Modernizzazione della PA attraverso l’inserimento di forze fresche e con competenze tecnologiche, necessità di turnover, buchi di organico, sostegno agli obiettivi di cui al PNRR e non solo: sono tante le ragioni per le quali, dalla fine del periodo buio della pandemia e delle restrizioni che ne sono conseguite, le opportunità di partecipare ai concorsi pubblici non sono mancate.
E continueranno ad essere moltissime da qui ai prossimi anni, se pensiamo che il piano delle nuove assunzioni nel pubblico impiego prevede di coprire ben 600mila posti di lavoro nel lasso di tempo 2023-2026. Questa la linea tracciata dal Ministero per la Pubblica Amministrazione che, a conti fatti, mira all’inserimento di circa 150 mila nuove figure ogni anno, al fine di rilanciare l’azione della PA e favorire una migliore relazione con il cittadino, grazie a servizi potenziati e ad uffici sempre più efficienti.
Chiaramente per occupare una così consistente mole di persone, il percorso prevede l’effettuazione di selezioni ad hoc e proprio di queste ultime parleremo di seguito: quali saranno le caratteristiche salienti della nuova campagna di reclutamento lanciata dal Ministero? A quali servizi fare riferimento per restare aggiornati con la pubblicazione dei bandi? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.
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Nuovi concorsi pubblici 2023-2026: previsti sia contratti a tempo determinato che indeterminato
Come appena accennato, il Ministero per la PA intende spingere all’attuazione integrale del piano di rilancio del pubblico impiego, con centinaia di migliaia di assunzioni nel prossimo quadriennio.
Gli interessati a partecipare alle prossime selezioni debbono ricordare che per i vincitori sarà prevista la firma di un contratto a tempo indeterminato e, pertanto, si tratta di opportunità lavorative molto interessanti perché anti precarietà – grazie ad assunzioni stabili negli uffici pubblici.
Oltre ai contratti con posto fisso, non mancheranno inoltre anche i lavori a tempo determinato, collegati all’attuazione del complesso ed articolato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Proprio quest’ultimo include migliaia di inserimenti fino al 31 dicembre 2026 per completare progetti e attività legate al Piano stesso.
Insomma, se è vero che la massiccia iniziativa di reclutamento è mirata ad assicurare il turnover del personale e il ricambio generazionale dei dipendenti pubblici, è altrettanto vero che le forze fresche, e debitamente formate, serviranno anche a cogliere gli obiettivi di cui al PNRR e, dunque, ad ottenere l’erogazione di contributi finanziari da parte dell’Unione Europea.
Questo perché il PNRR – non dimentichiamolo – consiste in un piano di investimenti e riforme di ampio respiro, presentato dal Governo alla Commissione Europea, il quale include una molteplicità di interventi finalizzati a spingere alla piena ripresa economica del paese.
Figure ricercate e sistema di classificazione del personale: alcuni chiarimenti
Le indicazioni fornite dal Ministero in quest’ultimo periodo non hanno fatto riferimento ad un elenco specifico di figure e professionalità, ma è chiaro che – con circa 600mila nuovi inserimenti previsti entro il 2026 – non mancheranno le opportunità di lavoro nei più svariati settori in cui la PA è operativa.
Perciò tra i profili professionali sicuramente vi saranno impiegati di vario ambito, istruttori amministrativi e tecnici, funzionari, assistenti, ma anche figure dirigenziali con o senza esperienza. Insomma si tratterà di opportunità di inserimento riservate non soltanto ai laureati ma anche ai diplomati e, per quanto attiene al personale nel suo complesso, questo sarà inquadrato in base al nuovo sistema di classificazione dei lavoratori pubblici di cui al Ccnl 2019-2021 Comparto Funzioni Centrali.
Come abbiamo detto, si tratta infatti di una PA che si rinnova dopo una lunga fase di congelamento del turnover a causa di cui i lavoratori pubblici sono calati da 3,5 a 3,2 milioni, con un’età media cresciuta fino a 50 anni. E’ chiaro che un meno 300mila dipendenti rappresenta oggi un ‘handicap’ notevole per l’efficacia dell’azione della PA, al quale però ha posto rimedio lo sblocco delle assunzioni nelle PA, grazie a cui dal 2021 sono state introdotte nuove risorse negli uffici pubblici.
Non dimentichiamo inoltre che nel 2022 hanno trovato lavoro ben 170 mila nuove unità di personale, delle quali 156 mila per prendere il posto in ufficio di dipendenti pubblici andati in pensione. Mentre la rimanente parte è servita ad aumentare una quota di personale che era in decrescita costante negli ultimi anni.
Cosa succederà nel 2023?
Chi intende sostenere un concorso pubblico entro l’anno, può stare tranquillo perché il piano di reclutamento 2023-2026 includerà molti inserimenti già nei prossimi mesi. In particolare agli inserimenti già programmati si sommano anche quelli autorizzati dall’ultima manovra 2023 e da distinti DPCM.
Facendo una rapida sintesi di quanto deciso dalle istituzioni, si tratta di quasi 167 mila posti di lavoro nella PA da assegnare nel corso di quest’anno. In particolare, al fine di dare luogo alle assunzioni saranno pubblicati nuovi bandi di concorso, ma si procederà anche allo scorrimento delle graduatorie già in essere.
Gli interessati potranno agevolmente leggere i bandi nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione all’interno dei portali web dei singoli enti, nei quali saranno pubblicati. Non solo: i bandi saranno anche disponibili in Gazzetta Ufficiale (ma online soltanto per un breve periodo), sui Bollettini Regionali e sulla piattaforma inPA, che diverrà sempre più il punto di riferimento per concorsi ed opportunità di lavoro nella PA. E questo avverrà non soltanto per le selezioni presso le amministrazioni pubbliche centrali, ma anche per le regioni e gli enti locali.
Il programma per rilanciare la pubblica amministrazione, che il Ministero per la PA sta portando avanti, prevede anche nuove iniziative per la formazione del personale. Si tratta in particolare della piattaforma Syllabus, rivolta alla formazione costante dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. La piattaforma include un catalogo di contenuti a costo zero e in continuo aggiornamento per il potenziamento delle competenze dei dipendenti pubblici e la loro crescita professionale. Per maggior informazioni, rinviamo comunque al sito web della piattaforma.