Dal 2 maggio, l’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione dei contribuenti la dichiarazione precompilata modello 730 e modello Redditi. Dall’11 maggio è possibile provvedere all’eventuale modifica della dichiarazione e/o alla sua trasmissione al Fisco.
Sia che ci rivolgiamo al Caf o altro professionista abilitato, sia che inviamo direttamente il 730 precompilato, è bene munirsi di tutti i documenti che possono tornarci utili per verificare la correttezza dei dati precaricati in dichiarazione dei redditi e soprattutto per conservarli in modo corretto.
In questa guida spieghiamo in breve che documenti servono per il 730 precompilato, dove trovarli, come e per quanto tempo conservarli ed infine quali sono i possibili controlli da parte del Fisco.
- Quali documenti servono per il 730 precompilato
- Dove richiedere o trovare i documenti del 730
- Quali documenti conservare e per quanto tempo
- Quali sono i documenti che non bisogna più conservare
- Quali sono i documenti da conservare per i pagamenti tracciati
- Modello 730 precompilato e ordinario, novità sui controlli
Quali documenti servono per il 730 precompilato
Che documenti servono per il 730? A seconda dei casi dovremo conservare i documenti personalmente se inviamo il 730 precompilato personalmente, quindi senza l’aiuto di un CAF o commercialista. Nel caso in cui ci rivolgiamo al CAF o professionista la documentazione principale è la seguente:
- copia della precedente dichiarazione dei redditi (Modello 730/2022 o Modello REDDITI 2022) nonché eventuali dichiarazioni integrative;
- codice fiscale e dati anagrafici del dichiarante, del coniuge e di tutti i familiari fiscalmente a carico;
- dati identificativi del datore di lavoro tenuto ad effettuare i conguagli in busta paga;
- certificazione Unica e le altre certificazioni che documentano le ritenute;
- scontrini (ora documento commerciale), ricevute, fatture e quietanze che provano le spese sostenute;
- gli attestati di versamento d’imposta eseguiti in F24;
- la dichiarazione modello REDDITI in caso di crediti per cui il contribuente ha richiesto il riporto nella successiva dichiarazione dei redditi;
- visure catastali di terreni e di fabbricati posseduti a titolo di proprietà, usufrutto o altro diritto reale;
- atti notarili di terreni e fabbricati acquistati, ereditati o venduti nell’anno 2022;
- contratti per canoni di locazione relativi a terreni e fabbricati affittati nell’anno 2022;
- documentazione attestante pensioni erogate da stati esteri nel 2022;
- in caso di rivalutazione di terreni e partecipazioni avvenute nell’anno 2022 la perizia giurata di stima e l’F24 quale ricevuta di versamento della relativa imposta sostituiva;
- ecc.
In generale servono tutti i documenti relativi ai dati contenuti nel 730 precompilato e i documenti relativi ai dati eventualmente corretti o integrati. Generalmente i documenti più importanti da reperire e conservare riguardano le spese detraibili contenute nel 730.
Dove richiedere o trovare i documenti del 730
Non c’è una risposta univoca a questa domanda, questo perchè dipende a cosa fanno riferimento. Ad esempio le ricevute delle prestazioni mediche e gli scontrini dei medicinali dovrebbero essere già in nostro possesso, nell’eventualità che siano stati conservati durante l’anno.
La certificazione unica invece va consegnata dal sostituto d’imposta a seconda del reddito a cui si riferisce: il CUD dipendenti riguarda il datore di lavoro, il CUD pensionati si richiede all’INPS e via dicendo.
I documenti per la casa o il mutuo vanno richiesti al catasto (se la casa è di proprietà), al locatore per le ricevute d’affitto, alla Banca per eventuali mutui ecc.
Quali documenti conservare e per quanto tempo
Il contribuente non deve esibire i documenti che riguardano le spese deducibili già riconosciute dal datore di lavoro. Stessa indicazione per documentazione degli oneri detraibili che il sostituto d’imposta ha già considerato quando ha calcolato le imposte e ha effettuato le operazioni di conguaglio. Ciò vale se se i documenti sono già in possesso di quest’ultimo.
Attenzione, i suddetti documenti dovranno essere conservati fino al 31 dicembre 2028. Termine entro il quale l’amministrazione fiscale può richiederli a titolo di accertamento.
Dal 2022 inoltre, per le dichiarazioni presentate direttamente dal contribuente, ci sono novità importanti sui controlli.
Quali sono i documenti che non bisogna più conservare
Cambiano alcune regole riguardo alla conservazione di alcuni documenti che non servono più se ci si rivolge ai professionisti.
La novità del 2023 riguarda coloro che presentano la dichiarazione precompilata tramite Caf o professionisti.
Nel caso in cui ci fossero spese mediche successive il Fisco non potrà più effettuare controlli formali se non sui documenti che non erano stati precaricati. Maggiori informazioni questo approfondimento de IlSole24Ore.
Quali sono i documenti da conservare per i pagamenti tracciati
Capitolo a parte meritano i documenti da conservare per il 730 relativamente ai pagamenti tracciati. E’ bene infatti fare attenzione alla documentazione necessaria per dimostrare che il pagamento degli oneri detraibili sia venuto in maniera tracciata ossia tramite carta di credito, bancomat, prepagate ecc.
A tal fine sarà ritenuta valida la suddetta documentazione, in alternativa tra loro:
- ricevuta della carta di debito o della carta di credito,
- copia bollettino postale, MAV, dei pagamenti con PagoPA,
- estratto conto,
- ecc.
