, tuttavia va segnalato che nonostante sia stato registrato un calo del numero di aziende in questo ambito in Italia, il volume di affari non è diminuito, anzi al contrario ha visto un incremento.
A rilevare questi dati è l’Osservatorio UNA, Aziende della Comunicazione Unite, che all’edizione dell’Osservatorio Aziende della Comunicazione 2023 ha confermato come già nel 2022 questo comparto abbia registrato un volume di affari di 22 miliardi di euro.
Occupazione femminile e gender gap 2024
Una questione rilevante, quando si parla di donne e lavoro, è quella che riguarda il gender gap, ovvero le differenze di genere. Negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato come la differenza di genere sia marcata nel mondo del lavoro sia per ciò che riguarda le retribuzioni che per l’accesso a posizioni dirigenziali.
Per le donne è più difficile accedere a mansioni manageriali rispetto agli uomini e purtroppo il nostro paese è molto indietro su questo punto rispetto agli altri stati europei.
Se da un lato quindi i dati positivi riguardo l’occupazione ci mostrano uno scenario in cui le donne sono sempre più presenti nel mondo del lavoro, dall’altro non bisogna sottovalutare le differenze statistiche in termini di salario e accesso a premi e mansioni di livello dirigenziale.
A darci un’idea del fenomeno per l’anno in corso è ODM Consulting, società di consulenza HR di Gi Group Holding. Nel dettaglio il gender pay gap, definito come la differenza di salario tra donne e uomini a livello lordo, è un fattore decisamente critico in Italia.
Dai dati emerge una differenza che varia dai 3.000 ai 13.000 euro all’anno, oltre ad una sovra-istruzione delle lavoratrici donne rispetto ai colleghi uomini. Ricordiamo che a livello di formazione le donne laureate sono in numero maggiore rispetto agli uomini, in contrasto con l’elevato tasso di inattività della componente femminile del paese.
Donne, lavoro e calo demografico
Un altro problema che spesso è al centro anche di dibattiti politici è il calo demografico attuale del paese. Una delle cause per cui l’Italia presenta un dato così allarmante (per cui l’Istat parla del passaggio da 59,6 milioni di persone nel 2020 alle stimate 54,1 milioni tra il 2030 e il 2050) è la situazione frammentata del mercato del lavoro.
L’instabilità economica e lavorativa è un fattore che ostacola la decisione delle coppie di avere figli. Quanto impatta nel dettaglio l’occupazione femminile sul calo demografico?
Uno studio approfondito sul tema rileva che la disoccupazione o l’occupazione con contratti a termine diminuiscono la probabilità per le coppie di avere figli. L’occupazione stabile femminile in questo contesto ha lo stesso peso di quella maschile, contrariamente a quanto si possa pensare in un primo momento.
La situazione lavorativa della donna e la sua stabilità economica influisce quindi largamente sulla decisione della coppia di avere un figlio. Su questo punto dovrebbero basarsi le politiche attive di inserimento della componente femminile del paese nel mondo del lavoro, tenendo conto che ancora l’Italia è indietro nelle classifiche europee.