In alternativa allo sconto in fattura e alla cessione del credito, il contribuente può beneficiare del superbonus 110 sotto forma di detrazione d’imposta direttamente nella dichiarazione dei redditi, Modello 730 o Redditi. Dunque anno per anno indica in dichiarazione dei redditi la singola quota di detrazione fino a copertura dell’Irpef dovuta. La detrazione relativa al superbonus 110 può essere fruita in 5 quote annuali; quattro per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022. La parte che eccede l’Irpef non può essere riportata quale residuo negli anni successivi né può essere richiesta a rimborso.
Qui di seguito andiamo a vedere quali sono i controlli che il Fisco può fare in merito proprio al superbonus 110 nel 730, quali sono i documenti da conservare e entro quanti anni può arrivare la verifica. Ma prima ricordiamo cos’è e come funziona il visto di conformità e cosa c’entra in questo discorso.
Modello 730 e visto di conformità per il superbonus 110
Se il superbonus è fruito sotto forma di detrazione d’imposta in dichiarazione dei redditi, questa deve essere munita di visto di conformità. Inoltre è necessaria anche l’asseverazione della congruità delle spese. Il visto di conformità non serve solo laddove la dichiarazione sia presentata direttamente dal contribuente o tramite il suo datore di lavoro.
Anche le spese sostenute per ottenere il visto di conformità, al pari delle spese sostenute per i lavori, possono essere portate in detrazione nel 730, anche se sostenute nel 2021.
Considerato che, al di là del superbonus, il 730 richiede già di suo il visto di conformità se presentato tramite CAF o altro intermediario, è necessario che:
- le spese concernenti l’apposizione del visto relativo al Superbonus siano separatamente evidenziate nella fattura del professionista (poiché solo queste ultime sono detraibili);
- occorre, inoltre, suddividere le spese per il visto relativo al Superbonus in relazione alle diverse tipologie di interventi ammessi al 110 che concorreranno ai relativi massimali.
Tali indicazioni sono state ribadite dall’Agenzia delle entrate con la circolare n°19/E 2022.
Entro quanto tempo possono arrivare i controlli del Fisco sul Superbonus 110 nel 730?
L’Agenzia delle entrate effettuerà dei controlli sul 730 rispetto al superbonus, che possono essere effettuati entro un termine preciso.
A tal fine, è opportuno che il contribuente conservi tutta la documentazione che attesta che il superbonus sia effettivamente spettante.
Nello specifico, l’Agenzia può effettuare controlli ossia può emettere avvisi di accertamento sul superbonus entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione del 730.
Dunque, documenti relativi alla dichiarazione di quest’anno vanno conservati fino al 31 dicembre 2027, termine entro il quale l’amministrazione fiscale può richiederli (vedi istruzioni di compilazione del 730-2022).
Considerato che il superbonus è indicato nel 730 per quote annuali, è necessario conservare tutta la documentazione fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione del 730 nel quale è indicato l’ultima quota di detrazione.
Superbonus 110 nel 730: quali documenti si devono conservare?
La documentazione che può essere oggetto di controllo da parte del Fisco può essere così riassunta.
In particolare, il contribuente deve conservare:
- i titoli abilitativi ossia le autorizzazioni amministrative necessarie per effettuare i lavori, qui il riferimento va alla CILA superbonus;
- le ricevute di pagamento dell’IMU se dovuta;
- la delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori, per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali, e tabella millesimale di ripartizione delle spese;
- in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori;
- la comunicazione preventiva indicante la data di inizio dei lavori all’Azienda sanitaria locale. Qualora la stessa sia obbligatoria in base alle disposizioni in materia di sicurezza dei cantieri;
- le fatture comprovanti le spese effettivamente;
- le copie dei “bonifici parlanti”.
Questi sono i documenti richiesti in generale. A questi se ne possono aggiungere altri. Ad esempio, se la detrazione spetta al familiare convivente del proprietario dell’immobile, sarà necessario conservare anche la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, con la quale i familiari hanno attestato lo status di conviventi.