La rottamazione quater ha rappresentato per molti italiani uno strumento di sanatoria importante per pagare in modo rateizzato e con alleggerimenti su sanzioni e interessi gli eventuali debiti verso il fisco, ovvero cartelle esattoriali risalenti al periodo che va dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022.
L’andamento di questa misura nel corso dei mesi però ha rivelato come circa la metà dei contribuenti non abbia effettivamente versato tutte le rate nel modo corretto, omettendo i pagamenti e arrivando così all’annullamento della misura stessa.
Di fatto la rottamazione quater in questi termini sembra essere stata un vero e proprio flop: l’obiettivo del governo era di raccogliere almeno 300 milioni di euro, ma così non è stato, per cui le risorse recuperate arrivano a 200 milioni di euro. Questa situazione potrebbe portare ad una nuova rottamazione: vediamo tutte le ipotesi.
Rottamazione quinquies: la nuova sanatoria
Al momento il governo sta ipotizzando l’introduzione di misure alternative o aggiuntive rispetto alla rottamazione quater, per recuperare ulteriori somme dai debiti non pagati dai cittadini.
A questo proposito si parla di una possibile sanatoria, completamente nuova, che potrebbe susseguirsi a quella presente attualmente. La rottamazione quinquies potrebbe intervenire quindi includendo anche coloro che sono rimasti esclusi dalla rottamazione quater, ampliando così le possibilità.
Potrebbe trattarsi di una misura similare alla precedente, anche se ancora non si conoscono le date di riferimento dell’iscrizione a ruolo dei debiti, né l’effettivo funzionamento specifico.
Se arrivasse una nuova sanatoria di questo tipo si riaprirebbe la possibilità per molti contribuenti di chiedere la rateizzazione dei debiti e di pagare senza versare sanzioni e interessi. L’obiettivo del governo sarebbe quello di rientrare dei 100 milioni di euro mancanti coprendo il buco di risorse lasciato dalla versione precedente.
Questa rottamazione quindi coinvolgerebbe sia chi non ha pagato tutte le rate nella precedente misura sia chi ne è rimasto del tutto escluso fin dal momento iniziale.
Alternative alla rottamazione quinquies
Oltre ad una nuova rottamazione quinquies, tra le ipotesi in campo c’è anche quella di una proroga all’attuale rottamazione quater, che permetta a chi non ha pagato di rimettersi al pari con le rate senza perdere i vantaggi della misura.
Ricordiamo infatti che al momento attuale chi non versa le somme dovute in base al piano di rateizzazione concordato, si trova nella situazione di annullamento della sanatoria, con la conseguenza di dover pagare tutto in un unico versamento.
Una proroga alla rottamazione quater potrebbe sanare la situazione di questi contribuenti, garantendo un periodo maggiore di tempo per saldare gli importi dovuti in modo rateizzato.
Un’alternativa al vaglio è quella di aprire la possibilità di accesso alla rottamazione quater anche a coloro che erano rimasti fuori dalla misura perché non avevano presentato la domanda in tempo entro giugno 2023.
Molti contribuenti infatti potrebbero attualmente decidere di utilizzare questo strumento, nonostante non abbiano presentato domanda precedentemente. Tutte queste soluzioni andrebbero ad ampliare la platea dei beneficiari della sanatoria, consentendo allo Stato maggiori opportunità per recuperare i debiti dei cittadini e ai contribuenti di risparmiare ancora su sanzioni e interessi.
Quando potrebbe arrivare la rottamazione quinquies
Sia che si scelga di introdurre una vera e propria rottamazione quinquies, sia che si opti per un’alternativa allargando i requisiti per la rottamazione quater, bisogna ancora attendere per avere un riscontro definitivo sulle decisioni del governo.
Mentre una proroga potrebbe essere proposta nei prossimi mesi, nel caso di una misura del tutto nuova bisognerebbe attendere ancora per la sua applicazione almeno la fine dell’anno, quando verranno preparate le bozze della nuova manovra fiscale 2025.
Per questi motivi non sembra essere una prospettiva immediata, per cui attualmente chi decade dalla misura della rottamazione quater si trova a dover pagare l’intero importo dovuto al fisco in un’unica soluzione.
Come funzionava la rottamazione quater
Andando a vedere nel dettaglio come funzionava la rottamazione quater, per accedervi era necessario presentare un’apposita domanda entro il 30 giugno 2023. Inoltre, per mantenere il beneficio, occorreva versare tutte le rate entro le scadenze previste, ovvero:
- 31 ottobre 2023 per la prima rata;
- 30 novembre 2023 per la seconda rata;
- 28 febbraio 2024 per la terza rata;
- 31 maggio 2024 per la quarta rata;
- 31 luglio 2024 per la quinta rata;
- 30 novembre 2024 per la sesta rata e così via.
Oltre a questo, va considerato che è stata stabilita entro il 30 marzo 2024 una scadenza con possibilità di pagare anche le rate arretrate, se mancanti. A queste scadenze è aggiunto inoltre un periodo di 5 giorni di tolleranza come margine per i versamenti.
In questo modo i contribuenti che hanno aderito alla misura hanno potuto accedere ad un alleggerimento delle somme da pagare in termini di sanzioni e interessi.
Ricordiamo che coloro che si trovano in territori alluvionati hanno scadenze più vantaggiose per avere più tempo di saldare quanto dovuto.
Pochi versano le somme dovute con la rottamazione quater
Perché al momento il governo potrebbe valutare l’idea di introdurre una nuova rottamazione quinquies? Come abbiamo visto, le somme effettivamente recuperate dal fisco sono inferiori a quelle prospettate con l’introduzione della misura.
Di fatto sono moltissimi i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione quater, pagando la prima rata o solamente alcune di esse, per poi omettere i restanti versamenti. L’evasione fiscale in Italia rimane alta e normalmente l’Agenzia delle Entrate riesce a recuperare solo una piccola parte delle cifre non saldate dai cittadini.
Tuttavia a non rispettare le scadenze per la rottamazione quater sono circa la metà dei contribuenti che hanno aderito alla misura e questo è un problema per i conti dello Stato. Moltissimi contribuenti infatti non hanno saldato la rata che scadeva il 31 maggio scorso, con conseguente decadenza del beneficio.