Grazie al ravvedimento operoso, il contribuente che ha omesso di effettuare un adempimento fiscale, che sia un versamento o una dichiarazione dei redditi, può regolarizzare la sua posizione. Ciò può avvenire effettuando l’adempimento e versando una sanzione ridotta entro un determinato periodo di tempo prestabilito dalla legge. La riduzione delle sanzioni amministrative dipende dal momento in cui la stessa è versata rispetto alla scadenza dell’adempimento. Più tempo passa più la riduzione è meno vantaggiosa per il contribuente. Si pensi al caso della dichiarazione omessa.
In alcuni casi, se la violazione commessa ha delle implicazioni anche dal punto di vista penale, il ravvedimento può permettere al contribuente di evitare o limitare ulteriori sanzioni o provvedimenti restrittivi.
L’Agenzia delle entrate ha analizzato i risvolti penali del ravvedimento operoso con la circolare n° 11/E 2022.
Ravvedimento operoso, cos’è e come funziona
Il ravvedimento operoso è disciplinato dall’art.13 del D.Lgs 472/1997.
La norma regola
- le ipotesi in cui si può ricorrere al ravvedimento operoso;
- gli abbattimenti rispetto alle sanzioni ordinarie;
- le tempistiche entro le quali è ammesso il ricorso al ravvedimento operoso.
Si può ricorrere al ravvedimento sola laddove:
- la violazione non sia stata già constatata e comunque
- non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento.
Dunque, il fatto che il contribuente abbia avuto formale conoscenza di tali attività di controllo, esclude la possibilità di ricorrere al ravvedimento operoso.
Attenzione, tale preclusione non vale per i tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate. Dunque, Irpef, Ires, Iva, imposte sostitutive, ecc.
Infatti, per tali tipi di tributi, l’unico blocco al ravvedimento è la notifica degli atti di liquidazione o di accertamento. Anche gli avvisi bonari bloccano il ravvedimento operoso. Invece, consentono comunque il ricorso al ravvedimento, le c.d. comunicazioni per l’adempimento spontaneo.
Ancora, lo stesso trattamento di favore è previsto anche per i tributi doganali e per le accise amministrati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Salva la notifica di avvisi di pagamento e atti di accertamento
I risvolti pensali del ravvedimento operoso
In alcuni casi, se la violazione commessa ha delle implicazioni anche dal punto di vista penale, il ravvedimento può permettere al contribuente di evitare o limitare ulteriori sanzioni o provvedimenti restrittivi.
L’Agenzia delle entrate ha analizzato i risvolti penali del ravvedimento operoso con la circolare n° 11/E 2022.
I reati penali in ambito tributario sono disciplinati dal D.lgs 74/2000.
In particolare, l’art. 13 regola i casi di impunibilità del reato. Tale impunibilità è riconosciuta a monte anche laddove il contribuente abbia fatto ricorso al ravvedimento operoso. Rispetto alla sanzione amministrativa.
Omesso versamento di Iva, ritenute e indebite compensazioni
Per l’omesso versamento di Iva, ritenute e indebite compensazioni sono escluse conseguenze penali:
- se, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado,
- i debiti tributari, compresi interessi e sanzioni, sono stati estinti mediante integrale pagamento degli importi dovuti.
Ciò può avvenire anche a seguito di: conciliazione, accertamento con adesione o ravvedimento operoso.
In altri casi ossia diversi da quelli impunibilità del reato, l’estinzione del debito tributario può rappresentare solo circostanza attenuante o condizione per il patteggiamento (art.13-bis del D. lgs 74/2000).
Ravvedimento operoso per condotte fraudolente: dichiarazione fraudolenta e dichiarazione omessa
Per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o documenti per operazioni inesistenti ovvero mediante altri artifici, nonché di dichiarazione infedele ed omessa (articoli 2, 3, 4 e 5 del medesimo d.lgs. n. 74) – l’esclusione della punibilità opera se il contribuente paga le imposte dovute. Comprese sanzioni amministrative e interessi. Ciò a seguito del ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo.
A tal fine, è necessario che il contribuente non abbia avuto formale conoscenza di:
- accessi,
- ispezioni,
- verifiche o
- dell’inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali.
Attenzione, il fatto che dal punto di vista penale, l’esimente della presentazione della dichiarazione dei redditi possa configurarsi entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo, non vuol dire che il contribuente possa versare una sanzione ridotta. Infatti, una volta che sono trascorsi 90 giorni dal termine ordinario di presentazione, la dichiarazione è considerata omessa. Ciò blocca il ravvedimento operoso. Il contribuente che vuole beneficiare della causa di non punibilità del reato deva pagare la sanzione intera.
Ancora, il fatto contribuente abbia avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche ecc., blocca solo gli effetti positivi in ambito penale; non quelli legati all’ambito amministrativo. Infatti, per i tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate, accessi ispezione o verifiche, consentono comunque il ricorso al ravvedimento.
Le Istruzioni dell’Agenzia delle Entrate
Il ravvedimento operoso è ammesso anche laddove il contribuente intende regolarizzare violazioni fiscali connesse profili penali. Ciò nel rispetto:
- delle regole amministrative che regolano tale istituto;
- delle situazioni concretamente in essere e della corretta individuazione sanzione base oggetto di ravvedimento,
- considerando anche le valutazioni le valutazioni sull’efficacia e gli effetti del ravvedimento amministrativo o su quelli dell’estinzione totale o parziale del debito in ambito penale demandate all’Autorità giudiziaria.
Rimane fermo l’obbligo, per il Fisco, al ricorrere dei requisiti legislativamente fissati, di procedere alla denuncia della notitia criminis ex articolo 331 c.p.p.
Sul punto 2, un esempio analizzato dall’Agenzia delle entrate è quello relativo alla dichiarazione fraudolenta.
In tale caso, laddove il ravvedimento avviene dopo la contestazione della violazione con “processo verbale”, la sanzione oggetto di ravvedimento deve essere così individuata:
- sanzione per infedele dichiarazione (dal 90% al 180%)
- maggiorata del 50% per la condotta fraudolenta (utilizzo di fatture o altra documentazione falsa o per operazioni inesistenti).
Su tale sanzioni si applicheranno le riduzioni da ravvedimento.