Come già abbiamo avuto modo di notare, circolano sempre più insistenti su un nuovo provvedimento di nuova Pace Fiscale ovvero un mini condono di sanatoria delle cartelle esattoriali. La finalità è aiutare in qualche modo i tanti cittadini e contribuenti, vittime loro malgrado della difficile situazione economica, creatasi per la pandemia e per le restrizioni legate alla conseguente fase di lockdown.
Il primo maxi-provvedimento economico del Governo Draghi certamente evidenzierà quelle che sono le nuove strategie di Palazzo Chigi, per reagire alla crisi socio-economica. Secondo gli osservatori, il decreto Sostegno dovrebbe essere pronto prima di metà marzo, essendo ormai in fase di ultimazione presso il ministero dell’Economia. Tante le novità previste nel decreto, ma una in particolare qui merita speciale considerazione. Stiamo parlando della assai probabile cancellazione di ben 60 milioni di cartelle esattoriali entro i 5.000 euro.
Vediamo dunque, più da vicino, cosa potrebbe cambiare a breve, sul fronte tributi e tasse.
Sanatoria cartelle esattoriali: arriva la nuova Pace Fiscale?
La scelta appare ispirata da motivazioni politiche, legate dunque alle oggettive difficoltà di molti cittadini; famiglie ed imprese a far fronte ai pagamenti nei confronti del Fisco, anche di importo non così consistente. Si parla infatti con sempre maggior frequenza della probabilità che nel testo finale del Decreto Sostegno trovi spazio anche lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 5mila euro; incluse sanzioni ed interessi dall’anno 2000 all’anno 2015.
Non solo: è verosimile che l’invio di nuove cartelle esattoriali sia sospeso fino al 30 aprile, ossia la data di scadenza dell’attuale Stato d’emergenza, salvo proroghe di quest’ultimo.
Cifre considerevoli girano attorno al Fisco
Secondo gli osservatori, numeri importanti girano attorno al Fisco, tanto che si stima che i crediti ancora non riscossi da parte degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, si ricolleghino a qualcosa come circa 130 milioni di cartelle; e che lo stralcio delle mini-cartelle esattoriali possa toccare non meno di 60 milioni di cartelle; corrispondente ad un costo complessivo di 1 miliardo di euro nel corso di quest’anno. Identica la cifra anche per il 2021.
Il problema di fondo è che, nella necessità di venire incontro a molti contribuenti in difficoltà economica non per colpa loro, sussistono difficoltà da superare sul piano delle coperture. Inoltre, dal punto di vista strettamente politico, non può negarsi che scelte così drastiche, come quella del taglio delle cartelle esattoriali, comportano di trovare un compromesso tra visioni differenti all’interno della maggioranza. E ciò anche con riguardo al delicato fronte delle tasse e alla riforma del Fisco, da più parti auspicata.
Gli obiettivi dietro al mini condono
Oltre a rappresentare un modo per rendere il Fisco meno oneroso per i contribuenti, è da notare che la decisione della cancellazione di circa 60 milioni di cartelle esattoriali va anche nella direzione di alleggerire il lavoro dell’Agenzia delle Entrate-riscossione; già assai gravata da un arretrato sulle cartelle di circa mille miliardi di euro.
Come sopra accennato, questi 60 milioni di cartelle esattoriali costituiscono quasi la metà – ossia il 46% – dei 130 milioni di ruoli presenti nel magazzino di Agenzia delle Entrate – Riscossione. Per completezza, ricordiamo altresì che, in ambito tributario, l’iscrizione a ruolo comporta, per il contribuente ‘non virtuoso’, l’introduzione in un elenco ad hoc. In quest’ultimo sono evidenziati coloro che risultano debitori nei confronti dell’erario e non solo.
Detto elenco è stilato dagli uffici creditori ai fini della riscossione, attraverso l’agente della riscossione. Va da sè che i contribuenti interessati non sono pochi. Si tratta di persone fisiche e partite Iva, ma anche imprese e professionisti vari.
Problema politico
Il vero ostacolo resta tuttavia quello di natura politica: una maxi sanatoria da un miliardo di euro all’anno (per 2021 e 2022), per attuarsi concretamente, dovrà ricevere il sostegno di formazioni politiche della nuova maggioranza, di solito contrarie ai condoni. E ci riferiamo ovviamente a M5S e PD.
Per quanto riguarda i precedenti in tema di cancellazione cartelle esattoriali, però non possiamo non ricordare che uno ‘stralcio’, ossia un eufemismo al posto dell’espressione ‘condono fiscale’, aveva già avuto l’ok della maggioranza che appoggiava il Governo Conte I. Da ricordare altresì che, in quel periodo, al Governo c’era anche la Lega, che come ben noto non è contraria di per sè all’ipotesi condono o cancellazione degli atti. In particolare, in quell’occasione, furono cancellati i ruoli fino a 1000 euro, aperti tra il 2000 e il 2010. Ed anche quella fu una maxi-operazione, se pensiamo che ha toccato 5 milioni di cartelle; collegate a ben 12 milioni di contribuenti.
Tuttavia, con la nuova cancellazi0ne cartelle esattoriali, le dimensioni del provvedimento appaiono ancora più ampie, giacchè si tratterebbe di tagliare tutte le cartelle entro i 5.000 euro (dunque 5 volte tanto); e per un lasso di tempo superiore (15 anni, ossia dal 2000 al 2015).
Concludendo, ci si potrebbe domandare che succederà alle cartelle esattoriali al di sopra dei 5.000 euro. Secondo gli osservatori, potrebbe profilarsi all’orizzonte una nuova forma di rottamazione, optando per un metodo di pagamento differito o in più quote; ossia una sorta di rateizzazione su due anni senza interessi e sanzioni. Al contribuente dunque, il solo obbligo di far fronte al valore della cartella fiscale.