Spese veterinarie detraibili, il limite massimo di spesa da portare in detrazione è stato innalzato a 550. Ciò significa che a partire dal 2022, e relativamente alle spese sostenute dal 2021, si potranno scaricare dal 730 entro dei limiti più alti rispetto a quelli in precedenza in vigore. Infatti, il limite è stato portato a 550 euro, mentre nell’anno precedente era pari a 500 euro.
Le spese per la salute degli animali domestici possono essere molto costose, soprattutto in caso di operazioni e interventi. Ecco perchè chi ha la fortuna di avere un amico peloso in casa sa bene quanto recuperare parte di queste uscite sia importante per il bilancio familiare. Come anticipato in premessa nella dichiarazione dei redditi 2022 e quindi per le spese sostenute nel 2021, il limite di uscite da poter detrarre è stato innalzato, ma bisogna fare attenzione alle regole da seguire.
Ecco quali sono le spese veterinarie da portare in detrazione e in che modo devono essere indicate in dichiarazione dei redditi per poterle scaricare dalle tasse.
Spese veterinarie detraibili nel 730 / 2022
Il TUIR riconosce al contribuente la possibilità di scaricare dalle tasse le spese veterinarie sostenute nel corso dell’anno.
La detrazione spetta a colui che sostiene effettivamente la spesa anche se non è il proprietario dell’animale e in riferimento alle spese sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva (Circolare 55/E del 2001 dell’Agenzia delle Entrate).
Dunque, le spese pagate per l’acquisto di farmaci o per la visita dal veterinario ovvero per l’esecuzione di analisi specifiche o intervento chirurgici, possono essere portate in detrazione dalle tasse dovute nello stesso anno in cui le spese sono state pagate.
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Quali sono le spese veterinarie detraibili
Tra le spese detraibili troviamo:
- gli acquisiti di medicinali prescritti dal veterinario o che comunque abbiano uno scontrino che riporti il codice fiscale di chi sostiene la spesa e la natura del farmaco;
- le prestazioni del veterinario;
- analisi in laboratorio e gli interventi presso cliniche veterinarie;
- farmaci venduti in strutture diverse dalle farmacie, ma autorizzate dal Ministero della Salute;
- farmaci senza l’obbligo di prescrizione medica (es. medicinali antiparassitari).
Come indicare le spese veterinarie in dichiarazione dei redditi
In dichiarazione dei redditi, la detrazione delle spese veterinarie deve essere indicata nel quadro E nei righi da E8 a E10 (Quadro RP per il modello Redditi).
La detrazione è calcolata sulla parte che supera l’importo di 129,11 euro (detto franchigia) e il limite di spesa massimo di 550 euro.
Ad esempio, per spese veterinarie sostenute per un totale di 700 euro, andranno indicati in dichiarazione 550 euro e la detrazione del 19 per cento sarà calcolata su un importo di 421 euro ossia 550-129,11, arrotondato per eccesso.
Come vedremo in seguito, 550 euro rappresenta il nuovo limite di detrazione in essere dal periodo d’imposta 2021 in avanti, mentre il limite precedente era pari a 500 euro.
Devono essere comprese nell’importo anche le spese indicate nella CU 2021 (punti da 341 a 352) con il codice 29.
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Detrazioni per spese veterinarie, nuovo limite massimo, ma con la vecchia franchigia
In base all’attuale formazione:
- la detrazione, pari al 19% sulla parte di spesa eccedente i 129,11 euro e fino a 550 euro, spetta in misura piena per chi ha un reddito imponibile fino a 120.000 euro;
- oltre questo importo, si riduce fino ad azzerarsi oltre il limite di 240.000 euro (art. 15 – comma 3-bis – del Dpr 917/1986).
La detrazione massima spettante è pari a euro 421,00 x 19 per cento = euro 80 euro.
Spese veterinarie detraibili solo con pagamenti tracciabili
Ricordiamo che dal 2020, la detrazione per le spese per animali domestici, così come previsto per le altre spese, spetta solo se pagata con strumenti tracciabili (carta di credito, bancomat, prepagata, ecc.).
Possono essere ancora pagate in contanti le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari o per le prestazioni del medico veterinario rese nell’ambito di strutture pubbliche o di strutture private accreditate al SSN.
Ricevute, scontrini e altri documenti di spesa devono essere conservati per eventuali controlli da parte del Fisco.
I chiarimenti di prassi dell’Agenzia delle Entrate
Nel corso del tempo, l’Agenzia delle entrate ha fornito una serie di chiarimenti sulla detrazione delle spese veterinarie.
I più importanti chiarimenti possono essere di seguito riassunti:
- la detrazione, non spetta per le spese sostenute per la cura di animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare né
- per la cura di animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole né in relazione ad animali utilizzati per attività illecite (decreto ministeriale 6 giugno 2001, n. 289).
La detrazione riguarda le spese sostenute per:
- prestazioni professionali del medico veterinario (Circolare 16.11.2000 n. 207, risposta 1.5.3);
- l’acquisto dei medicinali prescritti dal veterinario e definiti dall’art. 1 del decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193,
- nonché per le spese per analisi di laboratorio e interventi presso cliniche veterinarie.
L’acquisto dei farmaci è agevolato anche senza che sia necessario conservare la prescrizione medica e anche se effettuato presso strutture diverse dalle farmacie ossia purché a ciò autorizzate dal Ministero della salute (come per la vendita di farmaci generici nei supermercati). In tali casi è sufficiente lo scontrino (ora documento commerciale) in cui siano riportate le apposite codifiche (natura e qualità di farmaco).
Sono agevolati anche gli acquisti effettuati on line, ma in Italia non è consentita la vendita on- line di farmaci che richiedono la prescrizione medica.
Ad ogni modo, la detrazione non riguarda l’acquisto del mangime o di integratori alimentari.