Il Governo ha approvato la riforma della riscossione con numerose novità in arrivo. La nuova normativa comporta il discarico automatico, ogni cinque anni, delle cartelle esattoriali e gli elementi che sostanzialmente, vanno a determinare la novità sono: la notifica delle cartelle, il discarico dei ruoli e la dilazione dei pagamenti. Su questi tre elementi si poggia il riordino della riscossione, che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri l’11 marzo 2024.
Quello che abbiamo davanti è un disegno di legge attuativo della riforma fiscale, che, ora come ora, dovrà passare in Parlamento prima di essere sottoposta nuovamente all’approvazione del Consiglio dei Ministri, dove dovrà incassare l’approvazione definitiva. L’obiettivo di questa novità, sostanzialmente, consiste nel rendere più efficace il sistema di tutela delle garanzie dei contribuenti.
Vediamo come.
Riforma della riscossione: il recupero dei crediti
La riforma delle riscossioni renderà più efficace la gestione delle varie attività. Per fare questo, l’Agenzia delle Entrate Riscossioni dovrà prevedere annualmente un’attività di pianificazione, il cui scopo sarà quello di effettuare una pianificazione volta ad assicurare tempestive notifiche di cartelle di pagamento e atti interruttivi della prescrizione.
L’obiettivo di fondo è quello di andare a smaltire l’attuale magazzino, che stando a quanto ha dichiarato Maurizio Leo, vice ministro all’economia, dovrebbe valere qualcosa come 1.200 miliardi di euro.
Il Governo ha introdotto una misura volta a smaltire il magazzino delle somme a ruolo. La misura adottata è il discarico automatico delle cartelle esattoriali dopo cinque anni dal momento in cui sono state affidate all’agente di ruolo (il disposto avviene al 31 dicembre del quinto anno successivo rispetto a quello dell’affidamento).
Da questa misura rimangono esclusi i debiti già oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di eventuali accordi di ristrutturazione ai sensi del Codice della Crisi d’Impresa.
Viene introdotta, inoltre, una specifica disciplina relativa alle risorse proprie tradizionali dell’Unione europea. E per le somme che risultano essere dovute a titolo di recupero per gli aiuti di Stato. Questi importi non risultano essere soggetti a discarico, né ad una reiscrizione a ruolo.
Per tutti gli altri casi, a partire dal 2025, scatterà in automatico il discarico. In altre parole la responsabilità del recupero dei crediti cessa dopo cinque anni dall’affidamento all’Agenzia delle Entrate-Riscossioni. Da sottolineare, comunque vada, che il debito continua a rimanere e può essere ancora riscosso.
La misura potrebbe essere retroattiva. Per comprendere se questa possibilità venga applicata o meno e per individuare eventuali soluzioni legislative per i discarichi dei ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossioni nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2024, verrà costituita un’apposita commissione.
Eventuali crediti da riscuotere
Quello che abbiamo davanti non è, sostanzialmente, uno stralcio. L’ente creditore ha, infatti, la possibilità di provvedere autonomamente alla riscossione del credito fino alla sua prescrizione. In presenza di nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore, può provvedere ad affidare nuovamente le somme all’AdER.
Entrando un po’ più nello specifico, per quanto riguarda i crediti affidati all’agente della riscossione e su quelle relative al discarico automatico, è previsto un duplice controllo. Uno effettuato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’altro dall’Ente creditore, che ha la possibilità di contestare all’agente della riscossione l’intervenuta decadenza o l’eventuale prescrizione del diritto di credito.
A questo punto l’agente ha la possibilità di definire la contestazione in via agevolata, andando a pagare una somma pari ad un ottavo dell’importo affidato a cui si devono aggiungere gli interessi.
L’eventuale responsabilità amministrativa e contabile dell’agente risulta essere limitata agli eventuali casi di dolo. E a quelli di colpa grave, nel caso in cui dovessero intervenire delle ipotesi di decadenza o prescrizione del diritto di credito.
Cartelle esattoriali: nuova dilazione fino ad 84 rate dal 2025
Sicuramente una delle novità più importanti è costituita dal potenziamento della rateazione delle somme che sono state iscritte a ruolo.
La normativa attuale prevede che il pagamento delle cartelle esattoriali possa essere diluito nell’arco di 72 rate. Sono previsti, inoltre, dei piani più lunghi, ma in questo caso non è previsto un vero e proprio automatismo: il diretto interessato deve provare la propria situazione di difficoltà.
La riforma della riscossione, sostanzialmente, prevede un allungamento della rateazione, che verrà introdotta in maniera graduale. Saranno coinvolte dalla novità le cartelle esattoriali fino a 120.000 euro, che dalle attuali 72 rate potranno passare nel:
- 2025 e nel 2026 a 84 rate;
- 2027 e nel 2028 a 96;
- 2029 e nel 2030 a 108;
- 2031 si stabilizzeranno a 108.
Cartelle esattoriali a rate per debiti oltre i 120 mila euro
Quando i debiti risultano essere superiori a 120.000 euro risulta essere necessaria la presentazione di un’istanza documentata. In questo caso la rateazione può essere concessa fino ad un massimo di 120 rate.
Nelle prossime settimane si avranno comunque istruzioni più dettagliate sugli argomenti sopra citati e quindi rimaniamo in attesa della normativa e dei prossimi documenti di prassi in materia.
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