Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella serata di ieri il disegno di Legge di Bilancio 2025, portando con sé importanti novità per lavoratori e imprese. Tra le misure più attese, c’è la proroga della tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività, che sarà in vigore fino al 2027.
La misura riguarda i premi di risultato fino a 3.000 euro, riconosciuti ai dipendenti del settore privato che hanno un reddito annuo inferiore agli 80.000 euro. Se l’azienda prevede il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro, il limite massimo sale a 4.000 euro. La proroga evita quindi il ritorno all’aliquota del 10%, offrendo un’opportunità di maggiore guadagno netto in busta paga.
Requisiti e applicazione della misura
La detassazione si applica solo ai premi erogati in base a contratti aziendali o territoriali, secondo i criteri di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione. Tali criteri devono essere verificabili e stipulati dalle rappresentanze sindacali più rappresentative o da contratti collettivi.
Secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro, la misura ha coinvolto quasi 5 milioni di lavoratori, con un importo annuo medio per i premi pari a circa 1.500 euro.
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Come funziona la tassazione agevolata sui premi di produttività nel 2024
Per il 2024, le regole per la tassazione agevolata dei premi di produttività seguono quanto previsto dalla Legge di Bilancio del 2016 (art. 1, commi 182-189 della legge 208/2015). Il successivo decreto interministeriale del 25 marzo 2016 ha stabilito i criteri per misurare produttività, redditività, qualità ed efficienza, e le modalità di attuazione del regime agevolato.
L’aliquota ridotta si applica ai premi fino a 3.000 euro, o fino a 4.000 euro se i lavoratori partecipano pariteticamente all’organizzazione del lavoro. Anche nel 2024, la detassazione può essere applicata solo ai contratti aziendali o territoriali, salvo rinuncia scritta del dipendente.
Per accedere al beneficio, i dipendenti devono avere un reddito inferiore a 80.000 euro nell’anno precedente, e in caso il datore di lavoro non sia lo stesso del periodo precedente, il lavoratore dovrà attestare per iscritto il reddito percepito.
Per conoscere tutti i dettagli e le istruzioni per l’applicazione della tassazione agevolata l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che si può fare riferimento ai seguenti documenti di prassi:
- circolare n. 23/E del 2023
- circolare n. 5/E del 2018
- circolare n. 28/E del 2016
Sintesi tassazione agevolata sui premi di produttività
- Aliquota agevolata: 5% imposta sostitutiva IRPEF per i premi di produttività fino a 3.000 euro.
- Limite aumentato: fino a 4.000 euro in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
- Reddito massimo: possono beneficiarne i dipendenti del settore privato con reddito annuo inferiore a 80.000 euro.
- Contratti aziendali/territoriali: i premi devono essere erogati in esecuzione di contratti collettivi stipulati da rappresentanze sindacali riconosciute.
- Requisiti di produttività: l’agevolazione è valida solo per premi legati a incrementi misurabili di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.
- Rinuncia: l’applicazione dell’aliquota agevolata può essere rifiutata espressamente dal lavoratore tramite dichiarazione scritta.
- Documentazione: se il sostituto d’imposta è diverso da quello del precedente anno, il lavoratore deve attestare il reddito percepito.
Conclusioni
La proroga della tassazione agevolata sui premi di produttività fino al 2027 rappresenta un’importante opportunità per i dipendenti di beneficiare di una maggiore liquidità in busta paga e per le aziende di incentivare il miglioramento delle performance lavorative.
Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di sostegno al lavoro e alla crescita economica, puntando su incrementi misurabili di produttività e coinvolgimento attivo dei lavoratori nell’organizzazione aziendale.