Il Governo fin dal suo insediamento aveva promesso di abbassare, ove possibile, la pressione fiscale gravante sui contribuenti, che già debbono sostenere settimana dopo settimana l’aumento dei prezzi legato all’inflazione e un carovita, che sta complicando la gestione dei bilanci mensili a non poche famiglie.
Ecco allora che non deve sorprendere la notizia secondo cui siamo prossimi ormai all’effettiva archiviazione di alcune micro – tasse o micro – imposte che, nel complesso, costituiscono voci di spesa di una certa entità. Proprio così: tra i contenuti degli emendamenti al vaglio delle Commissioni Finanze e Bilancio vi è anche il progetto della cancellazione di alcune piccole tasse e imposte – in verità non una novità nel nostro paese. Infatti varie volte negli ultimi anni se ne è parlato: si tratta di costi per i cittadini italiani, introdotti nel passato ma che non hanno poi dimostrato di avere una reale efficacia o utilità per lo Stato.
Di seguito vedremo allora in sintesi quali sono le imposte nel bersaglio dell’Esecutivo, alle quali daremo probabilmente l’addio nei tempi brevi. I dettagli.
Tasse universitarie: ecco quelle che potrebbero scomparire
Per non poche persone l’università appare un percorso interessante ma insostenibile sul fronte economico. Anche per questo motivo, e per sostenere il diritto allo studio, potremmo presto veder scomparire la tassa di iscrizione in ateneo, vale a dire un contributo da pagare al momento dell’immatricolazione e per l’iscrizione agli anni posteriori al primo.
Oggi questa imposta vale circa un milione di euro l’anno e – è scontato dirlo – non è mai stata di certo gradita agli studenti e alle loro famiglie, che nei tempi odierni debbono anche fare i conti con il caro affitti – in caso di figli che vanno a studiare lontano dalla località di residenza.
Non solo. All’interno del Governo in questi giorni si sta anche discutendo dell’azzeramento delle cosiddette micro imposte per l’emissione dei diplomi, per gli esami di idoneità e per l’iscrizione a scuola. Nel complesso, si tratta di tasse che valgono più di 40 milioni di euro.
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Via le tasse sulla tredicesima dal 2024
Un altro taglio sicuramente sarà gradito ai lavoratori dipendenti. Come spiegato dal Ministero dell’Economia, la volontà del Governo è quella di intervenire in ambito lavoro anche con l’archiviazione delle tasse sulla tredicesima di fine anno.
Secondo le prospettive indicate dal Governo in tema di tasse sul lavoro, l’addio sarà dal 2024, anno nel quale comincerà ad essere attuata la delega fiscale.
In pratica, secondo l’ottica ministeriale, la tredicesima potrà essere assimilata a un ‘reddito aggiuntivo’ e dunque trattato con l’aliquota agevolata del 15%».
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Possibile addio al Superbollo
Nel piano del Governo, che intende dare un (parziale) sollievo ai cittadini e famiglie alle prese con il caro prezzi, troviamo anche l’archiviazione del Superbollo – ovvero la nota tassa per le auto di grossa cilindrata. Ci riferiamo in particolare a quel contributo dovuto dai proprietari di automobile con una potenza superiore a 185 Kw.
Il costo può essere significativo perché la tassa costa oggi 20 euro per ogni Kw oltre i 185, ed ecco perché un automobilista può anche ampiamente superare i mille euro di spesa per sostenere il pagamento del Superbollo.
Secondo le intenzioni del Governo, l’archiviazione del Superbollo potrà trovare spazio in un emendamento oppure essere inclusa in un provvedimento maxi che includerà una lista di micro-tasse da cancellare. Ma anche su questo ne sapremo di più soltanto nelle prossime settimane.
Tassa sui biliardini: le cifre chiave della cancellazione
Altre micro tasse potrebbero presto scomparire. Infatti nel mirino ci sono anche le imposte sugli apparecchi da intrattenimento che non erogano vincite in denaro. Ci riferiamo dunque a flipper, calcio balilla e biliardi che, nel nostro paese, sono presenti in numero davvero consistente (poco meno di 100mila).
Non dimentichiamo che per calciobalilla e apparecchi similari, la base imponibile è al momento pari a 510 euro con un aliquota fissata all’8%. In ogni caso, un’altra voce di spesa sgradita a baristi e ristoratori: l’imposta sugli intrattenimenti è spesso criticata dai commercianti, che infatti da tempo si lamentano del fatto per cui l’importo della tassa non di rado supera l’introito effettivamente incassato.
Altre micro tasse che potrebbero presto scomparire e le tempistiche della cancellazione
Tra le altre micro tasse che potrebbero presto scomparire, abbiamo anche l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, i diritti di licenza sulle accise, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto e la tassa regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.
Come abbiamo visto finora, il governo vuole dire addio a varie micro-imposte, in modo da generare effetti mirati sulle tasche degli italiani, già gravati in questi mesi da rincari di ogni tipo. In base alle ultime indiscrezioni emerse e a quanto riportato dalle fonti di informazione circa le recenti dichiarazioni effettuate dagli esponenti della maggioranza, l’obiettivo è concretizzare la riforma ancor prima dell’inizio della prossima estate.
Alcuni chiarimenti sui costi
Intanto l’Agenzia delle Entrate ha reso noti alcuni numeri interessanti circa l’operazione di cancellazione che il Governo si appresta a varare. Infatti l’abolizione delle micro-imposte darebbe luogo ad una riduzione delle entrate fiscali del nostro paese pari a circa 152 milioni di euro su undici tasse erariali, 91 milioni su sette imposte regionali e 10 milioni su tre imposte comunali. Il Governo appare fiducioso di poter gestire questo minor gettito, anche in considerazione dei vantaggi derivanti dalla correlata semplificazione della burocrazia.
Infatti si tratta di un insieme di imposte, tasse e diritti che incidono sulle casse erariali per circa un miliardo di euro – tenuto conto dei costi di gestione, lotta all’evasione e spese amministrative. Ecco perché la linea dell’abolizione delle microtasse sarà con tutta probabilità attuata dall’Esecutivo.