Con la risposta n. 225 del 21 novembre 2024, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito in modo dettagliato alcuni aspetti fondamentali relativi alla detassazione parziale del Trattamento di Fine Servizio (TFS), un beneficio fiscale previsto per specifiche categorie di lavoratori.
Tra i punti principali, l’Amministrazione finanziaria ha confermato che questa agevolazione non può essere applicata al Trattamento di Fine Rapporto (TFR). La ragione è da ricercarsi nella natura della norma, che deve essere interpretata in maniera rigorosa e non consente estensioni ad altri trattamenti non espressamente menzionati. Approfondiamo ora il significato di questi chiarimenti e analizziamo le loro conseguenze pratiche per i lavoratori e i datori di lavoro.
TFS e TFR: qual è la differenza?
Il TFS e il TFR sono indennità corrisposte alla cessazione del rapporto di lavoro, ma hanno caratteristiche diverse:
- TFS: Spettante principalmente ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato prima del 2001. Si calcola sulla base dell’ultima retribuzione e di specifici coefficienti legati all’anzianità.
- TFR: Previsto per tutti i lavoratori del settore privato e per i dipendenti pubblici assunti dopo il 2001. Si accantona ogni anno una quota di retribuzione e viene rivalutato annualmente.
Questa distinzione è cruciale perché la detassazione parziale introdotta dall’articolo 24 del Dl n. 4/2019 riguarda esclusivamente il TFS e non può essere estesa al TFR.
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Detassazione del TFS: cosa prevede la norma
L’agevolazione consiste in una riduzione dell’aliquota fiscale applicata al TFS, che varia in funzione degli anni trascorsi tra la cessazione del rapporto di lavoro e l’erogazione della somma. Il beneficio si applica solo a un importo massimo di 50.000 euro di imponibile fiscale:
- Per la parte eccedente i 50.000 euro, si applica l’aliquota fiscale ordinaria.
- Questo limite è valido sia per il TFS pagato in un’unica soluzione che per quello corrisposto a rate.
Esempio pratico:
- Un dipendente pubblico riceve un TFS di 80.000 euro in due rate da 40.000 euro ciascuna.
- Per la prima rata, l’agevolazione si applica solo a 40.000 euro.
- Per la seconda rata, si applica solo ai restanti 10.000 euro (entro il limite massimo di 50.000 euro).
- I 30.000 euro eccedenti saranno tassati con aliquota ordinaria.
Esclusione del TFR dalla detassazione parziale
In risposta al quesito specifico, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il regime agevolativo non si estende al TFR, per due ragioni:
- Interpretazione letterale della norma: L’articolo 24 del Dl n. 4/2019 menziona esclusivamente il TFS, senza fare riferimento al TFR.
- Principio di stretta interpretazione: Le agevolazioni fiscali, essendo eccezionali, non possono essere applicate per analogia o estensione.
La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che le norme agevolative vanno applicate esclusivamente nei limiti previsti dal legislatore. Di conseguenza, il trattamento di fine rapporto, tipico del settore privato, non può beneficiare di questa detassazione.
Esempio pratico:
- Un dipendente di un’azienda privata riceve un TFR di 40.000 euro. Su questa somma non è prevista alcuna riduzione dell’aliquota fiscale.
Cosa significa per lavoratori e sostituti d’imposta
- Per i lavoratori:
- I dipendenti pubblici che hanno diritto al TFS possono beneficiare di un risparmio fiscale entro il limite dei 50.000 euro imponibili.
- I dipendenti privati e quelli pubblici assunti dopo il 2001, soggetti al TFR, continuano a subire la tassazione ordinaria.
- Per i sostituti d’imposta:
- Gli enti e le amministrazioni pubbliche devono applicare correttamente la detassazione al TFS, verificando che l’importo agevolato non superi i 50.000 euro, anche in caso di pagamento rateale.
- Devono escludere il TFR da ogni applicazione agevolativa, evitando interpretazioni estensive della norma.
Conclusioni
La detassazione parziale del TFS rappresenta un importante beneficio per molti lavoratori pubblici, ma resta un’agevolazione di natura eccezionale. Per evitare errori e contestazioni, è fondamentale attenersi al testo della norma e alle interpretazioni ufficiali fornite dall’Agenzia delle Entrate.
Questa distinzione ribadisce l’importanza di conoscere le differenze tra TFS e TFR e di applicare le regole fiscali in modo rigoroso e puntuale.