Il tema del fisco e di una riforma del Fisco strutturale è assai sentito, specie ora che l’Italia – grazie al Piano di ripresa e resilienza – vuole finalmente avvicinarsi agli aiuti promessi dalle Istituzioni UE. Nei mesi scorsi abbiamo parlato della riforma Irpef, in base a quanto proposto dall’Agenzia delle Entrate. Nelle scorse settimane si è parlato frequentemente di nuova pace fiscale per imprese e partite Iva, attraverso il Decreto Sostegni, come abbiamo già avuto modo di notare. Infatti, da qui ai prossimi mesi lo Stato intende articolare un progetto di ampio respiro, mirato a semplificare la vita ai contribuenti; anzi, consentendo loro di chiudere cartelle e debiti nei confronti del fisco, in maniera agevolata e senza l’applicazione di sanzioni ed interessi.
Ma non è soltanto questo a tener banco sul fronte fiscale. Infatti, gli sconti fiscali sono ormai cruciali anche nei lavori in corso sulla riforma Irpef, nel corso dell’indagine svolta delle commissioni Bilancio di Camera e Senato. E’ necessario, in ogni caso, raccogliere risorse per una riforma che, come rilevato dagli esperti, non può essere oggetto di un nuovo finanziamento con deficit, né con il Recovery Plan.
All’orizzonte, la revisione del sistema degli sconti fiscali appare giustificata da un obiettivo a lungo termine; ossia quello di edificare un sistema fiscale finalmente proporzionato, equo e davvero progressivo. In linea insomma con gli standard delle moderne democrazie.
Riforma del Fisco: gli sconti fiscali sono un tassello importante
I lavori delle commissioni citate, sul tema degli sconti fiscali, sono ormai in dirittura d’arrivo; l’ultima tappa è la proposta parlamentare alle Camere. Tanti i contributi finora espressi, da parte delle principali istituzioni; associazioni ed esperti. Ora vi saranno gli incontri con il Fondo monetario internazionale, il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni e con il Ministro dell’Economia Daniele Franco. Si punta ad una soluzione equilibrata anche e soprattutto a livello politico, in modo che la proposta di riforma sia il più possibile unitaria e priva di nodi controversi, al momento di approdare in Parlamento.
In verità non vi sono soltanto gli sconti fiscali tra i temi caldi del progetto di riforma. Gli addetti ai lavori si sono focalizzati su ben dodici diversi argomenti di rilievo fiscale: tra essi, la revisione del complesso sistema delle tasse sui capitali; la riscrittura delle aliquota Irpef; la riorganizzazione della giustizia tributaria secondo criteri di maggior efficienza. Ma, come dicevamo, soprattutto il capitolo ‘riordino sconti fiscali’ è destinato ad essere di rilevanza primaria nelle prossime settimane.
Riforma Irpef: ecco due interessanti strategie
Impostare una riforma fiscale significativa, implica considerare – in ogni caso – l’impatto a livello di costi della stessa. Già un paio d’anni fa, il Ministero dell’Economia aveva sviluppato alcuni modelli o ipotesi di studio, relative alla revisione dell’Irpef.
Ebbene, con una strategia di revisione dell’imposta, avrebbe luogo la riduzione da 5 a 3 del numero delle aliquote (23%, 33%, 43%); una seconda strategia, invece, fa riferimento al modello della cd. progressività continua alla tedesca. Secondo gli studi effettuati, pare che servendosi della prima strategia, i benefici sarebbero quantificabili dai 481 euro per i redditi fra 8 -5mila euro, ai 1.012 euro nella fascia 40-55mila.
Per quanto riguarda il secondo modello, vi sarebbe invece un beneficio medio da 805 euro, con riflessi sul Pil. Il punto di fondo di queste che sono ipotesi tecniche e non proposte politiche di riforma fiscale, è e resta la spesa in gioco. E’ stato stimato che, per ambo le strategie di revisione del Fisco, servirebbero non meno di 20 miliardi di euro. Un ammontare che, in verità, può essere quasi dimezzato con una revisione degli sconti fiscali.
Necessaria una revisione generale del fisco italiano
Sono le parole utilizzate, recentemente, dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a ben chiarire il quadro della situazione, e la necessità di spingere verso la riforma del Fisco, che include anche la delicata materia degli sconti fiscali.
Per Bonomi: “L’Italia è prigioniera da 25 anni di una visione di cui non riesce a liberarsi che ha concorso a ogni crisi esogena a farci perdere più punti di pil dei nostri partner e a recuperarli più lentamente, a una produttività stagnante, a un reddito pro capite che, depurato della componente nominale, è tornato a 26 anni fa“. Non solo: “Il conto di tutto ciò è riversato sui soggetti deboli della nostra società: giovani; donne; famiglie a minor reddito“, sono le parole utilizzate dal numero uno di Confindustria, durante un intervento al Sustainable Economy Forum organizzato insieme alla Fondazione San Patrignano.
I punti essenziali su cui puntare per un Fisco che funzioni davvero
Tuttavia, Carlo Bonomi si è soffermato anche sugli aspetti positivi del nuovo Esecutivo Draghi. “L’assegno unico votato in questi giorni dal Parlamento ha il merito di riunire sotto un unico ombrello la molteplicità caotica di troppo disomogenei sgravi per famiglia e figli“, ha aggiunto, sottolineando altresì che “senza una revisione complessiva dell’Irpef, che sani le attuali gravi iniquità orizzontali e verticali accumulate con bonus e forfait; senza un generale riordino di detrazioni e deduzioni per imprese e famiglie; senza una valutazione unitaria dei disincentivi al lavoro e al reddito posti in essere dall’attuale fisco nel nostro paese; continueremo a disporre decine di miliardi di benefici che non vanno a chi davvero soffre il prezzo di 25 anni di scelte sbagliate”.
Parole cristalline ed inequivocabili, che aiutano a comprendere la situazione del fisco in Italia; il quale necessita di un riforma di ampio respiro, inclusiva – come detto – anche del riordino degli sconti fiscali.
Proprio sul tema degli sconti fiscali, Confindustria chiede di prevedere modalità di verifica ex post degli sconti fiscali, per valutarne l’impatto effettivo sull’economia e fare le modifiche ritenute opportune, se non addirittura cancellare ciò che non va.
Sconti fiscali a tempo e revisione di deduzioni e detrazioni
Negli studi finora svolti, una proposta di riforma in materia di attuali deduzioni e detrazioni prevedrebbe la loro trasformazione in crediti di imposta (ad es. del 10%). Ciò evidentemente al duplice scopo di facilitarne l’utilizzo concreto, consentendone la spesa all’atto del pagamento; e di concentrarne gli effetti sulle mere spese effettuate con modalità tracciabili dal Fisco.
Un’altra ipotesi allo studio invece imporrebbe di rendere temporanei alcuni sconti fiscali. La giustificazione sarebbe nel fatto che se da un lato sono necessari a spingere alcuni settori economici, come stiamo vedendo in questo periodo; dall’altro, se previsti a tempo illimitato, rischierebbero di alimentare distorsioni di vario tipo (pensiamo ad es. nel mondo dell’edilizia, con i bonus e superbonus per riqualificazioni energetiche e ristrutturazione immobili).
Concludendo, resta da vedere quanto – a livello politico – si spingerà nei prossimi mesi sull’acceleratore, con l’obiettivo di una effettiva ed efficace riforma del fisco e degli sconti fiscali. Molteplici interessi di parte si mescolano con quelli generali; e trovare un compromesso in una credibile riforma non è facile, ma sta di fatto che ciò è e resta indispensabile per il futuro economico del Paese.