Un contribuente ha da poco aperto la partita Iva in regime forfettario e su base volontaria ha deciso di fatturare solo in via elettronica. A tal proposito, intende sapere come indicare la marca da bollo da 2 euro sulla fattura elettronica e in che modo addebitarla al committente. Detto ciò, un ulteriore quesito riguarda l’eventuale concorrenza al reddito dei 2 euro addebitate a titolo di bollo.
Con risposta ad interpello numero 428/2022 l’Agenzia delle Entrate ha risposto proprio a tale quesito, chiarendo i dubbi sulla imposta di bollo addebitata in fattura.
Ecco i dettagli, ma prima ricordiamo cos’è la fattura elettronica e quando è obbligatoria per i forfettari.
Fattura elettronica forfettari: per chi è obbligatoria
Innanzitutto partiamo con l’individuazione di coloro i quali, in regime forfettario, sono tenuti a fatturare in via elettronica. L’art. 18 del DL 36/2022 ha previsto l’obbligo di fatturazione elettronica in capo ai forfettari con effetti dal 1° gennaio 2024.
L’obbligo è anticipato al 1° luglio 2022 per coloro i quali, in regime forfettario, nel 2021 hanno conseguito ricavi o compensi, ragguagliati ad anno, superiori a 25.000 euro.
Detto questo vediamo quando e come si applica il bollo da 2 euro in fattura e poi rispondiamo al quesito del contribuente.
Bollo da 2 euro su fattura: quando e come si applica
L’imposta di bollo, con importo pari a 2 euro, si applica sulle fatture:
- aventi per oggetto le operazioni non soggette a IVA
- di importo superiore a 77,47 euro.
Pertanto i forfettari sono sempre tenuti ad apporre la marca da bollo da 2 euro in fattura (per importi superiori a 77,47 euro) proprio perchè non soggetti ad IVA.
La marca da bollo da 2 euro sarà apposta:
- fisicamente incollandolo sulla fattura cartacea (la vecchia marca da bollo da acquistare in tabaccheria per intenderci);
- digitalmente sulla fattura elettronica.
Leggi anche: Imposta di bollo da 2 euro su fattura elettronica: come e quando si paga
Come compilare la fattura elettronica con la marca da bollo
Circa la compilazione della fattura elettronica, se ad esempio viene utilizzato il servizio gratuito dell’Agenzia delle entrate, in fase di compilazione della fattura, basterà fleggare l’apposita casella. Attenzione, laddove si volesse addebitare l’importo al committente, l’importo totale del documento andrà forzato; ossia manualmente è necessario aumentare l’importo della fattura.
Il pagamento dell’imposta di bollo potrà essere effettuato per trimestre (in alcuni casi anche oltre) tramite l’apposito applicativo del portale Fatture e corrispettivi. Addirittura, non è indispensabile la compilazione dell’F24, ma è sufficiente indicare il proprio codice IBAN.
N.B. L’importo del bollo è generalmente a carico di colui che emette la fattura, salvo diversi accordi tra le parti; in ogni caso per la fattura elettronica sarà sempre colui che emette la fattura a versare materialmente tale importo (o la somma dei vari bolli sulle fatture emesse).
La marca da bollo fa reddito?
In merito al quesito sulla rilevanza reddituale della marca da bollo da 2 euro, valgono le indicazioni fornite dall’Agenzia delle entrate con la risposta 428/2022.
In tale documento di prassi è stato chiarito che la marca da bollo da 2 euro è un componente positivo di reddito se addebitato al cliente e come tale concorre alla base imponibile determinata sulla base dei coefficienti di redditività dell’attività svolta, sulla quale applicare l’imposta sostitutiva del 15% (o del 5%).
Dunque, il bollo da due euro concorre al reddito ove questo viene addebitato direttamente al cliente, ovvero va ad aumentare l’importo finale della fattura.