A seguito della delega al Governo per la riforma fiscale, arrivano aggiornamenti interessanti anche per ciò che attiene alla revisione del sistema delle sanzioni fiscali. Infatti mercoledì 21 febbraio è stato approvato in Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo, che concretizza le novità della riforma fiscale in proposito. Si tratta del nono decreto attuativo della delega fiscale, grazie al quale si interviene sulle sanzioni tributarie, sia amministrative che penali.
Da notare che le novità sul meccanismo sanzionatorio tributario scaturiscono da quanto indicato dall’art. 20 della legge delega. Con il citato decreto di attuazione della riforma sulle sanzioni fiscali, la volontà del Governo è quella di razionalizzare l’intero sistema sanzionatorio. Di fatto l’assetto delle sanzioni in materia fiscale, legate dunque alla violazione di norme riguardanti il rapporto tra Fisco e contribuente, viene modificato grazie alla revisione di una serie di testi normativi e all’applicazione piena del principio di proporzionalità.
Vediamo allora i punti chiave della revisione del sistema sanzionatorio tributario, alla luce delle ultime novità giunte da Palazzo Chigi.
Riforma sanzioni fiscali: cosa cambia di fatto per i contribuenti
Quali sono le novità più interessanti in tema di sanzioni tributarie? Ebbene, con l’approvazione dello schema di decreto legislativo che attua le previsioni della riforma fiscale, l’Esecutivo ha inteso da un lato ammorbidire alcuni aspetti normativi – rispetto alle rigidità odierne – con possibili sconti sul fronte penale, mentre dall’altro ha reso più severe le punizioni per i recidivi – ossia per i contribuenti che danno luogo nel corso del tempo a plurime violazioni. In particolare il Fisco si mostrerà più severo ed andrà a colpire con forza chi attuerà comportamenti fraudolenti, simulatori ed omissivi a danno delle Entrate.
In altre parole, le sanzioni oggi vigenti – da taluni tributaristi definite in alcuni casi ‘abnormi’ – dovranno essere ricondotte a proporzionalità, salvo che si tratti di contribuenti già responsabili di condotte illecite in campo fiscale. Il ricorso al principio di proporzionalità nelle sanzioni è già stato peraltro auspicato da una sentenza della Consulta del 17 marzo dello scorso anno, rimarcando che il sistema sanzionatorio dovrà in futuro evitare punizioni sproporzionate rispetto alla violazione commessa, oppure non commisurate al reddito o situazione economica del contribuente, oppure ancora alla sua capacità contributiva. E non dimentichiamo che il dovere di concorrere alle spese pubbliche, in ragione della propria capacità contributiva, è previsto all’art. 53 della Costituzione.
Alcuni esempi pratici delle novità in arrivo
Da quanto emerge dal testo del decreto legislativo approvato mercoledì 21 febbraio, l’intenzione del Governo è quella di predisporre un Fisco più obiettivo e ragionevole in merito alle proprie pretese, evitando richieste sproporzionate rispetto alla singola situazione. Ad esempio, il contribuente che darà luogo ad una violazione per un’incertezza normativa, sarà non punibile con sanzione per i 60 giorni posteriori alle indicazioni delle Entrate, se presenta una dichiarazione integrativa e paga l’imposta dovuta adeguandosi a quanto richiesto.
In riferimento alle sanzioni penali, le norme di non punibilità della revisione del sistema sanzionatorio tengono conto degli indirizzi giurisprudenziali, aiutando di fatto il contribuente che non può saldare il dovuto per ragioni di forza maggiore e chi vuole regolarizzare la propria situazione con il Fisco, anche tramite la rateizzazione (versamento della tassa dovuta, delle sanzioni ridotte e degli interessi). Inoltre si prevede la non punibilità per omessi versamenti di IVA e ritenute se le cause, sopravvenute, non sono imputabili all’autore.
Infatti, secondo quanto emerso in queste ultime ore, sul fronte penale si avrà una linea più ‘soft’ in ipotesi di evasione fiscale per necessità economica. Nessuno sconto, invece, in ipotesi di frodi e altri illeciti gravi come le omesse dichiarazioni.
D’altro lato, invece, sono rimodulate le sanzioni per tributi assai noti come l’imposta di registro, quelle ipotecarie e quelle catastali.
Nuove regole per le sanzioni tributarie
Il Governo, come accennato sopra, mira ad un rapporto più ‘equo’ e costruttivo tra Fisco e contribuente ed infatti, alla luce delle indiscrezioni legate al citato schema di decreto, se sarà manifesta la sproporzione tra violazione e sanzione, questa sarà decurtata fino a un quarto. Ma come detto, se il contribuente compirà una violazione molto grave, la sanzione fissa, proporzionale o variabile, potrà essere invece aumentata. Ed anzi la sanzione sarà raddoppiata per chi incorre nell’identica violazione nei tre anni posteriori al passaggio in giudicato della sentenza, che la acclara o la rende inoppugnabile.
Mentre le sanzioni amministrative tributarie saranno ridotte da un quinto a un terzo, in applicazione di un principio di maggiore proporzionalità. Non solo. Il decreto fissa un meccanismo di compensazione tra crediti maturati nei confronti della PA e debiti legati alle imposte sui redditi emersi in seguito ad avvisi bonari, che vuole ulteriormente avvicinare Fisco e contribuente. L’idea di fondo è quella del coordinamento delle sanzioni penali e amministrative considerando quelle già irrogate.