L’evasione fiscale continua a rappresentare un problema molto serio per il paese. Ed anzi affrontarla in modo mirato ed efficace è essenziale, per assicurare una base finanziaria solida al governo e favorire al contempo la stabilità economica e l’equità sociale.
Di fatto questo fenomeno sottrae annualmente centinaia e centinaia di milioni di euro alle casse dello Stato, erodendo significativamente le risorse nazionali per la mancanza di entrate fiscali dirette. Pertanto le istituzioni hanno meno denaro a disposizione per finanziare servizi pubblici essenziali – basti pensare a quelli legati al mondo della sanità, dell’istruzione o della sicurezza sociale, per esempio. Senza dimenticare che l’evasione fiscale produce conseguenze negative anche sul piano del debito pubblico, che può ulteriormente aumentare a seguito del deficit fiscale, ma anche conduce ai tagli ai servizi pubblici o all’incremento delle tasse esistenti – per compensare la perdita di entrate. Evidentemente questo ha un impatto nefasto sulla qualità della vita dei cittadini e contribuenti, già gravati in questo delicato periodo da inflazione e carovita.
Alla luce di una situazione di questo tipo, non possono sorprendere le ultime novità in ambito fiscale: al via infatti una nuova stagione di controlli mirati sui conti correnti, che serviranno proprio a scovare i ‘furbetti’ dell’evasione e a ridurre il peso delle mancate entrate nell’Erario – il cd. tax gap. Cosa succederà dunque nei prossimi mesi? Ecco di seguito i primi dettagli dell’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate.
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Conti correnti sotto la lente del Fisco: il meccanismo anti ‘furbetti’ dell’evasione
Contro l’evasione fiscale le banche dati digitali avranno un ruolo chiave. Come accennato poco sopra, inizia infatti dai c/c dei cittadini italiani l’attività di controllo e setaccio che l’Amministrazione finanziaria svolgerà nel secondo semestre 2023 – secondo questo meccanismo: i primi dati estratti, riferiti all’annualità 2017, saranno incrociati con quelli delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti.
In altre parole, la prima delle annualità prese in esame sarà il 2017 e le informazioni che emergeranno dall’Archivio dei rapporti finanziari – una banca dati sui soggetti titolari di rapporti di conto corrente o di deposito – saranno combinate con quelle di cui all’Anagrafe tributaria. Ciò permetterà di aumentare considerevolmente le chance di individuare chi non è in regola con l’assolvimento degli obblighi fiscali.
Finalità dell’Agenzia è anzitutto scovare i contribuenti che, pur avendo compiuto considerevoli movimenti finanziari, non hanno presentato la dichiarazione dei redditi annuale. Si tratta di un oggettivo passo avanti nella lotta all’evasione fiscale, e non a caso grandi aspettative ci sono attorno a detta nuova modalità di controllo – come pure alle conseguenze sull’accertamento nei confronti dei contribuenti.
L’ok del Garante della Privacy all’Anonimometro
Pochi mesi fa il Garante per la protezione dei dati personali ha dato il suo consenso all’attivazione del cd. Anonimometro, uno strumento avanzato che non ha origine nei tempi odierni. La sua previsione risale infatti alla manovra 2020 ed ha l’utilità evidente di consentire la combinazione dei dati dei rapporti finanziari con quelli a disposizione dell’Amministrazione finanziaria.
Si chiama ‘Anonimometro’ perché l’attività di controllo sarà avviata sulla scorta di estrapolazioni basate su dati anonimi e poi utilizzabili sulla scorta di informazioni aggiuntive. All’uopo è stato predisposto un super algoritmo ad hoc e, in caso di emersione di anomalie, le informazioni estratte saranno poi sfruttate per redigere liste selettive di contribuenti destinatari dei posteriori controlli fiscali veri e propri, ovvero controlli rivolti a contribuenti ad ‘alto rischio’ di essere evasori fiscali.
Ecco perché è opportuno ribadire che nel mirino dei controlli del Fisco finiranno i dati dei conti correnti e quelli di cui all’Anagrafe tributaria. Alla luce di queste novità nel sistema dei controlli, in primis chi ha grandi movimentazioni sui propri conti correnti – ma non ha al contempo presentato la dichiarazione dei redditi – rischierà pesanti conseguenze sanzionatorie nei propri rapporti con le Entrate.
3 milioni di lettere di compliance in arrivo
Inoltre è intuibile che la nuova campagna anti evasione – nel suo complesso – mirerà a scovare anche le irregolarità legate alla non corretta compilazione della dichiarazione dei redditi. Per questo non ci sono in vista soltanto i controlli sui conti correnti, ma anche quelli derivanti dalle attività di compliance, con oltre 3 milioni di lettere da inviare entro la fine del 2024 a quei contribuenti che – sulla base dei dati in possesso dell’Agenzia – non risulterebbero essere stati in grado di compilare nel modo giusto la dichiarazione annuale.
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Ricordiamo infine che, secondo quanto reso noto dall’Agenzia, più dell’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in maniera infedele, e meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento – ovvero di chi presenta la dichiarazione ma poi non versa il dovuto. La nuova stagione dei controlli fiscali è dunque iniziata e il Governo auspica di recuperare almeno alcuni miliardi dalla lotta all’evasione, per trovare quelle risorse utili alle riforme e al mantenimento di servizi pubblici adeguati ed efficaci per il paese.