Attenzione, in base alle indicazioni riportate nella circolare n°7/e 2021,
l’estratto conto costituisce una possibile prova del sistema di pagamento “tracciabile”, opzionale, residuale e non aggiuntiva, che il contribuente può utilizzare a proprio vantaggio nel caso non abbia disponibili altre prove dell’utilizzo di sistemi di pagamento “tracciabili”.
E’ necessario tenere a mente tutte le indicazioni fin qui analizzate.
Modello 730 precompilato e ordinario, novità sui controlli
Il decreto fiscale 2022 ha innovato la disciplina dei controlli sulla dichiarazione dei redditi, in particolare sui controlli dei documenti. Infatti, se il contribuente decide di presentare direttamente la dichiarazione, eventuali controlli formali sui dai precaricati dal Fisco, saranno effettuati solo sui documenti in considerazione dei quali è stata apportata una modifica alla dichiarazione.
Tale novità riguarda il 730 precompilato non anche il modello Redditi precompilato, per il quale valgono le regole ordinarie in materia di controlli sui dichiarativi.
Rimangono invariate le regole sui controlli preventivi effettuabili sia sul 730 ordinario che sul 730 precompilato.
Quali sono le novità sui controlli dei documenti dal 2023
Dopo l’entrata in vigore del Decreto Fiscale Dl 146/2021, se il 730 precompilato viene presentato direttamente oppure tramite il proprio sostituto d’imposta:
- senza effettuare modifiche, non saranno effettuati i controlli documentali sugli oneri detraibili e deducibili che sono stati comunicati all’Agenzia delle entrate (spese universitarie, sanitarie, ristrutturazione, funebri cc);
- con modifiche che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta, non saranno effettuati i controlli documentali sugli oneri, comunicati all’Agenzia delle entrate, che non sono stati modificati, mentre sugli oneri comunicati che risultano modificati, rispetto alla dichiarazione precompilata, saranno effettuati i controlli documentali relativamente ai soli documenti che hanno determinato la modifica.
Prima dell’intervento del Dl fiscale, apportare una modifica alla precompilata, poteva comportare l’assoggettamento ai controlli formali per tuti i dati precaricati nella dichiarazione precompilata. Si pensi alle spese sanitarie, funebri, universitarie, di ristrutturazione condominiale ecc.
Anche se, c’è da dire che un’apertura simile a quella prevista dal D.L. fiscale, era già in parte applicata dall’Agenzia delle entrate con la compilazione assistita del quadro E della dichiarazione dei redditi.
Ad ogni modo, fatto salvo quanto previsto dal decreto fiscale, le istruzioni di compilazione del 730 2023 ribadiscono che, anche senza modiche alla precompilata:
i controlli documentali possono riguardare, invece, i dati comunicati dai sostituti d’imposta mediante la Certificazione Unica.
Quando la precompilata è considerata accettata senza modifiche
La dichiarazione precompilata si considera accettata anche se il contribuente effettua delle modifiche che non incidono sul calcolo del reddito complessivo o dell’imposta. Ad esempio se si variano i dati della residenza anagrafica senza modificare il comune del domicilio fiscale. Ancora, se si indicano o si modificano i dati del soggetto che effettua il conguaglio; oppure se si indica o modifica il codice fiscale del coniuge non fiscalmente a carico.
In tali casi nessun controllo documentale sarà effettuato sui dati precaricati dal fisco.
Modello 730 ordinario presentato dal CAF o commercialista
Se il 730 precompilato è presentato al Caf o al professionista abilitato, i controlli documentali saranno effettuati nei confronti del Caf o del professionista; anche sugli oneri detraibili e deducibili comunicati all’Agenzia delle entrate. Infatti, Caf e professionisti abilitati sono tenuti ad apporre il visto di conformità sulla dichiarazione 730. Indipendentemente dal fatto se sono apportate modifiche alla precompilata o meno. Il visto di conformità deve essere apposto anche sul 730 ordinario.
Il visto di conformità deve essere apposto indipendentemente dal fatto se in dichiarazione:
- sono esposti crediti Irpef da utilizzare in compensazione orizzontale oltre soglia di 5.000 euro;
- sia presente la detrazione superbonus 110% (in tale caso, il contribuente non ha optato per lo sconto in fattura o per la cessione del credito).
L’Agenzia delle entrate potrà comunque richiedere al contribuente la documentazione necessaria per verificare la sussistenza dei requisiti soggettivi per fruire di queste agevolazioni
Confermati i controlli preventivi
Il decreto fiscale non ha modificato la disciplina dei c.d. controlli preventivi, ex articolo 5, comma 3-bis, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175,
Tale articolo dispone che nel caso di presentazione della dichiarazione direttamente ovvero tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, con modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta e che presentano elementi di incoerenza rispetto ai criteri pubblicati con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate ovvero determinano un rimborso di importo superiore a 4.000 euro, l’Agenzia delle entrate può effettuare controlli preventivi.
Tali controlli possono essere attivati in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa. Ciò può avvenire entro quattro mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione. Dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine.
Come conseguenza, il rimborso che risulta spettante al termine delle operazioni di controllo preventivo, è erogato dall’Agenzia delle entrate non oltre il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione; ovvero dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine.
Restano fermi i controlli previsti in materia di imposte sui redditi.
Questi controlli possono essere attivati in presenza di elemento di incoerenza quali:
- scostamento per importi significativi dei dati risultanti nei modelli di versamento, nelle certificazioni uniche e nelle dichiarazioni dell’anno precedente, o
- presenza di altri elementi di significativa incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche (spese detraibili, redditi, ritenute ecc).
È altresì considerato elemento di incoerenza la presenza di situazioni di rischio individuate in base alle irregolarità verificatesi negli anni precedenti.
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